È stato dato il via libera all'ingresso di 40mila lavoratori stranieri extracomunitari destinati al lavoro stagionale, principalmente nei settori agricolo e turistico-alberghiero. Questa notizia è stata annunciata dalla Coldiretti, in relazione alla pubblicazione su Gazzetta Ufficiale del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) che ha esteso i flussi di lavoratori stagionali, proprio in concomitanza con l'inizio delle importanti campagne di raccolta delle mele e delle vendemmie.
Via libera all'ingresso di 40mila lavoratori stranieri extracomunitari destinati al lavoro stagionale
Per semplificare le procedure, la Coldiretti sottolinea che il Dpcm riserva 15mila quote delle 40mila previste alle Associazioni datoriali. Queste quote saranno assegnate in base alle domande già presentate fino alla data di pubblicazione del Dpcm. Le quote stabilite sono state suddivise tra gli Ispettorati territoriali del lavoro, le Regioni e le Province autonome. Questa suddivisione è stata fatta dalla DG-Immigrazione del ministero del Lavoro, basandosi sulle domande effettive pervenute agli Sportelli Unici per l'Immigrazione e sulle necessità dichiarate a livello territoriale.
In Italia, come sottolinea la Coldiretti, il 25% della produzione agricola viene raccolto da lavoratori stranieri provenienti da 164 Paesi diversi. Questi 358mila lavoratori regolari rappresentano oltre il 30% delle giornate lavorative totali necessarie al settore, come riportato dal Dossier Idos. I lavoratori stranieri impegnati nell'agricoltura provengono principalmente da Romania, Marocco, India e Albania, ma rappresentano un'ampia varietà di nazionalità. La maggior parte di loro è impiegata come lavoratori a tempo determinato, attraversando annualmente i confini per il lavoro stagionale e stabilendo spesso relazioni professionali e amichevoli durature con gli imprenditori agricoli.
Molti "distretti agricoli" in Italia dipendono in modo essenziale dall'integrazione di lavoratori immigrati nel tessuto economico e sociale. Questi lavoratori contribuiscono significativamente alla raccolta di prodotti come le fragole nel Veronese, la preparazione delle barbatelle in Friuli, la raccolta delle mele in Trentino, la coltivazione della frutta in Emilia Romagna, la vendemmia in Piemonte e persino negli allevamenti di bestiame da latte in Lombardia, dove gli indiani svolgono prevalentemente l'attività di mungitori.
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