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L’olio artigianale approda nella Gdo Aifo: Necessaria un’etichetta ad hoc!

Presto sugli scaffali dei supermercati sarà esposto anche l'olio extravergine artigianale di frantoio; ad accompagnarlo sarà un’apposita etichetta, che permetterà di distinguerlo da quelli importati dall’estero. Nel 2015 sono state importate 599.600 tonnellate di olio per un valore di 1,8 miliardi di euro, il 22,6% in più rispetto al 2014

20 maggio 2016 | 12:29
L’olio artigianale approda nella Gdo 
Aifo: Necessaria un’etichetta ad hoc!
L’olio artigianale approda nella Gdo 
Aifo: Necessaria un’etichetta ad hoc!

L’olio artigianale approda nella Gdo Aifo: Necessaria un’etichetta ad hoc!

Presto sugli scaffali dei supermercati sarà esposto anche l'olio extravergine artigianale di frantoio; ad accompagnarlo sarà un’apposita etichetta, che permetterà di distinguerlo da quelli importati dall’estero. Nel 2015 sono state importate 599.600 tonnellate di olio per un valore di 1,8 miliardi di euro, il 22,6% in più rispetto al 2014

20 maggio 2016 | 12:29
 

Un'etichetta distintiva per gli oli extravergine artigianali di frantoio, che arriverà sugli scaffali della Gdo. È questa la richiesta dell'Aifo, Associazione italiana frantoiani oleari associata a Confartigianato, che sta dibattendo il tema al congresso, a Montefiascone (Vt), che celebra i 20 anni dell'associazione.



«Vogliamo dare la possibilità al consumatore di scegliere sullo scaffale la differenza che c'è tra l'olio del frantoio e quello degli imbottigliatori - ha spiegato il presidente di Aifo, Pietro Gonnelli - per questo indicheremo in etichetta che si tratta di un prodotto artigianale, una parola che nell'immaginario collettivo "fa premio" a vantaggio del produttore, visto che oggi il 40% delle piante di olivo sono abbandonate».

Il progetto di Aifo deriva dal timore che l'olio artigianale italiano venga compromesso dall'invasione dell'olio proveniente dall'estero, come quello tunisino considerando anche il via libera alle importazioni a dazio zero. L'Italia infatti è invasa da olio proveniente dall'estero: solo nel 2015 sono state importate 599.600 tonnellate per un valore di 1,8 miliardi di euro, il 22,6% in più rispetto al 2014. Quindi una nuova etichetta potrà essere anche un'arma contro le contraffazioni.



«Le condizioni igienico-sanitarie, il sistema di controlli e i costi di produzione in molti Paesi dai quali importiamo olio - continua Gonnelli - sono profondamente diverse rispetto a quanto avviene in Italia. Basti pensare che il costo del lavoro per un operaio tunisino è 15 volte inferiore rispetto a quella di un lavoratore italiano del settore. Ma ad essere penalizzati, oltre alle imprese italiane, sono anche i consumatori i quali non possono sapere esattamente da dove arriva l'olio che acquistano poiché la normativa sull'etichettatura dell'olio prevede la generica indicazione dell'area di provenienza e non quella specifica del Paese di origine del prodotto».

Attualmente il 25% della produzione di extra vergine in Italia è artigianale, circa 50mila tonnellate che, secondo l'Aifo potrebbe raddoppiare grazie a questa differenziazione. Per quanto riguarda i costi, per 1 litro si deve partire dagli 8 euro in su. «O si affermerà l'olio extra vergine artigianale - conclude il presidente Gonnelli - o il settore così com'è non ha futuro». Una scommessa in cui crede anche il mondo bancario, visto che la banca del credito cooperativo di Roma sosterrà questa iniziativa.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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