La passione per il “bere rosa” c’è e nel weekend tra venerdì 10 e domenica 12 giugno ha invaso con un esercito di winelovers il castello trecentesco di Moniga del Garda (Bs) per la nona edizione di
Italia in Rosa: un pubblico di appassionati reali, attenti a tutte le sfumature di quel variegato mondo dei vini rosé che ancora una volta ha trovato nella rassegna gardesana una delle sue vetrine più esaustive e prestigiose. Gli organizzatori hanno stimato un passaggio di oltre 6.500 persone, delle quali più di 3.500 hanno acquistato il tagliando con sacca e calice per degustare gli oltre 170 vini presentati quest’anno in manifestazione da un esercito di 131 cantine da tutta Italia e non solo.
All'interno della manifestazione, tante le sorprese e i momenti che hanno coinvolto appassionati ed esperti del settore. Tra questi la consegna del trofeo Pompeo Molmenti per il miglior Chiaretto della vendemmia 2015 al Valtènesi Chiaretto Doc 2015 delle Cantine Avanzi di Manerba. Accanto a premiazioni e degustazioni, un'occasione di “approfondimento in rosa” è stato il convegno dal titolo “Il futuro del Rosé: numeri e dimensioni di un mercato in forte espansione”, con la partecipazione di
Michel Couderc, responsabile centro studi ed economia del
Conseil interprofessionnel vins de Provence;
Tiziana Sarnari, analista di mercato
Ismea; e
Lucia Nettis, direttrice di
Puglia in Rosé, che hanno analizzato le ultime tendenze mondiali del settore sulla base dei numeri dell’Observatoire des rosés presentato da Couderc.
Gianpietro Avanzi con il nipote Matteo vengono premiati da Luigi Alberti e Alessandro Luzzago«Siamo molto soddisfatti non solo per la crescita numerica - afferma il presidente di Italia in Rosa
Luigi Alberti - ma anche e soprattutto per quella qualitativa. Ora stiamo già pensando all’edizione del decennale, che immaginiamo aperta in particolar modo al target dei giovani che tanto importanti sono stati per il boom di Italia in Rosa: da qui l’idea di istituire una borsa di studio permanente che rimanga nel tempo e che possa rappresentare un punto di riferimento per approfondire la cultura del Chiaretto e dei rosati».
Importanti risultati sono emersi anche dal convegno di sabato, dove il
Consorzio Valtènesi, con in testa il presidente
Alessandro Luzzago ed il direttore
Carlo Alberto Panont, ha lanciato un appello «a fare rete con la Puglia, Veneto, Abruzzo e altri principali regioni produttive italiane per costruire un’alleanza che consenta di arrivare ad avere anche in Italia un osservatorio di riferimento».
Tiziana Sarnari e Michel CoudercUn invito raccolto da Lucia Nettis, direttrice di
Puglia in Rosé (realtà che associa 52 cantine), secondo la quale «gli Stati generali dei vini rosati sarebbero un’idea eccellente per contarci, capire chi siamo, ed andare uniti sul mercato per essere vincenti». Il tutto mentre Tiziana Sarnari, analista di mercato del settore vinicolo di Ismea, ha illustrato gli strumenti che, con lo sforzo collettivo dei consorzi e delle realtà associative, potrebbero consentire di arrivare a costruire anche in Italia un quadro economico sui vini rosati.
Alessandro Luzzago e Lucia Nettis
Nel corso della rassegna, è stato infine come sempre assegnato il Trofeo Pompeo Molmenti per il miglior Chiaretto della vendemmia 2015. 21 i finalisti, selezionati fra 34 prodotti durante la da poco trascorsa
Fiera del vino a Polpenazze. Un team di enologi, giornalisti ed esperti del settore ha infine decretato vincitore del riconoscimento il Valtènesi Chiaretto Doc 2015 delle
Cantine Avanzi di Manerba.
Gianpietro Avanzi della cantina si dice enormemente soddisfatto, per lui e la sua famiglia il Chiaretto è sempre stato al centro della produzione della cantina. Un premio quindi sentito, e meritato grazie all'esperienza del figlio Giuseppe, enologo dell'azienda.
Valtènesi Chiaretto Doc 2015 di Cantine Avanti
Una manifestazione quindi, che tra riconoscimenti, degustazioni e approfondimenti, ha messo l'enologia in rosa al centro del mondo dei vini. I rosati del territorio, protagonisti indiscussi, hanno trovato nei prodotti del territorio gardesano degli ottimi abbinamenti, a cominciare dai formaggi, tra i quali meritano menzione i prodotti caseari del Parco Alto Garda Bresciano. Altro momento di sodalizio tra enologia e gastronomia in tavola ha visto protagonisti i
piatti di Carlo Bresciani, chef patron dell'
Antica Cascina San Zago di Salò e membro della
Federazione italiana cuochi, in una cena presso l'
Azienda Monte Cicogna che è stata specchio dell'ottimo rapporto tra rosati e piatti tipici gardesani.