La Sicilia si è presentata all'ultima edizione di Vinitaly con tante novità e tanti temi cruciali. L'Opera Unica di Donnafugata, uno Chardonnay letteralmente irripetibile; i 200 anni di Duca di Salaparuta con celebrazioni tra arte, territorio; nuovi packaging di Caruso & Minini come la Linea Floreali, in collaborazione con il laboratorio Zanzara. Fazio, che punta sempre di più sull'unicità della Doc Erice, così come Feudo Disisa e Principe di Corleone, che puntano sulle specificità della Doc Monreale.
Da non dimenticare poi l'impegno di aziende e istituzioni nel progetto Bi.Vi.Si per il recupero dei vitigni “reliquia”. Serata immancabile poi a Palazzo Verità Poeta a Verona per scoprire l'ultimo nato tra il metodo classico Etnei di Firriato, il Gaudensius Vintage, per finire poi con due eccellenze olivicole il Consorzio Olio Igp Sicilia e la Dop Monti Iblei.
Donnafugata: ode all'innovazione con lo Chardonnay Opera Unica 2018
Donnafugata saluta la primavera con lo Chardonnay Opera Unica 2018: dalle campagne della Sicilia Occidentale un vino irripetibile, dal profilo organolettico particolarissimo, frutto di circostanze climatiche rare e di un’interpretazione sartoriale.
Lo Chardonnay Opera Unica 2028 di Donnafugata
Opera Unica è l’eredità di una vendemmia insolita nella tenuta di Contessa Entellina, e che da quel 2018 non si è più ripetuta. Le precipitazioni intense registrate a cavallo di Ferragosto in una vigna di Chardonnay costeggiata dal torrente Senore, avevano reso impossibile la raccolta in quel momento; le singolari condizioni di temperatura e umidità hanno poi favorito la comparsa della forma nobile della botrytis cinerea sui grappoli. Nei primi giorni di settembre l’azienda decide di raccogliere quelle uve e di vinificarle separatamente, accarezzando il desiderio di dar vita a qualcosa di speciale.
Josè Rallo di Donnafugata
«Siamo un'azienda sempre rivolta all'innovazione - commneta Josè Rallo, di Donnafugata - e quest'anno, anzi nel 2018, abbiamo avuto una condizione climatica un po’ particolare e cioè, in un vigneto di Chardonnay, costeggiato da un piccolo fiume, il Senore, praticamente non abbiamo potuto vendemmiare perché aveva piovuto a cavallo di ferragosto e non siamo riusciti ad entrare in vigna fino al primo di settembre, al punto che pensavamo di non trovare più la produzione. Invece, con grande sorpresa, troviamo i grappoli che, grazie a queste condizioni di umidità e di alte temperature, avevano raggiunto uno stato un po’ particolare: vennero attaccate dalla muffa nobile».
L'etichetta dello Chardonnay Opera Unica 2028 di Donnafugata
«Questa muffa genera un'evoluzione dei precursori aromatici nei grappoli e quindi immediatamente ci siamo posti la domanda su come vinificare queste uve. Sicuramente in maniera separata, ma anche in una maniera del tutto nuova, per cui rispetto alla fermentazione solita di uno Chardonnay, abbiamo abbassato un po le temperature e siamo andati sui 18/20 gradi, si è dovuto allungare un po la fermentazione, intorno ai 10/12 giorni per tirare fuori al meglio gli aromi di queste uve, dopodichè un lungo affinamento di nove mesi in vasca e poi quattro anni in bottiglia. Durante questi quattro anni il vino è stato assaggiato ogni sei mesi, poi ogni tre mesi, per vedere come stava crescendo e si stava evolvendo di volta in volta, ogni assaggio ha portato delle novità, a dimostrazione che il vino era in costante crescita, in continua evoluzione positiva di ampiezza e di aromi» conclude Josè Rallo.
