Sono le aziende cerealicole le più colpite dai rincari record dei costi di produzione scatenati dalla crisi energetica per la guerra in Ucraina, che scontano aumenti dell'80%.
Seguono quelle di orticoltura e florovivaismo per i quali sono in media del 78%, seguiti dai frutticoltori, dove i rincari sono del 62%. È la classifica dei comparti agricoli più in sofferenza stilata per l'ANSA dalla Coldiretti su dati del Crea.
Staccati di poco dal podio, secondo Coldiretti, ci sono gli allevamenti di bovini da latte (+60%) e l'olivicoltura (+55%), che precedono i settori ovini e avicoli, rispettivamente al +54% e al +45%, mentre per il vino l'aggravio è del 41%.
Tra i mezzi di produzione, secondo la Coldiretti, gli incrementi maggiori si registrano per i fertilizzanti (+250%), davanti a gasolio (+110%), mangimi (+95%), noleggi (+45%) e fitosanitari (+15%). Il risultato è che oltre 1/3 delle aziende agricole (34%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, mentre più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell'attività. Ma aumenti riguardano l'intera filiera alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, mentre ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l'analisi Coldiretti.
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