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Vino italiano: Prosecco a +43% negli Usa e +117% in Cina. Bene anche i rossi

18 febbraio 2022 | 15:28
 

Vino italiano: Prosecco a +43% negli Usa e +117% in Cina. Bene anche i rossi

18 febbraio 2022 | 15:28
 

Prosegue la corsa dell’export italiano di vino, complice, secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, una “revenge spending” (si tratta del trend di consumo che segue momenti di crisi, in questo caso il Covid, ndr) nei Paesi terzi che ha visto assoluti protagonisti gli spumanti italiani.

Vino italiano: Prosecco a  43% negli Usa e  117% in Cina. Bene anche i rossi

Sugli scudi il mercato statunitense che ha visto lievitare di 1/3 la domanda a valore, con il Prosecco addirittura a +43%. Ma non è solo il primo mercato al mondo, dove anche lo champagne ha registrato nel post-lockdown una crescita di oltre il 50%, a registrare il boom di bollicine nei calici: in Cina, notoriamente consumatrice rossista, l’incidenza degli sparkling sui consumi globali è quasi raddoppiata, con il Prosecco che vola a +117% e con un export degli spumanti italiani in crescita del 33%. Per l’Osservatorio di Unione italiana vini e Vinitaly, gli sparkling tricolore volano anche in Canada (+23%), Svizzera (+11%) e Giappone (+5%).

Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: «La categoria che più ha sofferto l’emergenza ora è diventata il vero simbolo della reazione post lockdown. Ma non è da sottovalutare nemmeno la performance di capisaldi della nostra produzione come i rossi Dop piemontesi e toscani, che hanno chiuso l’anno negli Usa rispettivamente a +32% e a +26%, o i rossi siciliani che crescono in Canada del 52%. Due tra i Paesi maggiormente rappresentati attesi al prossimo Vinitaly, in programma dal 10 al 13 aprile».

Per il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti: «Gli spumanti del Belpaese si avviano a chiudere l’anno con un incremento del 30%. Su questa scia, trainata in particolare dal Prosecco, ci attendiamo una crescita anche di altre denominazioni di un fenomeno – quello delle bollicine - che presto supererà la soglia di un miliardo di bottiglie l'anno. Detto questo servirà fare attenzione al 2022, che si è aperto con insidie da non sottovalutare, a partire dal caro prezzi dato dall'escalation dei costi energetici fino all'attacco al vino sul fronte salutistico, basato su studi semplicistici che non possiamo condividere».

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