Interventi necessari ed attesi, quelli varati dal Consiglio dei Ministri, ma per Confcommercio non ancora sufficienti a mitigare adeguatamente l’impatto degli incrementi dei prezzi dell’energia e dei carburanti.
In particolare, per l'associazione andrebbero ulteriormente rafforzate - e rese più inclusive anche in favore degli esercenti e altre professioni - le misure rivolte alle imprese non rientranti nelle tradizionali categorie delle “energivore” e delle “gasivore”.
«Resta in ogni caso ferma l’esigenza tanto di una riforma complessiva degli oneri generali di sistema e della fiscalità energetica, quanto di una strutturale riduzione del carico fiscale gravante sul settore dei trasporti e della logistica - ha spiegato Confcommercio - In condizioni ordinarie, infatti, l’accisa sul gasolio italiana è la più alta d’Europa e, pertanto, i prossimi interventi di riordino europei, come il pacchetto Fit for 55, dovrebbero essere l’occasione per ridurre tale deficit competitivo e non certo per aggravarlo».
Dal Governo sono giunte misure importanti per rafforzare la capacità di rigassificazione del nostro Paese e favorire la diversificazione degli approvvigionamenti, anche attraverso la temporanea riattivazione delle centrali a carbone. Bene anche le norme volte a semplificare la realizzazione e l’ammodernamento di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, di elettrodotti e di asset energetici strategici, così come quelle che prorogano le riduzioni straordinarie delle accise sui carburanti, a fronte del perdurare degli effetti dell’emergenza energetica. Particolarmente positive, inoltre, la previsione di un credito d’imposta in favore dell’autotrasporto contro il caro gasolio e l’introduzione dell’aliquota IVA ridotta al 5% anche per il gas naturale per autotrazione. Così Confcommercio, in una nota, sulle misure approvate ieri sera dal Consiglio dei Ministri.
Anche in tema di credito e incentivi alle imprese – prosegue la nota - si evidenzia la necessità di prevedere interventi maggiormente incisivi. Bene le misure di supporto per le imprese direttamente danneggiate nei loro interscambi con Russia e Ucraina, ma occorre tener presente che le conseguenze della crisi stanno interessando uno spettro di attività imprenditoriali assai più ampie.
Se è da valutare positivamente la maggiorazione del credito di imposta per investimenti in beni immateriali 4.0, vi è però la necessità di fare di più, in particolare per il potenziamento degli strumenti a supporto della liquidità delle imprese. Andrebbe quindi ampliato il regime straordinario delle garanzie collegate agli interventi del Fondo di garanzia PMI e di SACE S.p.a., con riguardo anche agli strumenti per la ristrutturazione dei prestiti in essere, in modo da favorire l’allungamento dei piani di ammortamento e diluire l’orizzonte temporale degli oneri a carico delle imprese. Con l’obiettivo di consentire una effettiva sostenibilità finanziaria delle imprese è necessario, inoltre, riattivare con urgenza la c.d. moratoria ex-lege dei debiti bancari, ripristinando contestualmente gli ambiti di maggiore flessibilità concessi dall’Autorità bancaria europea alle banche nel trattamento delle esposizioni oggetto di moratoria.
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