Donnafugata | Via Sebastiano Lipari 18 - 91025 Marsala (Tp) | Tel 0923 724 200
Duca di Salaparuta: 200 anni tra vino e arte in Sicilia
Sono storia e territorio a rendere pieno di senso, nel mondo del vino, il concetto di “iconico”. Una prospettiva che respira nel tempo, che realizza i sogni e che coinvolge, connette, riflette tutta la magia di un marchio che, in Sicilia, ha le sue radici, come la vite nella terra.
I vini di Duca di Salaparuta in esposizione a Vinitaly
«Ci sono diversi modi e momenti per vivere e raccontare la propria Sicilia - esordisce Roberto Magnisi, direttore della cantina Duca di Salaparuta - e questo duecentenario vuole essere espressione di carattere, vuole rappresentare un luogo culturale con un abbraccio totale alla Sicilia. Lo vogliamo fare con personaggi che ci hanno accompagnato culturalmente nella nostra Sicilia».
Roberto Magnisi, direttore della cantina Duca di Salaparuta
«lo vogliamo fare con Guttuso, con le sue pennellate, e vogliamo raccontarlo attraverso l' autenticità delle nostre varietà come il Grillo o il Nero d'Avola. Vogliamo raccontarci nella profondità di uno scatto in bianco e nero: lo facciamo con Mimmo Pintacuda e con la sua grandissima capacità di rendere complice il momento e verace una Sicilia che ci appartiene da sempre. Vogliamo esprimere i colori attraverso Murdolo, un pittore di carretti, un uomo capace di immortalare un momento molto particolare, quello della vita di un vino. Con Triskelè la nostra Villa Guarneri diventa attrice, protagonista di un mondo che racconta il Nero d’Avola».
Cantine Duca di Salaparuta | Via Nazionale S.S. 113 - 90014 Casteldaccia (Pa) | Tel 091 945201
Caruso&Minini: le etichette d'autore firmano la nuova linea Floreali
Il Vinitaly è la festa più importante del vino italiano di qualità. Caruso&Minini ha deciso di presentarsi a Verona con un vestito tutto nuovo sul web e con una serie di “rivoluzioni grafiche” che caratterizzano, oggi, le collezioni dei vini della storica azienda di Salemi e Marsala.
Lo stand di Caruso&Minini a Vinitaly 2024
Tra le etichette presenti al Vinitaly, dal vestito “tutto nuovo” quelle della Linea Floreali: Lillo, Catalù, Perripò, Vualà e Arancino, fortemente identitari e immediati nella comunicazione visiva che sorprende per la semplicità e la forza evocativa innescata dalla creatività dei ragazzi del Laboratorio Zanzara. Vini che si caratterizzano per l’immediatezza gusto-olfattiva che, con coerenza, ha rivisitato integralmente il packaging, ricorrendo a temi floreali della natura. Un percorso rivoluzionario nella comunicazione e nel marketing concettuale e grafico che sviluppa nuove dimensioni e nuovi temi: sostenibilità, arte, natura e vita.
«Per noi è stato un grande Vinitaly perché ci ha permesso di presentare il nuovo progetto della Next Generation - racconta Andrea Artusio di Caruso&Minini - iniziato ormai un paio di anni fa in collaborazione con Laboratorio Zanzara, una onlus di Torino che ospita ragazzi con disabilità mentale. Con loro abbiamo sviluppato una parte della sostenibilità che per noi è molto importante, quella sociale. Abbiamo incaricato i ragazzi di creare tutte le nuove etichette e la brand identity, e attraverso il nuovo packaging, comunicare il territorio, quindi tutti gli elementi della flora e della fauna che ci rappresentano».
Andrea Artusio e Giovanna Caruso di Caruso&Minini
«Abbiamo iniziato a presentare parte del progetto l'anno scorso. Quest'anno il grande focus è sulla linea biologica dei Floreali. Sono rappresentati fiorellini, come l'acetosella, fiori che crescono naturalmente nel vigneto. Biodiversità, sostenibilità e biologico sono state le parole chiave di Vinitaly e lo saranno anche per il futuro della Caruso & Minini».
