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Dalla mucca alla pompa: ecco il primo distributore di biogas per rifornire le auto

25 novembre 2022 | 16:18
 

Dalla mucca alla pompa: ecco il primo distributore di biogas per rifornire le auto

25 novembre 2022 | 16:18
 

Per combattere il caro bollette e ridurre la dipendenza di gas dall’estero arriva il primo carburante green dalla… mucca alla pompa, valorizzando il ruolo dell’agricoltura nella transizione energetica del Paese in un momento di drammatica crisi. A darne annuncio è la Coldiretti in occasione della giornata conclusiva del XX Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma.

Una stalla  Dalla mucca alla pompa: ecco il primo distributore di biogas per rifornire le auto

Una stalla

Il primo distributore di biogas per il rifornimento delle auto è stato realizzato – spiega Coldiretti – nell’azienda agricola Bosco Gerolo, a Rivergaro, in provincia di Piacenza, un perfetto esempio di economia circolare a km zero. Dall’allevamento di mucche si ricavano non solo il latte e i formaggi che vengono venduti direttamente ai consumatori ma anche un biogas di qualità per la auto a metano.

I liquami e il letame prodotti in stalla dalle mucche – continua Coldiretti - vengono mescolati ai residui della lavorazione dei cereali per l’alimentazione degli animali, dalla paglia agli stocchi di mais, e messi a fermentare in un impianto che somiglia a una sorta di grande pentola a pressione. Il gas prodotto viene quindi trasferito in un impianto di upgrading dove viene completamente purificato e stoccato in grandi bombole che alimentano il distributore, capace di fare il pieno a 100 macchine al giorno mentre gli scarti vengono usati per concimare i terreni. Il primo distributore a km zero – rivela Coldiretti - sta riscuotendo un successo clamoroso con decine di automobilisti in fila per fare il pieno “a km zero”, peraltro molto più conveniente.  

L’esperienza piacentina è un esempio di come con lo sviluppo del biometano agricolo Made in Italy “dalla stalla alla strada” è possibile arrivare a produrre il 6% del fabbisogno di gas nazionale rispetto all’attuale 3%. Con il Pnrr sono stati stanziati 1,9 miliardi di euro per gli impianti biogas e biometano ed è ora necessario attivare i decreti attuativi, riducendo la dipendenza del Paese dall’estero e fermando i rincari che stanno mettendo in ginocchio le imprese. Attualmente sono oltre 2.000 gli impianti a biogas in Italia di cui l’80% in ambito agricolo, dove sono stati creati 12mila posti di lavoro per investimenti pari a 4,5 miliardi di euro.

Con gli aumenti di elettricità e gas, la promozione di rete energetiche alternative rappresenterebbe un contributo determinante alla transizione green ma anche per contrastare l’aumento dei costi per famiglie e imprese. In questo senso l’agricoltura gioca un ruolo strategico. Partendo, ad esempio, dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti – sottolinea la Coldiretti – è possibile arrivare alla realizzazione di impianti per la distribuzione del biometano a livello nazionale per alimentare le flotte del trasporto pubblico come autobus, camion e navi oltre alle stesse auto dei cittadini. In questo modo sarà possibile generare un ciclo virtuoso di gestione delle risorse, taglio degli sprechi, riduzione delle emissioni inquinanti, creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo della ricerca scientifica in materia di carburanti green.

Ma un aiuto importante potrebbe venire anche dal fotovoltaico pulito ed ecosostenibile senza sottrarre terra alle coltivazioni ma utilizzando solo i tetti proprio delle stalle, oltre che di cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole ma superando a livello europeo il limite dell’autoconsumo come barriera agli investimenti agevolati.

Il Pnrr ha stanziato 1,5 miliardi di euro, di cui il 30% è stato utilizzato con il primo bando. Servono ora correttivi per aiutare le imprese a fare questi investimenti e garantire energia al Paese. Dal prossimo 1° gennaio la normativa europea sugli aiuti di stato per il settore agricolo consentirà l’incremento delle percentuali di contributo pubblico dalle attuali soglie del 50% per le regioni del Sud e del 40% per il Nord, portando tutto al 65%. Ma ciò va assicurato anche a chi ha fatto già domanda.

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