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In Italia l'autunno 2023 è il terzo più caldo mai registrato dal 1800

L'autunno del 2023 in Italia si è classificato finora come il terzo anno più caldo dal 1800, con una temperatura di settembre superiore di ben 2,17 gradi rispetto alla media storica del mese [...]

09 ottobre 2023 | 11:33
 

In Italia l'autunno 2023 è il terzo più caldo mai registrato dal 1800

L'autunno del 2023 in Italia si è classificato finora come il terzo anno più caldo dal 1800, con una temperatura di settembre superiore di ben 2,17 gradi rispetto alla media storica del mese [...]

09 ottobre 2023 | 11:33
 

L'autunno del 2023 in Italia si è classificato finora come il terzo anno più caldo dal 1800, con una temperatura di settembre superiore di ben 2,17 gradi rispetto alla media storica del mese (1991-2020). Questo è quanto emerge dall'analisi condotta dalla Coldiretti sui nuovi dati dell'Isac Cnr. Si evidenzia che l'anomalia climatica è stata addirittura di +2,57 gradi al nord, dove settembre appena trascorso si classifica al secondo posto. La natura è fortemente influenzata da questi cambiamenti climatici, con cicli di produzione sconvolti e raccolti decimati. Tuttavia, sui banchi dei mercati sono ancora presenti in abbondanza prodotti tipicamente estivi come albicocche, pesche, nettarine, susine, meloni (non solo quelli invernali, ma anche quelli lisci e retati), e persino angurie e fragole.

In Italia l'autunno 2023 è il terzo più caldo mai registrato dal 1800

L'autunno 2023 è il terzo più caldo mai registrato dal 1800 in Italia

Quest'anno, i cambiamenti climatici hanno provocato una diminuzione del 15% del raccolto di riso, del 10% del grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere. Anche la produzione di miele è scesa del 70% rispetto all'anno precedente, e si è registrato un calo del 12% nella vendemmia. Inoltre, la tendenza al surriscaldamento ha portato all'invasione di pericolose specie aliene, tra cui la cimice asiatica, il granchio blu, il cinipide del castagno, la Xylella, il moscerino dagli occhi rossi, il calabrone asiatico e la vespa velutina, che hanno causato danni significativi sia nei campi che nei mari, per un valore complessivo di oltre un miliardo di euro. In Italia, la tendenza al surriscaldamento si è accentuata negli ultimi anni, con il 2022, il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020 che si collocano tra gli anni più caldi degli ultimi due secoli. L'aumento delle temperature è stato accompagnato da eventi estremi come grandinate, trombe d'aria, bombe d'acqua, ondate di calore e tempeste di vento che hanno causato vittime e danni sia nelle città che nelle campagne. Si sta assistendo a una chiara tendenza alla tropicalizzazione, con una maggiore frequenza di eventi climatici violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense, e un rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti.

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Oltre al calo dei raccolti, il cambiamento climatico sta cambiando anche la distribuzione delle coltivazioni in Italia. Ad esempio, la coltivazione dell'ulivo è arrivata fino alle Alpi, nella Pianura Padana si coltiva ora circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserve e di grano duro per la pasta, colture tipiche del Mediterraneo, mentre i vigneti si sono estesi fino alle vette delle montagne. Al sud, sta avvenendo un boom nelle coltivazioni tropicali, come avocado, mango e banane. L'agricoltura è l'attività economica che subisce maggiormente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato nel contrastarli. Si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole, che devono adattarsi alle nuove condizioni climatiche e gestire in modo sostenibile le risorse idriche. Sono necessari investimenti, anche grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per la manutenzione, il risparmio, il recupero e la regolamentazione delle acque, nonché per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo e la ricerca e l'innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti.

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