«Tra le novità - continua Artusio - c'è anche il rinnovo dell'etichetta di Arancino, un vino orange, ovvero un bianco macerato fatto principalmente da uve Catarratto, molto fresco e diretto, con una nota floreale al naso, un vino gastronomico da abbinare a tavola con formaggi e salumi. È un vino che sta andando molto bene. Abbiamo riscontrato un grande successo e siamo davvero contenti» conclude Artusio
Caruso&Minini | Via Salemi 3 - 91025 Marsala (Tp) | Tel 0923 982356
Casa Vinicola Fazio punta sulla Doc Erice
Anche quest’anno Casa Vinicola Fazio si è presentata a Verona, in occasione della 56esima edizione del Salone Internazionale del vino, con tante novità dedicate ai propri winelovers e da condividere con operatori e importatori, principalmente per il canale Horeca, sia in Italia che per l’estero. L’azienda trapanese, nel 2024, completerà il progetto di rilancio e di riposizionamento del marchio e della gamma dei vini, anche grazie all’ingresso di Luca D’Attoma nella funzione di consulente enologo della famiglia Fazio, giunto operativamente alla sua seconda vendemmia.
Lo stand di Casa Vinicola Fazio a Vinitaly 2024
Questo nuovo corso enologico di Casa Vinicola Fazio ha portato in dote, non solo un approccio più razionale nella selezione dei vini proposti sul mercato, ma ha conseguito, nei fatti, una migliore riconoscibilità dei vini, soprattutto in riferimento ad alcuni vitigni, presenti nella Doc Erice di cui Fazio è il più importante interprete, per numero di bottiglie prodotte e per visibilità del marchio.
Lilly Fazio, titolare di Casa Vinicola Fazio
«Per noi - esordisce Lilly Fazio, titolare di Casa Vinicola Fazio - il denominatore comune è sempre rappresentato dalla Doc Erice nelle sue molteplici declinazioni che raccontiamo attraverso il Müller-Thurgau, il Nero d'Avola e il Syrah, un marchio di qualità che adesso è intimamente legato anche alla sostenibilità, diventata per noi il filo conduttore di tutta l'attività, a partire dalla vigna a fino al momento della distribuzione. Parlando di etichette, quest'anno presentiamo il restyling di Torre dei Venti e Luce d'Oriente due rossi della Doc Erice, un vitigno autoctono e uno internazionale, ma entrambi espressione autentica del nostro territorio».
Casa Vinicola Fazio | Via Capitano Antonio Rizzo 39 - 91010 Fulgatore (Tp) | Tel 0923 811700
I vini di Tenute Orestiadi raccontano la vocazione artistica di Gibellina
Quello tra arte e vino è ormai un connubio indissolubile, lo stesso che Tenute Orestiadi ha raccontato quest'anno al Vinitaly di Verona. Esperti e winelover hanno potuto toccare con mano l'essenza non solo della cantina siciliana, ma anche la marcata contemporaneità della cittadina di Gibellina, rappresentata dall’originalità di cinque nuove etichette realizzate nell'ambito del progetto Opificio Gibellina, con la direzione di Stefano Pizzi.
I vini di Tenute Orestiadi a Vinitaly 2024
«Le Tenute Orestiadi stanno continuando a puntare sul connubio arte-vino - commenta Rosario Di Maria, presidente di Tenute Orestiadi - Nasciamo a Gibellina, e siamo grandi partner della Fondazione Orestiadi che ha influenzato la ricostruzione di Gibellina attraverso l'arte e la cultura. Quest'anno abbiamo dato vita ad un progetto coinvolgendo diversi artisti, tra cui Stefano Pizzi il direttore della pittura dell'Accademia di Brera di Milano, e altri quattro suoi colleghi per creare delle etichette d'autore: Gaetano Grillo, Nicola Salvatore, Pietro Coletta, Enzo Esposito e lo stesso Stefano Pizzi».
