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Parmigiano Reggiano, lotta ai falsi Più trasparenza nei piatti dei ristoranti

 
29 giugno 2018 | 16:44

Parmigiano Reggiano, lotta ai falsi Più trasparenza nei piatti dei ristoranti

29 giugno 2018 | 16:44
 

Dal Regianito in Argentina al Parmesao in Brasile fino al Parmesan “perfect italiano” con tanto di bandiera tricolore venduto negli Usa. Sono solo alcuni dei falsi made in Italy più clamorosi del Parmigiano Reggiano.

«Il fatturato dell’italian sounding, nel solo settore agroalimentare - spiega il presidente del Consorzio Nicola Bertinelli - è stimato in 60-70 miliardi di euro, il doppio del fatturato delle esportazioni italiane degli stessi prodotti originali». Per correre ai ripari dal 2017, il Consorzio ha potenziato i programmi di sorveglianza delle ditte di grattugia e dei laboratori di porzionatura così da garantire al consumatore l’autenticità del prodotto, ma non solo.

(Parmigiano Reggiano, lotta ai falsi Più trasparenza nei piatti dei ristoranti)

«Chiediamo a livello nazionale - continua Bertinelli - tutela e una legge che indichi con trasparenza gli ingredienti utilizzati nei piatti al ristorante e nelle formaggiere a tavola. Un obbligo per i pubblici esercizi nell'indicare la provenienza dei formaggi utilizzati nelle preparazioni tipo lasagna e parmigiana di melanzana».

Questo prodotto storico e simbolo del Made in Italy è tutelato dal Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano, l’ente che raccoglie la totalità dei produttori. 5 le province della zona di origine - Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova destra fiume Po, Bologna sinistra fiume Reno - dove avviene la produzione dei foraggi, la produzione di latte, la trasformazione in Parmigiano Reggiano, la stagionatura e il confezionamento.

Nicola Bertinelli (Parmigiano Reggiano, lotta ai falsi Più trasparenza nei piatti dei ristoranti)
Nicola Bertinelli

In particolar modo il 2017 è stato un anno record per la produzione della Dop, cresciuta complessivamente del 5,2% rispetto all’anno precedente. Le oltre 3,65 milioni di forme prodotte nel 2017 rappresentano il livello più elevato nella storia millenaria del Parmigiano Reggiano. Un giro d’affari al consumo pari a 2,2 miliardi di euro per la denominazione di origine protetta che si proietta sempre più verso l’estero.

L’Italia rappresenta il 62% del mercato contro una quota export del 38%, con un + 3,9% rispetto all’anno precedente. La Francia è il primo mercato, seguita da Germania, Stati Uniti, Regno Unito e Canada.

Il Parmigiano Reggiano sta vivendo un momento felice anche per quanto riguarda le quotazioni. Se nel 2016 il costo al kg era pari a 8,60 euro, nel 2017 la quotazione media si è attestata a 9,81 euro con un incremento del 14% (fonte: bollettini Borsa Comprensoriale Parma).

(Parmigiano Reggiano, lotta ai falsi Più trasparenza nei piatti dei ristoranti)

«Il Parmigiano Reggiano - dice ancora Bertinelli - è un vino che si fa in vigna non in cantina e, nonostante i 900 anni di storia, è un prodotto moderno». Piace agli sportivi perché fornisce energia prontamente utilizzabile, ma grazie ai suoi nutrienti è adatto a bambini, adulti e anziani. Per produrre una forma di Parmigiano Reggiano sono necessari ben 520 litri di latte.

In merito all’artigianalità e alle distintività del Parmigiano Reggiano Dop sono 137 su 335 i caseifici che hanno delle certificazioni aggiuntive alla denominazione: dal Parmigiano Reggiano Biologico al Prodotto di Montagna, dal Kosher all’Halal fino alle lunghissime stagionature “da meditazione”.

Per informazioni: www.parmigiano-reggiano.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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