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Trump: «Dazi del 20% sulle importazioni dall'Ue». Colpiti anche cibo e vino

La decisione di Trump rischia di frenare l'export agroalimentare europeo negli Stati Uniti, colpendo eccellenze come olio, formaggi e vini. L'Italia, che vale un quarto del mercato, teme forti ripercussioni su lavoro, fatturati e immagine. Ora si attende la risposta concreta di Bruxelles, chiamata a reagire presto (evitando pericolose escalation)

02 aprile 2025 | 22:48
Trump: «Dazi del 20% sulle importazioni dall'Ue». Colpiti anche cibo e vino
Trump: «Dazi del 20% sulle importazioni dall'Ue». Colpiti anche cibo e vino

Trump: «Dazi del 20% sulle importazioni dall'Ue». Colpiti anche cibo e vino

La decisione di Trump rischia di frenare l'export agroalimentare europeo negli Stati Uniti, colpendo eccellenze come olio, formaggi e vini. L'Italia, che vale un quarto del mercato, teme forti ripercussioni su lavoro, fatturati e immagine. Ora si attende la risposta concreta di Bruxelles, chiamata a reagire presto (evitando pericolose escalation)

02 aprile 2025 | 22:48

«Oggi, per gli Stati Uniti, è il giorno della liberazione». Con questa frase ad effetto, pronunciata con il solito sorriso sicuro nel Giardino delle Rose della Casa Bianca, Donald Trump ha annunciato uno dei provvedimenti commerciali più discussi degli ultimi anni. Infatti, dal 3 aprile, quindi con effetto immediato (esattamente dalle ore 6 italiane), entrano in vigore nuovi dazi del 20% su tutte le importazioni provenienti dall'Unione europea. Per le automobili, la soglia sale addirittura al 25%. Ma a finire nel mirino, oltre a motori e tecnologia, sono inevitabilmente anche cibo e vino, con il made in Italy tra i più colpiti.

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Una misura destinata ad avere ripercussioni profonde anche sul fronte enogastronomico, con effetti a catena su export, rapporti internazionali e produzioni simbolo del made in Italy. Dalla reazione di Giorgia Meloni alle parole di Trump contro l'Ue, dai numeri dell'export agroalimentare ai dossier su vino, olio e la risposta di Bruxelles: ecco tutti i punti chiave.

Dazi Usa, Meloni: «Scelta sbagliata di Trump»

La decisione degli Stati Uniti di imporre dazi del 20% sulle importazioni dall'Unione europea ha suscitato reazioni immediate anche in Italia. «La considero una scelta sbagliata» ha commentato prontamente la premier Giorgia Meloni in un post pubblicato sui social.

Trump: «Dazi del 20% sulle importazioni dall'Ue». Colpiti anche cibo e vino

La premier Giorgia Meloni

«Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l'obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l'Occidente a favore di altri attori globali - ha aggiunto. In ogni caso, come sempre, agiremo nell'interesse dell'Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei».

Trump contro l'Ue: «Ci hanno saccheggiato per anni, sono patetici»

Formaggi, olio extravergine, salumi, pasta, bottiglie di bianco, rosso e bollicine: tutto ciò che da decenni racconta l'Italia nel mondo rischia ora di costare molto di più agli americani. E di perdere terreno sugli scaffali dei supermercati. Trump ha definito l'ordine esecutivo «storico», spiegando che fa parte di una strategia di dazi «reciproci» verso i Paesi che, a suo dire, si sono arricchiti «a spese degli Stati Uniti».

Trump: «Dazi del 20% sulle importazioni dall'Ue». Colpiti anche cibo e vino

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump

«Il nostro Paese è stato saccheggiato per anni, ma non accadrà più. Ora è il nostro turno di prosperare. Tornerà l'età dell'oro per noi» ha dichiarato davanti a giornalisti e collaboratori. E ancora: «Reciproche, significa che loro lo fanno a noi e noi lo facciamo a loro. Molto semplice». Poi l'affondo all'Ue: «Ci hanno derubati per anni, sono patetici».

La manovra, ricordiamo, colpirà pesantemente anche altri Paesi: 34% alla Cina, 24% al Giappone, 46% al Vietnam, 32% a Taiwan, 30% al Sudafrica, 31% alla Svizzera, 49% alla Cambogia, 32% all'Indonesia e 26% all'India. E poi 10% ad altri Stati (Gran Bretagna inclusa). Ma è l'Europa, e soprattutto l'Italia, come detto, a guardare con più preoccupazione. Le nostre eccellenze agroalimentari trovano infatti negli Stati Uniti uno sbocco di mercato fondamentale, secondo solo alla Germania: basti pensare che ogni 10 prodotti Made in Italy venduti nel mondo, uno è destinato al mercato americano.