Rosario Di Maria, presidente di Tenute Orestiadi
Cinque espressioni creative che celebrano memoria e futuro in un territorio dalla forte vocazione viticola, che al contempo è il più grande museo a cielo aperto di Italia, e forte di due grandi istituzioni locali: la Fondazione Orestiadi e il MAC, Museo d’Arte Contemporanea. Vino e arte fanno dunque squadra nell’edizione limitata di un Sicilia Doc rosso Riserva le cui uve sono coltivate nella Valle del Belìce, selezionate con cura e raccolte a mano. Diciotto mesi in tonneaux e un ultimo affinamento in bottiglia di almeno sette mesi sono alla base di un prodotto fresco, ben equilibrato e dai sentori fruttati.
Tenute Orestiadi | Viale Santa Ninfa - 91024 Nuova Gibellina (Tp) | Tel 0924 69124
Feudo Disisa: Lu Bancu e Granmassenti vini iconici della Doc Monreale
A Vinitaly, Feudo Disisa ha reso pieno valore al territorio della Doc Monreale attraverso produzioni vitivinicole orientate sempre più all’eccellenza. L'azienda guidata da Mario Di Lorenzo riparte, dunque, da uno degli areali più importanti della Sicilia Occidentale per affermare la propria identità, ma soprattutto la propria riconoscibilità a livello internazionale.
Lo stand di Feudo Disisa a Vinitaly 2024
«La Monreale è una Doc che comprende una parte del territorio di Palermo, parte della Monreale, San Cipirello, San Giuseppe Jato, Corleone, Piana degli Albanesi e Camporeale. - racconta Mario Di Lorenzo - È una Doc molto estesa. Il territorio è del tutto in una zona collinare, quindi si va dai 200 fino agli 800 metri sul livello del mare. Negli ultimi anni abbiamo fatto un lavoro di riduzione del disciplinare concentrandoci su quelle varietà che danno un valore aggiunto al nostro territorio e quindi per esempio l'Inzolia e il Catarratto per i bianchi e il Perricone eventualmente in blend con il Nero d'Avola e Syrah per i rossi. Sono quattro varietà autoctone solo il Syrah è una varietà alloctona, ma sono tutte varietà che nel nostro territorio o ci sono nate o hanno trovato casa in maniera sicuramente molto interessante».
Orografia collinare, clima ventilato, terreni argillosi con presenza di calcareniti, e ancora, inverni miti e piovosi, estati e primavere calde e asciutte. Condizioni che determinano una forte interazione terroir-vitigno, con una verticalità che si ritrova anche nei due vini icona: Lu Bancu e Granmassenti, entrambi Doc Monreale.
Mauro Di Lorenzo di Feudo Disisa
«Tornando a Feudo Disisa, - continua Mario Di Lorenzo - i vini più identitari e più rappresentativi fanno parte della Doc Morreale: Lu Bancu, un Catarratto in purezza e il Granmassenti da vitigno Perricone, due vini che veramente parlano del nostro territorio. Il Catarratto che è un vitigno storico del nostro territorio, abbandonato in passato, in questa versione sta sui lieviti fino al mese di giugno e quindi assume un' aromaticità, una complessità che conferiscono longevità, un vino che anche dopo quattro/cinque anni risulta molto interessante. L'altro è il Perricone, vitigno storico del nostro territorio che si stava perdendo e che, grazie alla lungimiranza e alla tenacia di alcuni produttori è stato preservato nel territorio. Negli ultimi 15 anni l'abbiamo introdotto nella nostra azienda facendone un vino che è una speranza per il territorio, un vino terroso, un vino che ha una grande complessità aromatica, una speziatura di liquirizia di cacao ma anche di fiori di Garofano».
Feudo Disisa | S.P. 30 Km 6 - 90046 Monreale (Pa) | Tel 091 6127109
Principe di Corleone: l'anima dei vini della Doc Monreale
La Sicilia del vino cresce in importanza e qualità grazie all’impegno delle aziende a conduzioni familiari che investono e si confrontano con le nuove sfide della viticoltura. Un trend che Principe di Corleone, della famiglia Pollara, segue in prima persona sin dalla sua fondazione.
I vini di Principe di Corleone a Vinitaly 2024
Dar voce al territorio della Doc Monreale, alla rinascita di Corleone grazie all’agricoltura e presentare le nuove etichette sono stati i leit motiv della 56esima edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati.
