L'export agroalimentare italiano nel mondo ha raggiunto un record storico con un aumento dell'8,6% nei primi sei mesi del 2023, raggiungendo quasi 32 miliardi di euro in valore. Questo risultato è notevole considerando le tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina che hanno influenzato gli scambi mondiali di beni e servizi. I dati forniti dall'analisi della Coldiretti, basati sui dati Istat relativi al commercio estero di giugno 2023, rivelano un notevole aumento nel settore agroalimentare rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questo incremento è doppio rispetto al tasso generale di crescita delle esportazioni.
Record per l'export agroalimentare italiano nei primi sei mesi del 2023
Tra i principali partner commerciali, si è registrata una crescita particolarmente significativa delle esportazioni agroalimentari italiane in Francia, con un aumento del 15,5%. A seguire, si collocano la Gran Bretagna (+12,6%) e la Germania (+11,6%), che rimane comunque il principale mercato di sbocco per l'export italiano. Tuttavia, il cibo italiano ha avuto successo anche in altri mercati, come la Russia di Putin, dove le esportazioni agroalimentari sono cresciute del 10,5%, e in Cina (+3,2%). Nel panorama dei prodotti, il vino si conferma come il principale protagonista dell'export italiano, seguito da frutta e verdura fresca. Nel paniere dell'export agroalimentare italiano, svolgono un ruolo di rilievo anche la pasta, i formaggi, l'olio d'oliva e i salumi.
«Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo» ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. «Bisogna cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export. Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’Ice e con il sostegno delle ambasciate. L’obiettivo - ha concluso Prandini - è portare il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi nel 2030».
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