La birra si apprezza... anche col naso! Intensità, aroma e finezza i parametri
15 marzo 2015 | 12:02
di Enrico Rota
Una volta che si è portato il bicchiere al naso si valuta l’intensità olfattiva, ossia la quantità di aroma, il suo volume, senza considerare il numero di profumi riconoscibili. È l’insieme, la somma delle sensazioni olfattive percepite istantaneamente e contemporaneamente. Una birra dall’elevata intensità olfattiva, però, non è per forza ricca di profumi. Anche in questa si deve considerare lo stile brassicolo in degustazione. L’intensità olfattiva si descriverà con i seguenti termini:
- molto elevata: le sensazioni olfattive sono intense, avvolgenti e a volte penetranti;
- elevata: i profumi e gli aromi sono pronunciati e ben percettibili;
- normale: si inizia ad apprezzare la presenza dei profumi delicatamente percettibili;
- leggera: i profumi sono scarsi e poco spiccati;
- tenue: le sensazioni sono quasi impercettibili.
Successivamente si individuano i descrittori dell’aroma che sono raggruppati per famiglie considerata la vastità e diversità dei profumi riconoscibili:
- fruttato: alcolico, lievito, esteri;
- erbaceo: resine, luppolo;
- cereale: malto, fermentazione;
- caldo: caramello, tostato, affumicato, tostato, torbato, speziato.
La finezza olfattiva è invece riconducibile al modo con cui si distinguono gli aromi. Nello specifico è l’eleganza con cui si presentano. Più sono puliti e distinti più la birra è di qualità. Una elevata intensità olfattiva, però, non comporta necessariamente una signorilità nel loro riconoscimento. È il giudizio che sintetizza la qualità olfattiva, descritto come segue:
- elegante: di fattura accurata e fine in cui il profumo è marcatamente distinto;
- attraente: gradevole finezza che distingue particolarmente l’aroma;
- gradevole: si riconosce piacevolmente il profumo;
- normale: le sensazioni olfattive sono sufficientemente riconoscibili;
- debole: i profumi scadono nella loro distinzione.
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Alberto Lupini