I Saloni del Chorus Cafè di Roma hanno ospitato l'evento del Gambero Rosso che celebra i migliori oli extravergine di oliva della Guida Oli d'Italia 2019 e i vini biologici e biodinamici da Tre Bicchieri Verdi.
Tutte le degustazioni sono state abbinate ad una serie piatti di
Giorgione, uno dei volti più noti di Gambero Rosso Channel Hd. Il cuoco che non vuole essere chiamato tale - e neppure chef - ma che preferisce definirsi "uno che fa da mangiare e preferibilmente per gli amici", ha accolto gli ospiti e il pubblico. Ha spiegato la composizione e il procedimento di cottura dei vari piatti, con tutta l'attenzione che merita l'oro verde d'Italia, nelle varie fasi della cottura e soprattutto, ancora prima, al momento della scelta e dell'acquisto.

«Oggi - ha detto durante il seminario di approfondimento - la sfida è sulla qualità. La spremitura delle olive al frantoio deve essere rapida, ma devono essere colte e portate subito al frantoio. C'è un momento preciso in cui la pianta decide di non nutrirle più, e poi cominciano inevitabilmente i processi degenerativi». Con Giorgione hanno svelato i segreti dell'olio di qualità gli esperti e curatori delle Guide, Stefano Polacchi e Giulio Scatolini, guidando la degustazione nel seminario alla presenza dei produttori. Ogni portata di Giorgione con gli oli usati nel piatto è stata accompagnata anche dall'assaggio dei vini "verdi" con i titolari delle aziende che ne hanno raccontato le fasi agronomiche e il processo di vinificazione. Questi gli oli degustati: Titone (Sicilia) premiato in Guida come Miglior Blend, Frantoio Franci (Toscana) come Azienda dell'anno, Frantoio Hermes (Abruzzo) come Frantoio dell'anno, e infine Tommaso Masciantonio, (Abruzzo) e Massimo Mosconi (Marche), entrambi premiati per il Miglior Fruttato intenso.
I vini in degustazione sono stati il Trebbiano della Tenuta Terraviva (Abruzzo), Il Roero Valmaggiore della Cascina Ca' Rossa (Piemonte), il Chianti Classico della Badia a Coltibuono e il Duemani (entrambi della Toscana) e l'Etna Rosso delle Tenute Bosco (Sicilia). Grande successo della cucina di Giorgione, come sempre semplice, gustosa e stagionale e a base di legumi, verdure, carne. Sono stati serviti la Zuppa di roveja (antico legume umbro) e bruschetta con olio a crudo, Strozzapreti acqua e farina con fave, pecorino e guanciale croccante, Lasagnetta di castrato e caciotta abruzzese, e Goulash e patate alla tirolese, ispirata alla sua amatissima Val Pusteria. Il pubblico ha mostrato di apprezzarli affollando la postazione dei cuochi dello staff di Giorgione che per tutta la durata della manifestazione li hanno generosamente distribuiti da enormi pentoloni, con grande spirito conviviale.

A ruba anche i libri di Giorgione, impegnato a rilasciare dediche. Una ventina le postazioni dell'olio, con aziende di tutt'Italia, vocate alla massima qualità e spesso dotate di un proprio frantoio per raggiungerla in ogni fase della filiera. Molte le aziende al femminile, come il Casale San Giorgio di Aprilia, dove la titolare Gioia De Leone ha voluto guardare il futuro con un impianto a filari ad alta densità (1.700 piante ad ettaro) di cultivar spagnole e sperimentali italiane, con un ottimo risultato. Oppure l'azienda umbra della giovanissima Elisa Mannelli di Bettona (PG) che con il fratello Giulio gestisce un'articolata realtà agricola con allevamenti di cinta senese, ospitalità, ristorante gourmet ma anche osteria tipica in collaborazione col macellaio Dario Cecchini di Panzano in Chianti. Oltre all'extravergine di varie cultivar si produce uno speciale "mosto", il fiore dell'olio ottenuto con procedimento particolare lento e con minore resa, imbottigliato nell'alluminio, materiale che scherma la luce al massino. Una prova ulteriore, con questo evento, del sempre maggior interesse verso la qualità di quello che arriva in tavola, e verso le storie che sono dietro un'etichetta.
«In Italia abbiamo 650 varietà di olive - ha sottolineato Giorgione - e la diversità dei nostri oli è tutta da conoscere e da apprezzare. Il buon olio non può costare pochi euro se è di qualità. E la qualità ha un costo».