E-Commerce e discount trainano la crescita delle vendite dell'agroalimentare biologico in Italia: +0,9% nel primo trimestre 2021. Un dato che consolida l'incremento dei consumi di un anno fa quando ebbe punte del +20% a marzo-aprile. A riferirlo è Assobio, associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e naturali.
Per Assobio, la spesa media procapite di agroalimentare biologico in Italia è di 60 euroIn particolare, le vendite online di prodotti agroalimentati biologici crescono del +79% (+150% in tutto il 2020) mentre quelle del discount salgono del +10,5%. Cede, invece, il -10,2% il canale del libero servizio (store fra i 100 e i 399 mq). In negativo anche ipermercati e supermercati che insieme registrano un -1,4%.
Per Assobio restano le contraddizioni strutturali del mercato: l'Italia vanta una delle maggiori quote nazionali di superficie agricola utilizzata a biologico in Europa, con un 15,8%, ma la spesa pro capite (pre-Covid) è di 60 euro all'anno, contro i 144 in Germania, 174 in Francia, 338 in Svizzera e 344 in Danimarca (dati Fibl & Ifoam, 2021). Questo nonostante il nostro sia il primo paese in Europa e secondo al mondo nell'esportazione di prodotti bio, con oltre 2,6 miliardi di euro, circa il 6% di tutto l'export agroalimentare nazionale. Per questo «il taglio dell'Iva sull'ortofrutta bio e il credito d'imposta sui costi di certificazione sarebbero una marcia in più per il settore», scrive Assobio.
«I dati dimostrano che il biologico non è una nicchia e il potenziale per un aumento dei consumi interni c'è - afferma Roberto Zanoni, presidente di Assobio - Va comunicato il suo valore reale».
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