Codice Citra rinnova il team enologico La strategia di Riccardo Cotarella

La cooperativa abruzzese Codice Citra ha scelto un nuovo, prestigioso team di enologi per sviluppare la coltivazione di ben 6mila ettari divisi in circa 3mila viticoltori della provincia di Chieti, per crescere di più

30 novembre 2017 | 18:27
Al vertice del team che valorizzerà i vitigni abruzzesi, l'enologo Riccardo Cotarella che ha guidato la degustazione a Milano nei suggestivi Chiostri di San Barnaba, a seguire i vini Codice Citra abbinati ai piatti del cuoco e membro Euro-Toques Andrea Alfieri.



Riccardo Cotarella, come hanno ricordato Filippo D'Alleva e Valentino Di Campli, rispettivamente direttore e presidente della nota cooperativa abruzzese Codice Citra, «rappresenta per noi una sorta di grande allenatore del nostro staff vitienologico. Metteremo in campo le nostre risorse insieme alla sua esperienza, non solo come enologo, ma anche e soprattutto come team leader grazie alla sua capacità di gestire e coordinare squadre di lavoro e orientarle verso progetti concreti e condivisi».

Il Wine Team di Codice Citra, oltre a Cotarella, vede la presenza di tre giovani tecnici che hanno però già maturato importanti esperienze come Davide Dias (direttore tecnico), Lino Olivastri (enologo e responsabile R&D) e Ludovica Crugnale (enologa) ed insieme coordineranno uno sfaff tecnico composto da tutti gli enologi e agronomi delle 9 cantine associate.



La collaborazione che Codice Citra ha attivato con Riccardo Cotarella e il suo staff tecnico si svilupperà in sei importanti punti dall' analisi approfondita del potenziale vitivinicolo dei 6mila ettari coltivati dai quasi 3mila soci nelle zone più vocate delle provincia di Chieti alla valorizzazione dei “cru” produttivi più interessanti. Al centro della strategia enologica anche la crescita professionale dello staff tecnico aziendale, l'individuazione delle tipologie di vino sulle quali avviare un percorso di miglioramento qualitativo e di immagine, la costruzione di una relazione più forte e costruttiva con i responsabili tecnici e i soci delle 9 cantine partner, e infine la costruzione di contenuti tecnici legati sia al vigneto che ai vini.

Questo inizio di attività del nuovo wine team di Codice Citra sta dando già i primi interessanti risultati. Durante la degustazione è stato presentato il primo frutto di questo progetto vitienologico, un Montepulciano d’Abruzzo 2017, una cosiddetta “prova di botte” appena prelevata dalla cantina, che ha colpito i partecipanti al tasting per la straordinaria piacevolezza, eleganza e bevibilità. Gli altri tre vini presenti al tasting: il Pecorino Spumante Brut, ha testimoniato come anche la versione spumantizzata, abbia potenzialità di sviluppo; il Montepulciano d’Abuzzo Caroso, una sorta di “marchio di fabbrica” di Codice Citra si è dimostrato uno dei più interessanti di questa tipologia e il Montepulciano d’Abruzzo Riserva Laus Vitae, frutto di una selezione delle migliori uve delle zone più vocate dei terroir Codice Citra ha dato ottima prova di sé.



«Sono vini - ha evidenziato Riccardo Cotarella ad inizio della degustazione - che testimoniano la straordinaria crescita qualitativa fatta dalla cooperazione vitivinicola italiana. La cooperazione oggi non solo rappresenta un indispensabile elemento nell’economia enologica del nostro Paese ma anche un modello di impresa che spesso, molto di più di tante aziende private, è in grado di essere dinamica, di fare ricerca, di valorizzare le risorse umane, di essere straordinario strumento di valorizzazione dei nostri territori vitivinicoli».

«Territori che hanno bisogno di essere difesi e raccontati sempre meglio - ha sottolineato Attilio Scienza, il noto ricercatore vitienologico italiano - perché vi è una tendenza internazionale, condotta in particolare dalla grande distribuzione, a rendere sempre meno visibile l’importanza dei terroir produttivi. E per un Paese come l’Italia questo rappresenta un rischio gravissimo perché la forza del nostro sistema vitivinicolo risiede soprattutto nell’esaltazione dei nostri territori di produzione e dei nostri vitigni autoctoni».



Per informazioni: www.citra.it

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Alberto Lupini


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