L'aumento del costo del vetro cavo per le bottiglie, con un incremento del 58% in 18 mesi, sta mettendo a rischio la competitività del vino italiano sia sul mercato nazionale che estero. Coldiretti e Filiera Italia sostengono che questa situazione è aggravata dalla diminuzione delle vendite del vino Made in Italy, che per la prima volta in oltre un decennio ha registrato una diminuzione del 1% in valore. La questione è stata portata all'attenzione dell'Autorità Garante della concorrenza e del mercato, che ha avviato un'istruttoria su una presunta intesa restrittiva nella vendita delle bottiglie di vetro.
L'aumento del costo del vetro cavo sta mettendo a rischio la competitività del vino italiano
Secondo un'analisi condotta dal Centro Studi Divulga su un campione di 300 aziende nel periodo dicembre 2021 - maggio 2023, la successiva diminuzione dei prezzi energetici non ha influenzato positivamente i costi del vetro, sebbene l'aumento dei costi nel 2022 fosse giustificato dai picchi dei prezzi dell'elettricità (543 euro per megawattora) e del gas (233 euro per megawattora). A causa di questi aumenti, le vendite all'estero, soprattutto negli Stati Uniti, principale mercato di sbocco del vino italiano, sono diminuite dell'8% nei primi sette mesi del 2023. Difficoltà che si presentano in un settore che è la principale voce dell'export agroalimentare italiano, con un valore di 7,8 miliardi di euro, e che deve affrontare anche il pesante taglio dei raccolti causato dai cambiamenti climatici. Il risultato è che, per la prima volta dopo sette anni, l'Italia ha perso la leadership come produttore di vino in Europa e nel mondo, con una produzione stimata di 43,9 milioni di ettolitri, in calo del 12% rispetto all'anno precedente, mentre la Francia è diventata il primo produttore con 45 milioni di ettolitri, in aumento dell'1,5% rispetto all'anno precedente.
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