Il 24 febbraio si festeggia il World Bartender Day, un'occasione speciale per rendere omaggio a una figura che, tra shaker e bicchieri, ha attraversato i secoli trasformandosi da semplice locandiere a vero e proprio artista della mixology. Dietro ogni cocktail si nasconde una storia fatta di evoluzioni culturali, sociali e tecniche che hanno reso il bartender non solo un esperto di miscelazione, ma anche un abile intrattenitore, capace di creare momenti unici per chiunque si trovi dall'altra parte del bancone. Questa giornata internazionale diventa così il pretesto perfetto per ripercorrere l'affascinante storia di una professione che, dalle antiche civiltà greche e romane fino ai moderni cocktail bar, ha saputo adattarsi e rinnovarsi, mantenendo intatta la sua capacità di affascinare. E, per celebrare al meglio, ecco alcune curiosità che raccontano lati meno noti ma altrettanto interessanti di questo mestiere senza tempo.
La storia del bartending e della figura del bartender
Il suono del ghiaccio che tintinna nello shaker potrebbe sembrare solo un dettaglio, ma è il simbolo di una tradizione che affonda le sue radici in epoche remote. Già tra il 700 e il 500 a.C., infatti, chi serviva bevande non era solo un semplice dispensatore, ma spesso anche proprietario della locanda e figura centrale della vita sociale dell'epoca. Vino e birra artigianale erano le bevande più richieste, e il ruolo di bartender era considerato fondamentale per le comunità locali. Con il passare dei secoli, soprattutto in Europa, il mestiere cominciò a guadagnare prestigio: nel XV secolo, in paesi come Francia, Germania, Irlanda e Inghilterra, essere bartender significava appartenere a una professione ben pagata e socialmente riconosciuta.

Dalla locanda al cocktail bar: l'evoluzione del bartender
Un salto in avanti ci porta agli Stati Uniti del 1832, quando la legge "Pioneer inn and tavern" legalizzò ufficialmente le taverne, permettendo per la prima volta la vendita di alcolici anche a chi non pernottava. Un provvedimento che trasformò radicalmente le taverne, da semplici punti di ristoro per viaggiatori a luoghi di ritrovo per la comunità. Ma la vera rivoluzione arrivò con Jerry Thomas, considerato il padre della mixology moderna: nel 1862 pubblicò infatti "The Bon Vivant's Companion", il primo manuale di cocktail della storia, diventato poi una bibbia per generazioni di bartender.

Nonostante questi sviluppi, il mestiere conobbe anche periodi bui, come durante il proibizionismo negli Stati Uniti (1920-1933). In quegli anni, la distillazione illegale di alcolici - nota come “moonshine” - divenne una pratica diffusa, un atto di ribellione e ingegno che si svolgeva spesso di notte, al riparo da occhi indiscreti. Ma fu proprio dopo la fine di questa fase che l'arte del cocktail visse una vera e propria rinascita, con figure come Ernest Raymond Beaumont Gantt - meglio conosciuto come Donn Beach - che diede vita al concetto di cocktail Tiki, contribuendo a plasmare l'immaginario della mixology moderna.

Il World Bartender Day: un'occasione per conoscere i segreti dei cocktail più famosi
Negli anni successivi, il bartending si strutturò ulteriormente con la nascita delle prime scuole di formazione. Dopo il 1933, con la ripresa dei cocktail bar, emersero nuove figure professionali come i drinksetter di Anthology by Mavolo, noti anche come "spirit specialist". Ex bartender con una solida esperienza alle spalle, questi esperti oggi collaborano con le reti di vendita per valorizzare portafogli di prodotti esclusivi, contribuendo a elevare ulteriormente la professione. Un altro momento chiave arrivò nel 1951 con la fondazione dell'International bartender association (Iba) a Torquay, nel Regno Unito. L'associazione si è imposta come punto di riferimento globale, aggiornando costantemente il catalogo dei cocktail ufficiali e promuovendo la cultura del beverage a livello internazionale.
A sottolineare l'importanza di questa figura nel contesto italiano, è Bernardo Ferro, presidente dell'Associazione barmen italiani (Abi): «Il bar in Italia non è solo un luogo di consumo, ma un simbolo di cultura e socialità, tanto che si stima che trascorriamo ben sette anni della nostra vita al bar. Per questo, è fondamentale che dietro il bancone ci siano professionisti qualificati, capaci di offrire un'esperienza di qualità. Purtroppo, però, la figura del bartender è spesso poco valorizzata, nonostante richieda impegno, sacrificio e competenze specifiche. Il comparto bar ha un peso significativo sull'economia italiana, strettamente legata al turismo, eppure molti operatori svolgono ruoli importanti senza una formazione adeguata. È quindi essenziale investire nella crescita professionale di chi lavora in questo settore».

Bernardo Ferro, presidente dell'Associazione barmen italiani
Tra le curiosità più insolite legate a questa storia, c'è quella dei primi shaker usati dai bartender, che avevano la forma di un pinguino: un dettaglio che ancora oggi sorprende e diverte gli appassionati. E parlando di cocktail iconici, non si può non menzionare il Bellini, ideato da Giuseppe Cipriani. La leggenda vuole che il colore rosato della bevanda ricordasse al creatore la tonalità della toga di un santo ritratto in un dipinto di Giovanni Bellini, noto pittore rinascimentale.
Il significato e l'importanza del bartending (e del bartender) oggi
Oggi, il bartending è molto più di un mestiere: è un'arte riconosciuta, capace di fondere tecnica, creatività e una buona dose di empatia. Come ricorda Alberto Birollo, drinksetter di Anthology by Mavolo, «essere un bartender non significa solo servire drink, ma creare connessioni e momenti indimenticabili con i propri clienti attraverso l'arte della mixology. Durante il World Bartender Day, celebriamo la passione, la creatività e la dedizione che i bartender mettono ogni giorno nel loro lavoro. Ogni cocktail racconta una storia e un'emozione da condividere con gli amici al bar. Un brindisi a tutti i colleghi che, con maestria e impegno, rendono speciale ogni serata dietro al bancone».

Shaker, ghiaccio e creatività: il World Bartender Day e l'arte del bere miscelato
Negli ultimi anni, l'interesse per i drink ha raggiunto livelli senza precedenti, con un pubblico sempre più curioso e attento ai dettagli. Grazie all'accesso a prodotti di nicchia e all'esplosione di nuove proposte, la figura del bartender ha conquistato un ruolo centrale nella società moderna, continuando a evolversi senza mai perdere il suo fascino originario. E in fondo, dietro ogni cocktail perfettamente preparato, c'è ancora quel tintinnio di ghiaccio che racconta una storia antica, capace di trasformare un semplice sorso in un'esperienza memorabile.