A Cantina di Venosa i vignaioli hanno iniziato a raccogliere le prime uve già il 10 agosto, ben due settimane prima rispetto allo scorso anno. È un record assoluto per l'azienda vitivinicola lucana: mai, dalla sua fondazione, si era assistito a una vendemmia così precoce. Le prime uve a essere raccolte sono quelle del Moscato, un vitigno particolarmente sensibile alle variazioni climatiche.
Cantina di Venosa: la vendemmia è iniziata con due settimane di anticipo
A determinare questo anticipo sono state diverse condizioni meteorologiche: un inverno mite, una primavera calda e l'assenza di precipitazioni hanno favorito una germogliazione anticipata di circa dieci giorni. L'estate, poi, caratterizzata da temperature elevate e siccità, ha accelerato ulteriormente i tempi di maturazione delle uve. L'anticipo della vendemmia è un fenomeno che si sta verificando sempre più frequentemente in tutto il mondo, a causa dei cambiamenti climatici. Tuttavia, questa situazione pone nuove sfide ai viticoltori, che devono adattare le loro pratiche agricole per garantire la qualità delle uve e dei vini prodotti.
«L'aspetto positivo però è che le uve attualmente sono di una qualità eccezionale poiché l'assenza di piogge ha evitato le patologie e i conseguenti interventi in vigna - afferma l'enologo di Cantina di Venosa, Donato Gentile -. Lo scorso anno al contrario c'è stato il problema della peronospora». Mentre il Moscato è stato il primo vitigno a essere raccolto, l'Aglianico del Vulture, il vitigno autoctono per eccellenza della zona, verrà vendemmiato a partire da fine settembre. Anche per questa varietà si prevede un leggero anticipo rispetto agli anni precedenti, ma i tempi di maturazione saranno comunque più lunghi rispetto al Moscato. «I nostri soci sono già al lavoro e noi li supportiamo tempestivamente con le informazioni e i dati disponibili grazie ai nostri sistemi di monitoraggio e rilevamento - afferma Francesco Perillo, il presidente di Cantina di Venosa. Un occhio al meteo è doveroso, la vendemmia è lunga, a fine settembre partiremo con la raccolta conclusiva dell'aglianico, il nostro gioiello, la varietà da cui otteniamo l'Aglianico del Vulture, il vino più pregiato e noto della Basilicata».
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