L'Italia si prepara ad una svolta epocale. Dopo la Legge 3 del 16 gennaio 2003 (art. 51), “Tutela della salute dei non fumatori” - che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi (compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, palestre, centri sportivi), con le sole eccezioni dei locali riservati ai fumatori e degli ambiti strettamente privati (abitazioni civili) -, infatti, il Ministero della Salute, con il ministro Orazio Schillaci, ha ribadito la volontà di estendere i divieti di fumo ed equiparare le sigarette elettroniche, e quelle a tabacco riscaldato, a quelle tradizionali. In particolare, all'esterno dei bar e dei ristoranti.
L'Italia si prepara ad una svolta epocale sul fumo
Le nuove norme sul fumo
Come vi avevamo già annunciato, infatti, le nuove norme dovrebbero prevedere lo stop al fumo, incluse le e-cig, non solo nei locali al chiuso ma anche all'aperto. Oggi, la legge non prevede un obbligo, ma concede la possibilità di creare locali per fumatori, le cui caratteristiche strutturali e i parametri di ventilazione sono stati definiti con il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 23 dicembre 2003, che prevede anche le misure di vigilanza e sanzionamento delle infrazioni.
E quindi, dove sarà vietato fumare? Alcune fonti vicine al Ministero della Salute spiegano di un divieto per tutti i tipi di sigarette che riguarderebbe soprattutto i tavoli all’esterno di bar e ristoranti (sarà possibile fumare solo se il locale dispone di un’area riservata ai fumatori). E, come già avviene in alcune città (Milano su tutte), lo stop al fumo includerà anche le fermate all'aperto di metro, bus, treni e traghetti. Ma non è tutto perché dovrebbero essere eliminate le sale negli aeroporti e nei ristoranti al chiuso.
Per Salvini questa stretta è esagerata
Contrario a queste novità il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che ha definito la stretta sul fumo come «esagerata». «Le sigarette elettroniche - secondo il vicepremier - stanno aiutando tanta gente ad abbandonare quelle normali. Da ex fumatore che ha smesso 4 anni fa, il divieto di fumarle all’aperto appare esagerato. Voi che ne dite?» ha chiesto Salvini sui propri account social scatenando commenti di correnti di pensiero totalmente diverse.
Parole di contrarietà, però, erano arrivate qualche settimana fa anche da Federalberghi: «Le aziende che hanno fatto degli investimenti per permettere ai clienti di fumare, cosa dovrebbero fare?». Stiamo parlando delle dichiarazioni del ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha parlato della necessità di «un aggiustamento» alla legge Sirchia, che nel 2003 ha introdotto il divieto di fumo nei locali pubblici, per creare una «generazione libera dal tabacco» e stoppare il proliferare delle sigarette elettroniche. Il ministro , in commissione Affari sociali alla Camera, ha anticipato di voler «estendere il divieto di fumo in altri luoghi all'aperto in presenza di minori e donne in gravidanza; eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori in locali chiusi; estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti come sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato; estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina».
Il caso della Spagna
La stretta che potrebbe entrare in vigore tra qualche mese, però, trova un similitudine nei cugini d'oltremare spagnoli. In diverse comunità autonome della Roja, principalmente in quelle più turistiche (come Andalusia, Comunità Valenciana, Galizia, Madrid e Catalogna, Baleari incluse), è assolutamente vietato fumare all'esterno di bar e ristoranti, con multe che possono arrivare fino ad un massimo, nei casi più gravi, di 600mila euro. Insomma, l'Italia non è la prima e non sarà sicuramente l'ultima a subire questi cambiamenti e non mancheranno, come sempre, le polemiche e gli slittamenti delle decisioni.
Il vicepremier, Matteo Salvini, e il ministro della Sanità spagnolo, María Luisa Carcedo
Intanto le spiagge sono sempre più smoke free
Serviranno dunque chiarimenti più specifici per quanto riguarda la volontà di estendere il divieto di fumo all’esterno. Anche, se come ad esempio, stanno dimostrando le spiagge, la direzione sembra essere quella. In Italia, come sta già succedendo in Europa, ci sono diversi comuni che hanno imposto il divieto di fumare in spiaggia: Chioggia in Veneto; Alba Adriatica in Abruzzo; Cesenatico, Ravenna e Rimini in Emilia Romagna; Anzio, Fiumicino, Gaeta, Ladispoli, Ponza, Sperlonga e Torvaianica nel Lazio; Arenzano, Lerici, Sanremo e Savona in Liguria. E anche in Puglia, dove l’estate scorsa sono scattate le prove, dall’estate 2023 dovrebbe scattare, invece, il divieto ufficiale.