L’attenzione che oggi tutti sembrano riservare alla cura del proprio corpo, all’alimentazione e, più in generale, allo star bene, spinge molti a rendersi edotti - e giustamente possiamo dire - circa tutto quanto può in qualche modo rappresentare una potenziale, latente minaccia.
Ed ecco moltiplicarsi il numero di persone che intendono sottoporsi a diversi esami concepiti per diagnosticare la celiachia, convinti di essere affetti da questo disturbo che, sia pur comune, non è poi così diffuso come si crede. Il fenomeno sembra destinato ad aumentare in maniera esponenziale, con il diffondersi di informazioni accessibili a tutti e di immediata consultazione che, al riguardo, circolano sul web.
I numeri parlano chiaro
I dati sono allarmanti: si stima che i veri allergici siano 2 milioni, dei quali 600mila sono bambini, mentre gli intolleranti al lattosio, al nichel o ad altre sostanze, oggi rivelatesi potenzialmente dannose per alcuni soggetti, sono complessivamente circa 10 milioni.
Un numero impressionante, che lo diviene ancora di più se solo si pensi agli 8 milioni di persone che, pur essendo perfettamente sane, sono fermamente convinte che i loro svariati malesseri siano da imputare all’uno o all’altro cibo.
L’allarme è stato lanciato dalla Società italiana di allergologia, asma ed immunologia clinica (Siaaic), che pone i riflettori su questo fenomeno a dir poco nefasto puntando il dito sul condizionamento, sulla suggestione e sull’allarmismo, ossia sui canali privilegiati di sua diffusione, ma non solo... Perché, a ben sindacare, non è solo questo.
Test fasulli
Sono sempre in aumento le spese affrontate dagli italiani per la diagnosi di ipotetiche intolleranze e allergie. Per carità, un diritto inalienabile da tutelare strenuamente. Quello che preoccupa non sono i test seri, professionali, ai quali è demandata una disamina realistica e ponderata dei malesseri chiamati in causa quali possibili sintomi di allergie ed intolleranze.
Quello che preoccupa sono i ben 300 milioni di euro sostenuti per eseguire test come quelli del capello o della forza muscolare, privi di fondamento scientifico alcuno, ed il cui numero, purtroppo, cresce ad un ritmo di ben il 10% ogni anno. Il rischio di cadere in questi tranelli è molto alto: per fortuna in nostro soccorso giunge la Siaaic la quale, al fine di arginare il fenomeno in questione, ha presentato le prime linee guida per l’interpretazione diagnostica dei test validati, delle quali se ne attende la pubblicazione su “Clinical Molecular Allergy”.
Il consiglio è dunque quello di fare affidamento solo su metodiche diagnostiche serie e raffinate e, al contempo, di imparare a riconoscere i sintomi di possibili allergie distinguendoli da quelli che invece sono da imputare ad altre patologie e/o malesseri.