I numeri dell'export agroalimentare italiano negli Usa

«Occorre il massimo impegno per evitare una guerra commerciale che sarebbe fortemente lesiva per l'Italia» ha avvertito Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia-Agricoltori italiani. Parole che riflettono il nervosismo crescente tra i produttori italiani.

Trump: «Dazi del 20% sulle importazioni dall'Ue». Colpiti anche cibo e vino

Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia-Agricoltori italiani

L'export agroalimentare verso gli Usa vale quasi 8 miliardi di euro, cioè il 25% di quello europeo. E tra i principali prodotti in uscita dai nostri confini, il vino recita il ruolo da protagonista con circa due miliardi di euro, seguito da olio (più di un miliardo), pasta (un miliardo) e formaggi (550 milioni). Negli ultimi dieci anni, poi, l'export agroalimentare italiano è passato da 28 a 70 miliardi di euro a livello globale. Una crescita costante, trainata proprio dalla qualità e riconoscibilità delle nostre produzioni.

Trump: «Dazi del 20% sulle importazioni dall'Ue». Colpiti anche cibo e vino

L‘Italia vale un quarto dell‘export agroalimentare europeo negli Stati Uniti

Per Cia, un intervento protezionistico come quello di Trump frenerà bruscamente questa tendenza, aprendo scenari problematici anche su altri mercati, che potrebbero essere invasi da prodotti inizialmente destinati agli Stati Uniti. A farne le spese sarebbe anche l'immagine del made in Italy, da anni alle prese con il fenomeno dilagante dell'Italian sounding.

Dazi Usa, per l'Italia in forte pericolo vino e olio

Il comparto vinicolo, come detto, è tra i più esposti. Gli Stati Uniti rappresentano infatti il primo mercato mondiale, con quasi due miliardi di euro di fatturato nel 2024. E alcune denominazioni dipendono in modo rilevante dall'export verso il mercato americano: i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, ad esempio, esportano negli Usa il 48% della produzione, per un valore di 138 milioni di euro. Seguono i vini rossi Dop della Toscana (40%, 290 milioni), quelli del Piemonte (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Numeri importanti, che i nuovi dazi rischiano di compromettere, favorendo l'ascesa dei competitor internazionali: dal Malbec argentino allo Shiraz australiano, dal Merlot cileno fino al “Prosecco” brasiliano.

Trump: «Dazi del 20% sulle importazioni dall'Ue». Colpiti anche cibo e vino

Il vino è il protagonista dell’export agroalimentare italiano negli Usa

Discorso simile per l'olio extravergine d'oliva. Negli ultimi dieci anni, l'Italia ha investito moltissimo per educare il pubblico americano al gusto e alla qualità dell'olio evo, e oggi il 73% dell'olio da tavola importato dagli Stati Uniti è proprio extravergine. Il nostro Paese è il primo esportatore, con il 34% del totale mondiale e un valore vicino al miliardo di euro solo oltreoceano. Ma con una guerra commerciale, anche in questo caso la concorrenza potrebbe approfittarne, con prodotti meno costosi (e spesso meno sani) come oli di semi o miscele locali.

Dazi Usa, un danno anche culturale per l'Italia. L'Ue: «Pronti a reagire»

Il problema, però, ricorda Cia, non è solo commercialeè infatti anche culturale, identitario. Perché questi prodotti non sono solo un valore economico, ma sono anche il racconto di un territorio, di una storia, di un saper fare che ci rende unici. L'Italia ha costruito negli anni un posizionamento forte nel mondo, proprio grazie a cibo e vino. E vedere quel lavoro messo a rischio da una manovra protezionistica non può lasciare indifferenti. Ora, quindi, si attende la risposta concreta di Bruxelles, che dovrà arrivare necessariamente presto (e che dovrà anche evitare escalation pericolose per l'economia dei Paesi membri). Al momento, la Commissione europea si è detta «pronta a reagire», come confermato dalla presidente Ursula von der Leyen.

Trump: «Dazi del 20% sulle importazioni dall'Ue». Colpiti anche cibo e vino

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen

«Ma siamo pronti a negoziare, non è troppo tardi - ha aggiunto. Finalizzeremo il primo pacchetto di contromisure sull'acciaio e prepareremo altri contro-dazi in caso di fallimento dei negoziati. Seguiremo con attenzione anche gli effetti indiretti che queste tariffe potrebbero avere, perché non possiamo assorbire la sovraccapacità globale né accettare il dumping sul nostro mercato. Come europei, promuoveremo e difenderemo sempre i nostri interessi e valori. E difenderemo sempre l'Europa. C'è una strada alternativa: non è troppo tardi per affrontare le preoccupazioni attraverso i negoziati. Per questo il nostro commissario per il Commercio, Maros Sefcovic, è costantemente impegnato con le sue controparti statunitensi. Lavoreremo per ridurre le barriere, non per aumentarle. Passiamo dal confronto al negoziato».

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