Con il monitoraggio del 18 giugno, l’Italia è ufficialmente in zona bianca. Certo, manca ancora la piccola Valle d’Aosta che deve aspettare almeno un’altra settimana prima di aggregarsi a tutte le altre Regioni nella fascia di minori restrizioni possibili. Ma grazie all’andamento della campagna vaccinale, alla ripresa graduale delle attività e l’allentamento delle restrizioni il nostro Paese si piazza in ottima posizione rispetto ai partner europei che stanno vivendo alterne fortune rispetto alla lotta al Covid.
L'Italia dal 21 giugno dice stop al coprifuoco e dal 15 luglio forse alle mascherine. Ma come stanno i nostri vicini europei?
In Italia si discute sullo stop alla mascherina dal 15 luglio
Innanzitutto, la situazione italiana.
Detto del monitoraggio, dal 21 giugno tutto il territorio nazionale dirà definitivamente addio al coprifuoco. Una misura che, a livello operativo, ancora incideva sull’attività di bar e ristoranti in zona gialla (dove era in vigore fino a mezzanotte). Gli stessi che, fortunatamente, dall’1 giugno hanno potuto riprendere il servizio serale all’interno, oltre che all’esterno, dei locali. E che,
in zona bianca, possono ora allargare le tavole per un massimo di 6 commensali al chiuso (numero che può raddoppiare nel caso in cui i convenuti facciano parte di un massimo di due nuclei famigliari) e di quanti si vuole all’aperto. Ovviamente, vale la regola sul distanziamento interpersonale. Che vige anche per il consumo al bancone del bar.
Dal 15 giugno, inoltre, sono ripartiti anche i banchetti di matrimonio. Sebbene siano ancora da chiarire le questioni relative al ballo (tema comune anche alle discoteche) e all’utilizzo effettivo del green pass (che dovrebbe regolare anche l’accesso a concerti, eventi con grande pubblico, fiere e congressi).
E per il 15 luglio si intravede la possibilità di revocare anche l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Ma cosa sta succedendo nel frattempo nel resto d’Europa?
Francia: la road map anticipa di 10 giorni la fine del coprifuoco
In
Francia, dopo un lockdown durato fino al 17 maggio (sebbene già dal 3 maggio fosse possibile spostarsi liberamente e avessero ripreso le scuole in presenza al 50%), il governo ha deciso di seguire una road map di progressive concessioni che ha portato il paese,
giusto un mese dopo, a dire addio alla mascherina all’aperto (che comunque sarà richiesta nel caso in cui ci si ritrovi in situazioni di affollamento).
Il 20 giugno, poi, decade anche il coprifuoco in anticipo di dieci giorni sulla data inizialmente prevista grazie a un netto calo dei contagi con una media di 3.200 casi nell’ultima settimana.
Parigi
Germania: dopo il mini-lockdown di Pasqua si va verso l'abbandono della mascherina
Finito il mini-lockdown pasquale,
la Germania è subito ripartita a trainare l’Europa sull’allentamento delle restrizioni. Il 14 giugno, il ministro alla Salute Jens Spahn ha annunciato lo stop alle mascherine all’aperto. Affermando che la stessa misura potrebbe essere estesa anche al chiuso nei Lander in cui l’incidenza del contagio è particolarmente bassa. Sta di fatto che la
situazione, al momento, è a macchia di leopardo. Questo significa che, per esempio, a Berlino si dovrà attendere ancora qualche giorno (dal 29 nuovo round di riaperture?) prima di fare a meno dei dispositivi di protezione individuale all’aperto mentre rimane l’obbligo della Ffp2 e il distanziamento fisico a bordo dei mezzi di trasporto.
Sulle Alpi fra la fine di giugno e l'inizio di luglio maggiori libertà
I nostri vicini di casa alpini viaggiano verso lo stesso obiettivo. Anche se con tempistiche diverse. In
Svizzera, l’attesa per lo stop alle mascherine dovrebbe essere soddisfatta il 28 giugno sia all’aperto che sul posto di lavoro.
Contestualmente a questa data dovrebbero arrivare anche nuove indicazioni sul numero di commensali a tavola che dovrebbe aumentare a 6 persone e la riapertura delle discoteche (ma solo con green pass). I
n Austria, invece, si dovrà attendere il pacchetto di riaperture in arrivo l’1 luglio per avere maggiori certezze sui prossimi step che dovrebbero comunque prevedere la decadenza del coprifuoco, la possibilità di organizzare grandi eventi sia culturali che sportivi e l’indicazione di utilizzare la semplice mascherina chirurgica al posto della Ffp2 quando ci si sposta sui mezzi di trasporto pubblici, si entra nei negozi e nei musei. In generale,
fino a fine luglio tutti i maggiori di 12 anni dovranno attenersi alla regola di condotta delle 3G che richiede alle persone di
essere vaccinati, testati o guariti per allentare il regime di protezione individuale.
