Dopo la brusca accelerazione di ottobre, a novembre 2022 l’inflazione, che rimane a livelli che non si vedevano da marzo 1984 (quando fu +11,9%), è stabile. A dirlo è l'Istat.
Nel mese di novembre 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’11,8% su base annua (come nel mese precedente e confermando la stima preliminare).
L’inflazione rimane stabile su base tendenziale a causa, principalmente, degli andamenti contrapposti di alcuni aggregati di spesa: da un lato rallentano i prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +79,4% a +69,9%), degli Alimentari non lavorati (da +12,9% a +11,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +7,2% a +6,8%); dall’altro accelerano i prezzi degli Energetici regolamentati (da +51,6% a +57,9%), dei Beni alimentari lavorati (da +13,3% a +14,3%), degli Altri beni (da +4,6% a +5,0%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,2% a +5,5%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,3% a +5,6%; quella al netto dei soli beni energetici sale da +5,9% a +6,1%.
Su base annua, i prezzi dei beni mostrano un lieve rallentamento (da +17,6% a +17,5%), mentre rimangono stabili quelli dei servizi (+3,8%); si ridimensiona, quindi, di poco, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -13,8 di ottobre a -13,7 punti percentuali).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano una modesta accelerazione su base tendenziale (da +12,6% a +12,7%); rallentano, al contrario, anch’essi di poco, quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,9% a +8,8%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici regolamentati (+4,2%), degli Energetici non regolamentati (+2,2%), degli Alimentari lavorati (+1,5%) e dei Beni non durevoli (+0,6%); in calo invece, a causa per lo più di fattori stagionali, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-0,2%).
L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8,1% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,7% su base mensile e del 12,6% su base annua (come nel mese precedente); la stima preliminare era +12,5%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,6% su base mensile e dell’11,5% su base annua.
«I prezzi di alcune componenti, che ne avevano sostenuto l’ascesa, tra cui gli energetici non regolamentati e in misura minore gli alimentari non lavorati, rallentano su base annua, mentre quelli di altre componenti continuano ad accelerare, tra cui gli energetici regolamentati e in misura minore gli alimentari lavorati - spiega l'Istat - Anche i prezzi del “carrello della spesa” accelerano ma di poco. Intanto, i prezzi all’ingrosso del gas hanno ripreso a salire nella seconda parte di novembre e pur restando lontani dai picchi del terzo trimestre rendono incerte le prospettive di un raffreddamento a breve termine dell’alta inflazione che ha caratterizzato finora l’anno in corso».
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