ZONA DI ORIGINE
Toscana
Umbria: comuni di Allerona e Castiglione del Lago
Lazio: comuni di Acquapendente, Onano, San Lorenzo Nuovo, Grotte di Castro, Gradoli, Valentano, Farnese, Ischia di Castro, Montefiascone, Bolsena e Capodimonte
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Tipologia: formaggio grasso a pasta cruda, tenera o semidura, con eventuale occhiatura fine non regolarmente distribuita |
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Latte: ovino, intero, crudo o pastorizzato |
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Crosta: non edibile, di colore giallo con varie tonalità fino al giallo carico, può essere trattata con antimuffa |
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Stagionatura: periodo minimo di 20 giorni (Pecorino Toscano Tenero); periodo minimo di 4 mesi (Pecorino Toscano Stagionato) |
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Produzione: da settembre a giugno |
Tra i documenti che richiamano la storia del Pecorino Toscano ritroviamo il “Manuale del Pecoraio”, redatto nel 1832 da Ignazio Malenotti, membro della società Linneana di Parigi. Nel vademecum si rende omaggio a questo formaggio e per la prima volta si fa riferimento a due tipologie di cacio: quello forte che “pizzica” e l’altro dolce. La fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento furono anni di grande produzione per via della ripresa dell’allevamento ovino che si arrestò negli anni ‘30 a favore dell’agricoltura. È degli anni ‘70 la ripresa dell’ovinicoltura, dovuta anche all’arrivo in Toscana dei pastori sardi che introdussero le loro attività e tradizioni, compresa quella casearia.
In collaborazione con Forme