Leoluca Pollara di Principe di Corleone
«Quest'anno a Vinitaly abbiamo presentato una nuova linea di etichette per “Le Collezioni” con raffigurata la poesia epica siciliana. Tra le novità, l'etichette del Ridente Orlando (Syrah Doc Monreale) e del Ridente Angelica (Doc Sicilia), e una grafica totalmente rinnovata del Sofia Nero d'Avola e del Sofia Catarratto, vini biologici prodotti in montagna con un profumo fresco molto fruttato, facili da bere - spiega Leoluca Pollara - Il nostro è un territorio davvero unico, l'area della Doc Morreale dove coltiviamo i nostri vigneti si trova a 500 metri sul livello del mare e abbiamo fatto una ricerca in merito a quali cloni poter coltivare, abbiamo visto che il Syrah, nonostante fosse un'uva internazionale, si è adattata benissimo al territorio e proprio a questo abbiamo dedicato la linea dell'etichetta Ridente Orlando».
Principe di Corleone | S.P. 4 Bis Km 2, Contrada Malvello Snc - 90046 Monreale (Pa) | Tel 091 8462922
Firriato Gaudensius: spumanti Metodo Classico dell'Etna
Viticoltura eroica e arte spumantistica sono state le tematiche fondamentali che Firriato ha raccontato durante il Vinitaly di Verona. Migliaia di winelover e buyer internazionali hanno toccato con mano le novità della Famiglia Di Gaetano, tra le prime ad aver scelto l’Etna per produzioni orientate all’eccellenza.
La linea Gaudensius di Firriato
Un disegno imprenditoriale che prende forma all’inizio degli anni ‘90 nei territori compresi tra Castiglione di Sicilia e Randazzo e che ha portato l’azienda a valorizzare le specificità del terroir dell’Etna, scegliendo di allevare i vitigni autoctoni della viticoltura etnea su 12 specifiche contrade, ognuna contraddistinta da caratteristiche pedoclimatiche uniche.
«L’Etna è un territorio particolarmente interessante per la spumantizzazioni così come lo è Nerello Mascalese, che è un vitigno a bacca nera, principe della viticoltura etnea - racconta Irene Di Gaetano, di Firriato - Tra i vari progetti che abbiamoportato avanti sull'Etna c'è sicuramente quella degli spumanti, Metodo classico, progetto che risale al 2010. Da allora abbiamo creato la linea Gaudensius e che ad oggi consta di cinque etichette un Blanc de Noir, un Blanc de Blancs, un Pas Dosè, un Rosè e da pocoanche un Gaudensius Vintage che fa oltre 100 mesi sui lieviti. Sono tutti dei vini spumanti dal lungo affinamento, andiamo da un minimo di 36 mesi con il Blanc de Noir e Blanc de Blancs, a 60 mesi per il dosaggio zero, fino ai ben 120 mesi del Vintage».
Irene Di Gaetano di Firriato
«Per noi questo è un progetto molto importante - continua Irene Di Gaetano - Abbiamo sempre creduto molto nella spumantizzazione con il metodo classico, che tra l'altro sull'Etna ha origini molto antiche a partire dalla seconda metà del 1800 con il Barone Spitaleri. Una tradizione antica che oggi per noi è un investimento anche dal punto di vista economico, perché sono vini dal lungo affinamento che comportano delle immobilizzazioni. Ad oggi abbiamo circa 1.000.000 di bottiglie in affinamento e ci possiamo fregiare di essere effettivamente il primo produttore di metodo classico dell’Etna».
Firriato | Via Trapani 4 - 91027 Paceco (Tp) | Tel 0923 882755
Bi.Vi.Si., un progetto per la rinascita del vivaismo viticolo in Sicilia
«Il progetto Bi.Vi.Si è composto di vari filoni- spiega Maurizio Gily - una parte che riguarda l'innovazione del processo vivaistico, con la produzione di barbatelle di nuovo tipo, considerando che la Sicilia all'inizio del secolo scorso è stata un faro per il viaismo vinicolo europeo, si sta cercando di riportare alla luce questo settore così importante. Un altro filone riguarda invece la biodiversità intravarietale di vitigni noti come il Grillo, il Nero d’Avola e il Carricante, quindi la differenza tra diversi biotipi che non sono ancora stati sottoposti a selezioni clonali, vengono studiate nelle loro caratteristiche positive o negative e nella loro capacità di adattamento ai diversi ambienti dell'isola».
