Seguire ogni momento della nascita del Grana Padano Dop dall’alimentazione delle bovine alla marchiatura attraverso l’analisi del dna è il percorso seguito dai ricercatori del progetto Newtech, finanziato dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e curato dal Crea, Centro di ricerca di zootecnia e acquacoltura, di Lodi e dall’Istituto “Lazzaro Spallanzani” di Rivolta d’Adda, in provincia di Cremona, in collaborazione con il Consorzio tutela Grana Padano.
I principali risultati dello studio saranno presentati in un convegno in programma mercoledì 16 dicembre, dalle 10 alle 13, dalla sede del Consorzio tutela Grana Padano e diffuso sulla Piattaforma Teams.
I curatori del progetto presenteranno gli esiti delle informazioni ottenute dall’analisi del dna
Ricerca al servizio della sostenibilità e della sicurezza«
Newtech è un’altra tappa importante nel percorso del
Grana Padano Dop per tutelare sempre più la sua origine ed unicità con analisi all’avanguardia in ogni passaggio della filiera – spiega il direttore generale del Consorzio,
Stefano Berni – Una genuinità antica si mantiene utilizzando la ricerca più evoluta in una prospettiva di elevata sostenibilità di ogni fase della produzione per aumentare sempre più la qualità e la sicurezza che milioni di persone apprezzano ogni giorno nel
formaggio a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo anche nei mesi terribili della
pandemia. E con Newtech si valorizzano le produzioni e si tutelano i trasformatori, che operano nel rispetto dei disciplinari, ed i consumatori».
Approcci molecoalri innovativi e tecnologia all'avanguardiaSi parlerà della possibilità di utilizzare
approcci molecolari innovativi per consentire la
mappatura del Grana Padano Dop grazie all’esame del dna, già utilizzato per la caratterizzazione di alimenti, e che consente di verificare
l’origine dei prodotti e la
tracciabilità di filiera.
In particolare, i curatori del progetto presenteranno gli esiti delle informazioni ottenute dall’analisi del dna, di provenienza vegetale nel
latte, che deriva
dall’alimentazione del
bestiame, e da quello estratto dai
batteri presenti nei formaggi, a loro volta specchio del
patrimonio microbico del
latte crudo, che vengono trattenuti e si sviluppano nel prodotto durante la sua stagionatura.
Inoltre, si anticiperanno i primi
risultati sulla messa a punto di un
sistema ottico prototipale per il
monitoraggio della
coagulazione del
latte in
caldaia.
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