Come nel 2020, anche l’estate del 2021 dovrebbe essere all’insegna della sicurezza in spiaggia e sui laghi. Peccato che uno stabilimento balneare su tre non sia in regola. A far emergere questo dato sono stati i controlli effettuati dai carabinieri del Nas (Nuclei anti sofisticazione): 886 verifiche su altrettante imprese che punteggiano le coste di tutta Italia.
Ristorazione e rispetto delle norme anti-Covid le criticità
L’operazione ha portato alla chiusura di 21 stabilimenti balneari per carenze igienico-sanitarie nelle aree adibite alla ristorazione, alla preparazione dei pasti e alla conservazione degli alimenti. In questo ambito, quindi, sono state 258 le irregolarità riscontrate che hanno coinvolto il 29% delle ispezioni. Le multe elevate hanno coinvolto 217 persone mentre altre 17 sono state denunciate. Infine, sequestrati circa 1,3 tonnellate di materie prime in cattivo stato di conservazione per un controvalore di circa 77mila euro.
Lente di ingrandimento ovviamente puntata sulle misure anti-Covid: dal corretto distanziamento degli ombrelloni al rispetto dell’utilizzo della mascherina, passando per la presenza di dispenser e le attività di rilevazione della temperatura corporea. In totale, sono state 351 le violazioni complessive contestate per sanzioni pari a 202mila euro.
Guardia di Finanza al Papeete
Nel frattempo, oltre ai Nas si è mossa anche la Guardia di Finanza di Ravenna. Obiettivo: 35 imprenditori romagnoli che avrebbero utilizzato fatture relative a operazioni inesistenti per evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Fatto che ha portato il gip di Ravenna, Corrado Schiaretti a sequestrare importi pari a 2,3 milioni di euro. Tra le società coinvolte ci sono anche la Papeete Srl e Villapapeete Srl di Milano Marittima. Si tratta dello stabilimento balneare spesso frequentato da Matteo Salvini e in cui è in corso la tradizionale festa estiva della Lega.
Sindacato sereno
Non allarmato il commento del presidente del Sindacato balneari italiani, Antonio Capacchione: «Si tratta di numeri fisiologici - ha detto - in un periodo come quello estivo dove il numero di controlli si alza notevolmente. Se guardiamo il rapporto controlli/infrazioni notiamo che i dati non devono preoccupare, sono in linea con quanto succede in tutte altre attività, pubblici esercizi compresi. Questa analisi non significa assolutamente che bisogna giustificare chi non ha rispettato le regole, anzi. Sono episodi che fanno male al nostro settore, sia da un punto di vista di immagine che di concorrenza sleale rispetto alle decine di migliaia di colleghi (sono 30mila in tutto gli stabilimenti in Italia) che lavorano seriamente e correttamente».