In Italia, soprattutto al nord dove le precipitazioni sono praticamente dimezzate (-45%), è sos per le semine primaverili di granoturco, soia, girasole, riso e trapianti di pomodoro nei terreni aridi per la mancanza dell’acqua necessaria alle coltivazioni per crescere. L'allarme è lanciato dalla Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi al primo trimestre del 2023 dai quali si evidenzia che in difficoltà è in realtà l’intera penisola dove è caduta in media il 15% di acqua in meno.
Sos per le semine primaverili al nord
Una situazione drammatica che provoca incertezza nelle campagne con le previsioni di un taglio di quasi 7500 ettari dei terreni coltivati a riso mentre per quanto riguarda il mais le prime stime segnalano una riduzione degli ettari seminati che nel nord Italia sarebbe di circa il 6%, mentre nel Centro arriverebbe a toccare il 10%. Sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità del centro-nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento. Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al granoturco per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ed i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello.
Il deficit idrico del Paese è drammatico dopo un 2022 che è risultato tra i più secchi della storia recente con gli effetti che sono evidenti nei grandi laghi dove le percentuali di riempimento vanno dal 41 % del lago di Como al 42% del lago di Garda la cui altezza è sui minimi storici del periodo mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,6 metri, come in piena estate, e si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.
«Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà» ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare che «per questo abbiamo elaborato con Anbi il progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura. Gli agricoltori - conclude Prandini - sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare».
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