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Sos export in Gran Bretagna, a rischio 3,6 miliardi di Made in Italy agroalimentare

28 settembre 2021 | 11:38
 

Sos export in Gran Bretagna, a rischio 3,6 miliardi di Made in Italy agroalimentare

28 settembre 2021 | 11:38
 

Gli effetti della Brexit con la carenza di autotrasportatori mettono in pericolo 3,6 miliardi di valore annuale delle esportazioni agroalimentari Made in Italy in Gran Bretagna che nel 2021 per la prima volta da almeno un decennio risultano in calo (-2%). Questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento alle difficoltà di approvvigionamento Oltremanica per benzina e cibo con le crescenti preoccupazioni per le tavole di Natale.

In Gran Bretagna a rischio 3,6 miliardi di export agroalimentare Made in Italy Sos export in Gran Bretagna, a rischio 3,6 miliardi di Made in Italy agroalimentare

In Gran Bretagna a rischio 3,6 miliardi di export agroalimentare Made in Italy

 

«La Gran Bretagna - sottolinea la Coldiretti - si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Dopo il vino, con il Prosecco in testa, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Uk ci sono i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, dei salumi e dell’olio d’oliva. Importante anche il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano».

Già nei primi sei mesi del 2021, però, i flussi verso il Regno Unito avevano cominciato a declinare (a fronte di un aumento del +12% a livello globale). A pesare è stato sopratutto il calo delle spedizioni dall'Italia di pasta (-27%), salsa di pomodoro (-14%), formaggi (-6%), vini e spumanti (-2%). A frenare l'export Made in Italy sarebbero le difficoltà burocratiche e amministrative che interessano le nuove procedure doganali e riguardano anche l’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli alla frontiera.

A tutto ciò, inoltre, si aggiunge la mancanza di trasportatori. La Gran Bretagna, infatti, produce appena la metà del proprio fabbisogno agroalimentare ed è costretta a importare il resto: dall'Ue arriva il 30%. «Il problema riguarda - precisa la Coldiretti - soprattutto prodotti deperibili come la frutta e verdura che per circa 1/3 viene dall’Unione Europea con oltre 250 milioni dall’Italia lo scorso anno».

Le difficoltà nei rapporti tra Gran Bretagna e Unione Europea rischiano peraltro di favorire l’arrivo di cibi e bevande extracomunitarie non conformi agli standard sicurezza Ue ma anche contraffazioni e imitazioni dei prodotti alimentari Made in Italy, dal Parmigiano al Chianti. «Si tratta purtroppo di un rischio reale come dimostrano - sottolinea la Coldiretti - le vertenze Ue del passato nei confronti di Londra con i casi della vendita di falso Prosecco alla spina o in lattina fino ai kit per produrre in casa finti Barolo e Valpolicella o addirittura Parmigiano Reggiano».
 

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