Saper rispondere all'emergenza della cimice asiatica con l'insetto antagonista vespa samurai, ma anche impiegare i cani alle frontiere per scoprire con il loro fiuto le importazioni di piante con malattie pericolose per non avere mai più una nuova Xylella. Sono alcuni dei problemi affrontati con successo dal Crea, il più importante Ente italiano di ricerca dedicato all'agroalimentare e vigilato dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali che cambia passo dopo anni di commissariamento.
"Solo mantenendo un costante ed elevato livello di analisi la ricerca può offrire velocemente soluzioni necessarie e adeguate alla realtà", spiega all'Ansa il direttore generale Stefano Vaccari, nella sua prima intervista a poco più di 60 giorni da quando è in carica.
Non ha dubbi quindi sul ruolo che deve avere la ricerca "veloce e anticipatrice dei trend. E le strutture devono esserlo altrettanto offrendo risposte efficaci e tempestive". Si rafforza quindi un nuovo percorso per un vero e proprio colosso del settore, fiore all'occhiello del made in Italy, che oggi conta 12 Centri di ricerca, 1.521 tra ricercatori e tecnici, 421 progetti in corso al 1° gennaio 2021 e 66 aziende agricole sperimentali in tutta Italia.
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