Nelle ultime settimane, il mercato dell'olio di palma ha subito un'impennata significativa, registrando rialzi importanti sia in Asia che in Europa. Dalla metà di settembre, il prezzo dell'olio di palma grezzo malese è aumentato di un notevole 22%, con un impatto diretto sui mercati europei, dove le quotazioni sono cresciute del 16% nello stesso periodo.
Crisi dell'olio di palma: le ragioni dell'aumento dei prezzi
Secondo gli esperti di Areté, questo incremento è dovuto principalmente a una combinazione di fattori, tra cui una domanda globale sostenuta e prospettive di offerta limitata dal sud-est asiatico. In particolare, la Malesia ha annunciato un aumento del dazio sulle esportazioni di olio di palma grezzo al 10%, misura che entrerà in vigore a partire dal 1° novembre. Parallelamente, l'Indonesia ha recentemente ribadito la sua intenzione di lanciare il programma B40 per il biodiesel, che utilizzerà una quota del 40% di olio di palma e che potrebbe espandersi al 50% entro la fine del 2025. Politiche che mirano, dunque, a incentivare l'utilizzo domestico di olio di palma nei rispettivi Paesi, con conseguente riduzione dell'offerta destinata ai mercati internazionali.
In Europa, inoltre, il contesto di mercato resta complesso, con i prezzi dell'olio di palma influenzati non solo dall'aumento dei costi logistici e delle tensioni geopolitiche, ma anche dalle incertezze normative. Uno dei temi principali è rappresentato dall'Eu deforestation regulation (Eudr), una normativa volta a garantire che i prodotti importati nell'Unione europea non contribuiscano alla deforestazione globale. Al momento, il Parlamento europeo è chiamato a votare, il 14 novembre, su un eventuale posticipo di 12 mesi dell'entrata in vigore del regolamento, rinvio che potrebbe dare più tempo ai produttori asiatici per conformarsi alle nuove disposizioni.
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