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DonnaLia, 20mila bottiglie che ridanno lustro a Salussola

di Guido Gabaldi
 
20 maggio 2019 | 12:11

DonnaLia, 20mila bottiglie che ridanno lustro a Salussola

di Guido Gabaldi
20 maggio 2019 | 12:11
 

I vini s’identificano anzitutto a partire dal territorio, e quelli dell’azienda DonnaLia non fanno eccezione: i vitigni sono a Salussola (Bi), nella bassa biellese.

La zona è abbastanza ventilata, ma influenzata anche dalle risaie da un lato, e dall’altro dal lago di Viverone. Ed è questo territorio il primo biglietto da visita dei piemontesi di DonnaLia, presentati alla stampa al ristorante Daniel, dello chef Daniel Canzian, a Milano; 20mila bottiglie all’anno ripartite su sei etichette e provenienti da filari a spalliera di uve bianche e rosse.

(DonnaLia, 20mila bottiglie che ridanno lustro a Salussola)

Il legame con il piemontese vien fuori anche dai nomi dei vini: il MaDama Rosé Brut, ad esempio, è un Metodo Classico che affina sui lieviti per 18 mesi; abbiamo poi La Mezza Canavese Rosato, un vino ideale per essere goduto a tutto pasto; La Giasera Canavese Bianco, pensato per l’aperitivo e per piatti di verdura e pesce; Variabile, vino rosso di pronta beva, per tutti i giorni; San Siond Canavese Nebbiolo, affinato 12 mesi in piccoli legni di rovere, da provare con i piatti di carne della tradizione italiana, e La Torre Canavese Barbera, altro gesto quotidiano da abbinare al “pane e salame”, la tradizionale merenda sinoira piemontese.

(DonnaLia, 20mila bottiglie che ridanno lustro a Salussola)
Silvia Bettinetti

Ma che microazienda italiana sarebbe, la nostra DonnaLia, senza una storia familiare alle sue spalle: ed è quella di Silvia Bettinetti e della sua villa di campagna, la Ca’ Bianca, la cui vocazione vinicola si rintraccia a partire dalle dimensioni ampie della cantina e della ghiacciaia interrate, costruite probabilmente durante l’Ottocento dai primi proprietari della tenuta. È il nonno di Silvia Bettinetti, il Cavalier Silvio Sardi, ad acquistare Ca’ Bianca negli anni cinquanta ed è sua moglie Lia Corazzi a dare il nome all’azienda. «Nonna Lia - spiega Silvia - era proprio una persona fuori dal comune, persino eccentrica, con il suo sguardo al contempo dolce e malinconico. Nonostante questo suo carattere non facile godeva del rispetto di tutti; ricordo che fu mio padre a chiamarla per primo Donna Lia, lei che sapeva essere nel contempo austera e sensibile».

Il sogno di Lia Corazzi, ossia ridare lustro all’antica vocazione vitivinicola della tenuta di Salussola, è stato realizzato dalla nipote Silvia, che dal 2009 ha impiantato nuove vigne, credendo nelle potenzialità di quel territorio. Con l’arrivo nel 2018 di Donato Lanati, una celebrità nel campo dell’enologia, è iniziato un progetto di valorizzazione e consolidamento della vocazione vitivinicola.

(DonnaLia, 20mila bottiglie che ridanno lustro a Salussola)
Paolo Grimaldi

Ed è a questo punto che forse si devia dal romanzo tutto Piemonte, territorio, campagna, famiglia e vino: entra in scena Paolo Grimaldi, il direttore commerciale, con i suoi canali di promozione alternativi. Paolo ha una formazione accademica vicina al mondo agricolo, ma negli anni la sua passione per la musica e per il vino è cresciuta a tal punto da attirarsi il colpo di fortuna: entrare a far parte del team aziendale, con l’obiettivo di avvicinare la musica rock alla produzione di nicchia di DonnaLia, tanto che periodicamente nella settecentesca Ca’ Bianca passano, a volte esibendosi, artisti internazionali come Kristian Marr (ex chitarrista di Amy Winehouse), Drew McConnell (bassista dei Babyshambles e di Liam Gallagher), Gary Powell (batterista di The Libertines) o dei dj set con attori come Thomas Turgoose (This is England e Game of Thrones). Nell’aprile 2019 l’artista giapponese di The Voice of Italy, Kumi Watanabe, ha scelto DonnaLia come partner del suo ultimo singolo “Turn on the light”, tratto dall’album Triumph of love, inserendo la Barbera La Torre in una scena del video.

Paolo Grimaldi ha voluto reclutare nella linea Rock quattro etichette su sei: La Mezza Canavese Rosato, La Giasera Canavese Bianco, Variabile, e La Torre Canavese Barbera, personaggi in grado di esibire un carattere a volte goliardico, a volte di rottura. Gli altri due, il metodo classico MaDama Rosé Brut e il nebbiolo San Siond, costituiscono la linea Charme e scaturiscono direttamente dal cuore della titolare, Silvia Bettinetti, dalla sua anima tradizionalista e sofisticata, vocata all’arte, al teatro e al cinema.

(DonnaLia, 20mila bottiglie che ridanno lustro a Salussola)

Il San Siond è del 2016, dunque ancora un bimbo, se pensiamo alle potenzialità da esprimere quando sarà adolescente e adulto, ma la complessità promessa dal vitigno e dal terroir si intuisce subito: notevole già oggi l’equilibrio fra il bouquet polveroso, di cantina, e la tannicità gentile, che non va a sovrastare tutto il resto. Ne ha di tempo per maturare, questo nebbiolo, ma nel frattempo godiamocelo con il Galletto alle arachidi con gioco di peperoni di Carmagnola, preparatoci dallo chef Daniel Canzian, in attesa di sperimentare tutti gli altri possibili abbinamenti, sia popolari sia gourmet.

È anche grazie a cantine come DonnaLia, e ai suoi vini Rock e Charme, che un territorio di mezza collina nella bassa biellese può ritrovare dinamismo, e poi anche notorietà, continuando a raccontare storie antiche su un registro contemporaneo: storie alla portata di un vasto pubblico, a partire dal romantico tradizionalista, fino ad arrivare al rockettaro convinto.

Per informazioni: www.donnaliasalussola.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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