Maurizio Gily
«La direzione scientifica del progetto Bi.Vi.Si. è affidata all'università di Palermo - continua Gily - al professor De Lorenzo la parte viticola e al professor D'Onofrio la parte enologica. Ci sono poi quattro aziende leader siciliane che sono partner del progetto eche hanno anche impiantato in alcuni filari sperimentali le varietà cosiddette “reliquie” che sono oggetto di una parte importante di questa sperimentazione».
per informazioni: siciliadoc.wine/progetti/bivisi/
Consorzio Olio Igp Sicilia: disciplinare per tutelare la qualità siciliana
«Il disciplinare non è altro che un documento fatto di regole che tutti i produttori di olio, i frantoiani, devono seguire. - commenta Mario Terrosi, presidente del Consorzio Olio Igp Sicilia - Un disciplinare significa avere un olio Igp Sicilia con qualità organolettiche e un nutraceutica migliori rispetto a un extravergine comune. Quindi per noi Igp Sicilia, per noi siciliani, è una speranza per ottenere grandi risultati futuri, anche commerciali».
Mario Terrosi, presidente del Consorzio Olio Igp Sicilia
«Le Cultivar Igp sono tutte quelle autoctone. Le più importanti sono la Nocellare Del Belice, la Tonda Iblea, la Biancolilla, la Cerasuola, la Nocellara etnea, non riuscirei a nominarle tutte perchè sono tantissime calcolando anche le minori. Sono tutte varietà che ci permettono di avere dei fruttati erbacei, freschi, di pomodoro, di carciofo che ci contraddistinguono nel mondo» conclude Terrosi.
Consorzio Tutela e Valorizzazione Olio Extra Vergine di Oliva Sicilia Igp | Via Mariano Stabile 160 - 90139 Palermo | Tel 335 8041817
Consorzio Dop Monti Iblei: olio extravergine di qualità siciliano da 25 anni
«L'anno prossimo festeggeremo i 25 anni del consorzio - commenta Giuseppe Arezzo, presidente del Consorzio Dop Monti Iblei - un consorzio voluto dai nostri imprenditori intraprendenti che riescono a portare sulle proprie spalle il peso di prodotto di qualità superiore. Non solo, i nostri imprenditori sono conosciuti a livello mondiale tanto che America, Giappone, Cina e diversi Paesi europei conosconol'olio Dop Monti Ilblei».
Giuseppe Cicero e Giuseppe Arezzo del Consorzio Olio Extravergine Dop Monti Iblei
«Stiamo scontando questa fortissima siccità che ha colpito la Sicilia già durante la produzione 2023, abbiamo pochissime risorse idriche nel sottosuolo quindi già le piante sono stressate da quello che è successo con la produzione dello scorso anno - fa presente Giuseppe Cicero, agronomo del Consorzio Dop Monti Iblei - L'inzio del 2024 sembra prospettarsi bene, l'olivo è una pianta resistentissima e in questo momento in tutta la regione c'è una bellissima preparazione di mignolatura, le mignole sono molto presenti».
«Però è anche vero che se dovesse continuare questo andamento climatico, con questa scarsità di pioggia e soprattutto con gli invasi vuoti, credo sarà un problema - continua Cicero - quindi speriamo bene nei mesi di aprile e maggio. Quello che sta soffrendo di più è il centro della Sicilia rispetto alla parte delle coste dove un po ha piovuto, ma parliamo di un quinto di quello che piove normalmente ogni anno in questo periodo».
Consorzio Tutela Olio Extra Vergine di Oliva Dop Monti Iblei | Viale Fante 2 - 97100 Ragusa | Tel 0932 247560