Vienna
Olanda e Belgio, allentamenti parziali e l'Ecdc mette in guardia sui contagi
Nel Benelux, Belgio e Olanda vivono due momenti diversi.
Gli Orange attendono per il 26 giugno un nuovo round di liberalizzazioni che dovrebbe portare alla cancellazione delle ultime vestigia di restrizioni Covid. E quindi:
allungamento degli orari di apertura dei negozi, bar, ristoranti (che potevano operare fino alle 18) e luoghi di divertimento (in cui il numero massimo di persone ammesse salirà a 100). Mentre è già certo che al raggiungimento dell’85% della popolazione vaccinata almeno con la prima somministrazione decadranno tutte le restrizioni. Eppure,
l’aggiornamento dell’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie)
ha colorato l’Olanda di rosso – livello massimo di allerta per quanto riguarda l’indice di positività dei test. Nel vicino Belgio, invece, in giallo per l’Ecdc, d
al 9 giugno i residenti della regione capitale di Bruxelles possono fare a meno della mascherina all’aperto, a eccezione delle trafficate vie dello shopping. Mentre il resto nel resto del Paese la misura resta in atto.
Spagna: il 24 giugno l'incontro decisivo
Il primo ministro spagnolo,
Pedro Sanchez ha annunciato che il 24 giugno si svolgerà un consiglio dei ministri cruciale per quanto riguarda l’uscita dal regime di restrizione attuato per contrastare la pandemia. Questo significa che, molto probabilmente,
dal 26 giugno in Spagna si potrà fare a meno della mascherina all’aperto. In ogni caso, l’allentamento delle limitazioni era già stato innescato.
Da lunedì 31 maggio, per esempio,
a Madrid bar, ristoranti e spazi culturali hanno ricominciato a rimanere aperti ininterrottamente dalle 6 del mattino a mezzanotte e il numero massimo per le riunioni sociali è stato portato a dieci. Misure simili anche nella Comunità Valenciana, dove però è rimasto in vigore il coprifuoco dall’1 di notte alle 6 di mattina.
Londra
Gran Bretagna: la variante Delta ha fatto saltare il Freedom Day
Dopo aver anticipato tutti e messo in campo un modello a singola dose che sembrava aver risolto la cronica mancanza di vaccini e messo in sicurezza la popolazione,
la Gran Bretagna ha rallentato il processo di riaperture. La variante Delta, infatti, accelera i contagi sull’isola: 76mila casi nell’ultima settimana e un +79% rispetto a sette giorni prima. Tanto che i
l Freedom Day fissato per il 21 giugno è già stato spostato in avanti di un mese. Restano quindi in vigore le limitazioni sul numero di persone ammesse in pub, ristoranti e locali pubblici mentre le discoteche e i locali notturni rimangono chiusi. E ritorna pure l’indicazione di lavorare da casa per chi può farlo.
Nel mentre, i
l ministro della Salute, Roberto Speranza ha varato una nuova ordinanza con cui si introduce una quarantena di 5 giorni — con obbligo di tampone — per chi arriva in Italia dalla Gran Bretagna.
«Ho firmato una nuova ordinanza», ha scritto il ministro della Salute su Facebook, « che: 1) consente l’ingresso dai Paesi dell’Unione europea e da Stati Uniti, Canada e Giappone con i requisiti del Certificato Verde; 2) prolunga le misure di divieto di ingresso da India, Bangladesh e Sri Lanka; 3) introduce una quarantena di 5 giorni con obbligo di tampone per chi proviene dalla Gran Bretagna».
L’ordinanza sarà in vigore da lunedì 21 giugno e riguarda anche chi arrivi dalla Gran Bretagna e sia vaccinato.
Green pass, speranza per un'estate in sicurezza
In tutto questo, dal 17 giugno è attivo i
l green pass italiano che, dall'1 luglio, sarà integrato a quello europeo. Con
la firma del presidente del Consiglio Mario Draghi sul Dpcm che istituisce il “certificato verde Covid-19” i cittadini italiani hanno accesso al documento, cartaceo o digitale, che serve per spostarsi nel proprio Paese in zone dal colore diverso e in Europa ma anche a visitare i parenti nelle Rsa, partecipare a eventi, andare ai matrimoni e in discoteca, ecc.
Dopo una lunga gestazione, quindi, va in porto il principio per cui si viaggia in sicurezza solo se si è in grado di dimostrare oggettivamente il proprio stato di salute rispetto alla pandemia. Una posizione
sostenuta fin dalle prime ora da Italia a Tavola. E che si spera possa far bene al turismo che,
secondo un'analisi interna di Bankitalia ha certificato ancora una volta - semmai ce ne fosse stato bisogno - la drammaticità della situazione: nei soli mesi del 2020 mancano all’appello 26,7 miliardi di spesa turistica internazionale nel nostro Paese.