Arriva sui tavoli della Commissione Attività produttive della Camera il progetto di legge che dovrebbe superare il decreto Salvaitalia sulle liberalizzazioni degli orari. Cinque i testi che verranno esaminati. Ma solo tre - firmati da Pd, M5S e Lega - quelli che si preannunciano come i più importanti.
La discussione si preannuncia molto calda a giudicare dalla
catena di polemiche che si sono scaturite
all’annuncio della volontà di cambiare le regole per lo shopping domenicale. L’
obiettivo sembra condiviso da tutti i vertici, ovvero ridurre le aperture domenicali ma resta il nodo di come attuare questa manovra e, non di meno, capire quali possano essere davvero gli effetti sui bilanci delle attività e sull’occupazione. Ma ancor prima bisognerebbe capire quanto sia davvero frequente in Italia fare la spesa o lo shopping domenicale. Per Assoimmobiliare sarebbe un’abitudine per 19 milioni di italiani, ma altri rilevamenti hanno effettuato stime minori.
Da ricordare che il decreto Salvaitalia fu varato dal Governo Monti nel 2011, che in piena crisi finanziaria ed economica liberalizzò le aperture per spingere sul commercio e sulla domanda interna. Funzionò. Le ore lavorate aumentarono (24,5 milioni di ore in più nella sola Distribuzione Moderna Organizzata) e 400 milioni di maggiori stipendi.
L’opinione pubblica e quella degli addetti ai lavori è spaccata in due, tra chi vede la domenica come un’opportunità per arrotondare lo stipendio e chi invece la vede come l’ennesimo gesto di “tirannia” delle grandi catene (aperte ormai costantemente) ai danni dei negozi di vicinato.
Negli ultimi due mesi la Commissione ha sentito le parti in causa, grande distribuzione, commercianti, consumatori, ma anche Istat e Unioncamere per capire quali potrebbero essere gli effetti del cambiamento previsto. L’altro aspetto da tenere in considerazione è quello dell’
e-commerce che rischierebbe di essere favorito in un momento in cui fattura già in modo dilagante.
Stando a quanto riferito dalle parti chiamate in causa dalla Commissione, l'occupazione risentirebbe di un’eventuale nuova normativa (sono 580mila gli occupati della domenica) contro i 3milioni e oltre di dipendenti italiani (medici, farmacisti e altri che comunque sono al lavoro anche durante le feste). Per Confinprese si arriverebbe a 150mila esuberi, per altri a non più di 50mila, cifre diverse ma con “minimi” comunque degni di considerazione. Senza dimenticare poi tutti i problemi legati a regolamentazioni e ai contratti che andrebbero necessariamente rivisti.