Cosa accomuna l’alta moda al comparto alberghiero? Semplice: la ricerca della qualità. L’imprenditore Brunello Cucinelli, ospite della 73ª assemblea nazionale di Federalberghi che si è svolta a Bergamo e Brescia riconosciute come un’unica Capitale della Cultura per il 2023, indica la ricetta per competere nel mondo, partendo da strutture che offrano servizi di qualità a visitatori e turisti. Il fondatore dell’omonima casa di moda italiana, conosciuta per la produzione di maglieria pregiata in cashmere, ha mantenuto le sue radici in Umbria, sviluppando l’attività nel borgo medioevale di Solomeo. Cucinelli è conosciuto per il suo carattere schietto e sincero, ma anche per le politiche di welfare aziendale dedicate ai suoi lavoratori.
Cucinelli: «Il turismo in Italia ha un futuro sicuro, ma puntare sui servizi»
Intervenuto sull’arte del Made in Italy, moderato dal vicedirettore di La7, Andrea Pancani, l’imprenditore umbro che conosce e viaggia in tutto il mondo per diversi mesi all’anno, ha fatto presente come «vivo tre mesi e mezzo in giro per il mondo e non c’è persona all’estero che non voglia venire a visitare il nostro Paese, dall’Oriente agli Stati Uniti. Da questo punto di vista, chi si occupa di accoglienza ha davanti un futuro sicuro, anche se è chiaro che dovremo puntare sempre di più sulla qualità e sui servizi per rendere unico il soggiorno di coloro che ospitiamo in Italia».
Brunello Cucinellio all'assemblea di Federalberghi a Bergamo
Turismo, occorre formare capitale umano
Guardando al futuro qualche preoccupazione c’è, in particolare sulla necessità di formare capitale umano. «Alcuni lavori non li vuole più fare nessuno e questo elemento inizia a diventare un problema serio. Nella nostra azienda puntiamo a valorizzare ogni tipo di professione. Gli addetti alle pulizie sono artigiani e la loro mansione è quella di ordinare: mi sembra un termine più dignitoso per qualificare i lavoratori. Da un certo punto di vista siamo stati noi genitori a crescere i figli dicendo loro che se non avessero studiato li avremmo mandati a lavorare: come una sorta di minaccia che li ha tenuti lontano da tante professioni. Ci sono mestieri molto più dignitosi di altri, come l’operaio, che nessuno vuol più fare. E quasi tutti noi probabilmente pensiamo che non sia il lavoro adatto ai nostri figli. Non si trovano maestranze per piantare ulivi e per lavorare la terra, così come addetti alla produzione di capi di alta moda».
Il problema del personale riguarda anche nel comparto turistico che, dopo aver superato la pandemia, sta superando i numeri registrati nel 2019 e punta anche a comunicare meglio. «Io penso che comunichiamo già molto bene il brand Italia, semmai dobbiamo mantenere il Genius Loci di certi luoghi unici che abbiamo solo nel Belpaese».
Gli ingredienti per migliorare l’attrattività turistica in Italia
Quali sono gli ingredienti per affrontare al meglio il futuro e migliorare l’attrattività? «Si parte sempre dalla qualità e dalla cura del dettaglio, un po’ come quando arrivo in hotel e la mia attenzione si concentra subito sulla morbidezza del cuscino: un elemento capace di fare la differenza. Per ottenere risultati migliori è indispensabile fare squadra sia all’interno della propria azienda che nel sistema Paese».
Solomeo, borgo del cashmere e dell’armonia
Brunello Cucinelli, una storia di successo in nome della moda italiana
Brunello Cucinelli nasce nel 1953 a Castel Rigone, piccolo borgo del XV secolo in provincia di Perugia, da una famiglia contadina. Diplomato geometra, si iscrive alla facoltà di ingegneria, ma interrompe gli studi. Nel 1978 fonda una piccola impresa e stupisce il mercato con l’idea di colorare il cashmere. Fin da ragazzo, testimone delle sofferte vicende lavorative del padre e attento osservatore del mondo, sviluppa il sogno di un lavoro rispettoso della dignità morale ed economica dell’uomo, un aspetto che si rivela cruciale in tutta la sua vita.
Nel 1982, dopo il matrimonio con Federica Benda, dalla quale ha due figlie, Camilla e Carolina, Brunello si trasferisce a Solomeo, che diventa il luogo dei suoi sogni e il grande laboratorio dei successi di imprenditore e di umanista. La benevola accoglienza che il mercato, nel frattempo divenuto internazionale, riserva ai suoi prodotti di qualità made in Italy, gli dà la possibilità di attuare i suoi ideali. Nel 1985 acquista il Castello diroccato del XIV Secolo del borgo e ne fa la sede dell’azienda; nel 2000, dovendo adeguare le strutture produttive alle crescenti richieste del mercato, acquista e riadatta un opificio già esistente ai piedi del borgo di Solomeo, evitando di costruirne di nuovi.
La nuova costruzione del Foro delle Arti, con l’annessa Biblioteca Neoumanistica Aureliana, il Ginnasio, l’Anfiteatro e il Teatro, divengono il luogo deputato della cultura e dell’arte. Nasce in questo periodo la volontà, concretizzata nel 2012, di presentare l’impresa alla Borsa di Milano, e anche qui non si trattò solo dell’aspetto finanziario, perché Brunello vide nella più larga partecipazione alla sua attività d’imprenditore la possibilità di diffondere estesamente gli ideali di un capitalismo nuovo, un “Capitalismo Umanistico”.
Dall’esperienza del Foro delle Arti, costruito da maestri artigiani umbri e ispirandosi a William Morris e John Ruskin, nasce l’idea della “Scuola di Alto Artigianato Contemporaneo per le Arti e i Mestieri”, che vede la luce nel 2013. Lo sguardo al futuro di Brunello vuole che la memoria di un fattore umanistico importante come l’artigianato debba essere conservato e tramandato, e la scuola è il laboratorio dove quest’aspirazione si trasforma in realtà. Nel 2014, ad opera della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, viene presentato il Progetto per la Bellezza, con il quale si realizzano tre estesissimi parchi nella valle ai piedi del borgo di Solomeo (Parco agrario, Parco dell’Oratorio Laico e Parco dell’industria) recuperando parte del terreno già occupato da vecchi opifici in disuso a favore di alberi, frutteti e prati. L’iniziativa simboleggia il valore cruciale della terra, dalla quale, secondo il pensiero di Senòfane, «tutto proviene». Con questo progetto Brunello sottolinea l’imperativo di ridare dignità alla terra, e sentendosi un piccolo custode del creato dimostra che «La Bellezza salverà il Mondo», tutte le volte che il Mondo, a sua volta, salverà la Bellezza.
Il credo di Brunello Cucinelli
«Credo in un’impresa umanistica: un’impresa che risponda nella forma più nobile a tutte le regole di etica che l’uomo ha definito nel corso dei secoli. Sogno una forma di capitalismo umanistico contemporaneo con forti radici antiche, dove il profitto si consegua senza danno o offesa per alcuno, e parte dello stesso si utilizzi per ogni iniziativa in grado di migliorare concretamente la condizione della vita umana: servizi, scuole, luoghi di culto e recupero dei beni culturali. Nella mia organizzazione il punto di riferimento è il bene comune, come strumento di guida per il perseguimento di azioni prudenti e coraggiose. Nella mia impresa ho messo l’uomo al centro di qualsiasi processo produttivo, perché sono convinto che la dignità umana ci sia restituita solo attraverso la riscoperta della coscienza».