Assoenologi si accoda alle richieste già avanzate dagli addetti ai lavori del settore vino: l'Unione europea non blocchi la ripresa. «Il vino è cultura e passione. Il vino è una delle icone più rappresentative del made in Italy nel mondo. E questo grazie soprattutto ai produttori e a noi enologi che abbiamo saputo dare una nuova impronta professionale, rendendo i prodotti sempre più alti sotto il profilo qualitativo. Rappresentare l'Associazione degli enologi ed enotecnici italiani, per me, è motivo di grande responsabilità, ma anche di immenso orgoglio». A dirlo è il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, in occasione del 75° Congresso nazionale dell'Associazione che si è aperto oggi a Verona, presso i locali di VeronaFiere e si concluderà nella mattinata di domenica 27 marzo.
«Il vino italiano – ha aggiunto il Presidente Cotarella – da circa 40 anni è il simbolo di un vero e proprio rinascimento del nostro Paese e da allora ha sempre recitato un ruolo di primo piano grazie anche a figure sempre più specializzate che hanno permesso di adottare principi viticoli ed enologici improntati alla cultura scientifica. Arriviamo a questo Congresso, in cui festeggiamo anche i nostri 130 anni di vita compiuti nel 2021, dopo due anni orribili segnati dalla pandemia da Covid 19 – ricorda il Presidente – E come se non bastasse, oggi siamo chiamati anche a vivere la tragedia della guerra che si sta combattendo in Ucraina. Momenti terribili per tutta l'umanità che ci procurano ansie e tensioni, ma non ci tolgono l'ottimismo e la speranza che presto usciremo da queste crisi.
«Il mio vedere il calice mezzo pieno non è un mero esercizio di estrema fiducia nel futuro, ma nasce dalla consapevolezza che il mondo del vino ha i giusti anticorpi per resistere anche alle crisi più profonde e l'ha saputo dimostrare proprio in questi anni così tribolati», ha detto ancora il Presidente Cotarella.
© Riproduzione riservata STAMPA