Migliorare i sistemi di gestione e di distribuzione delle risorse idriche, adeguare le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, diminuire gli inquinanti nelle acque e ridurre le emissioni in atmosfera. Sono questi i principi cardine sui quali si basa il “Protocollo d’intesa per la coltivazione del riso”, sottoscritto questa mattina al Castello di Novara, che impegna enti pubblici e privati delle aree a vocazione risicola di Piemonte – territori delle province di Alessandria, Biella, Novara e Vercelli - e Lombardia, con le province di Milano e Pavia, al reciproco scambio di informazioni utili al raggiungimento delle finalità prefissate.
Una risaia
La coltivazione del riso in queste aree ha determinato le condizioni per lo sviluppo di una estesa rete di infrastrutture per il trasporto e la distribuzione delle acque ed ha creato un ambiente omogeneo, peculiare della pianura padana nordoccidentale, costituendo un “unicum” dal punto di vista ambientale, paesaggistico, idrogeologico, economico, storico - culturale e identitario.
Il protocollo è stato sottoscritto da Regione Piemonte, Regione Lombardia, Autorità di Distretto del Bacino del Fiume Po, Ente nazionale Risi, Consorzio d’Irrigazione Ovest Sesia, Consorzio di Bonifica della Baraggia biellese e vercellese, Associazione d’Irrigazione Est Sesia, Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi.
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