Oggi, 27 marzo, è scattato il click day per la presentazione in via esclusivamente telematica delle domande per gli 82.705 lavoratori extracomunitari previsti dal cosiddetto "decreto flussi", pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 26 gennaio scorso. Il numero, superiore di circa 13mila unità rispetto alle 69.700 del 2022, è quello previsto dal nuovo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) di programmazione transitoria dei flussi. Dei nuovi ingressi, oltre la metà (44mila, contro i 42mila dello scorso anno) rappresentano le quote per il lavoro stagionale attese principalmente nelle aziende agricole, oltre che nel settore turistico alberghiero. Un numero, tuttavia, ancora basso secondo le maggiori organizzazioni agricole, secondo le quali nelle campagne servirebbero 100mila addetti.
In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere
In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere, con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi, rileva la Coldiretti, citando i dati del Dossier Statistico Immigrazione (Idos). Non esiste però, attualmente, una suddivisione delle quote di ingresso a livello territoriale, Sulla base delle esperienze degli ultimi anni, la Coldiretti indica che le regioni in cui si concentreranno le richieste di ingresso sono le stesse nelle quali si concentrano le coltivazioni stagionali che richiedono un grande impegno di manodopera. Fra queste ci sono il Trentino, soprattutto per la raccolta delle mele, il Veneto per la raccolta degli ortaggi e delle fragole, ormai imminente, il Friuli Venezia Giulia per la preparazione delle piantine di vite per i nuovi impianti, e la Campania per la coltivazione del tabacco e del pomodoro destinato alla trasformazione industriale. Anche la Confagricoltura indica una "crescita elevata" della manodopera in agricoltura di origine extracomunitaria, che rappresenta circa il 70% dei lavoratori. Tra i Paesi di provenienza predomina l'Africa, con Marocco, Tunisia, Senegal, Nigeria e Mali.
Rilevante anche la quota di manodopera non comunitaria proveniente dell'Est Europa, in particolare da Albania e Macedonia, e poi dall'Asia, con India e Pakistan.Sebbene gli arrivi attesi quest'anno superino quelli del 2022, per le organizzazioni agricole non sono comunque sufficienti rispetto alla domanda. Nelle campagne sarebbero necessari «almeno centomila giovani», rileva il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. «È una necessità - prosegue - da affrontare con un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge». Centomila è anche la cifra indicata dalla Confagricoltura, che da tempo ha chiesto una revisione del decreto flussi e secondo la quale, «malgrado l'aumento, rispetto allo scorso anno, delle quote del Decreto flussi, nelle aziende agricole mancheranno ancora lavoratori sufficienti per le operazioni tardo primaverili ed estive». Per il presidente dell'organizzazione agricola, Massimiliano Giansanti, «occorre almeno il triplo di manodopera disponibile e adeguatamente qualificata», considerando che si prevede un numero di domande superiore rispetto all'offerta.
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