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Bufala Campana
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Contro la Xylella, via libera al reimpianto di specie diverse dall'ulivo

21 dicembre 2021 | 18:33
 

Contro la Xylella, via libera al reimpianto di specie diverse dall'ulivo

21 dicembre 2021 | 18:33
 

Luce verde sulla pratica dei reimpianti per battere la Xylella. La possibilità di piantare altri tipi di coltivazioni al posto degli ulivi devastati dal batterio è «importante per dare un futuro all’economia agricola della Puglia ed evitare la desertificazione del territorio e il rischio che un virus alieno azzeri il patrimonio produttivo», ha commentato la Coldiretti.

La Xylella in Italia ha già colpito 8mila km quadrati di coltivazioni Contro la Xylella, via libera al reimpianto di specie diverse dall'ulivo

La Xylella in Italia ha già colpito 8mila km quadrati di coltivazioni

 

A dare il via libera a questa pratica è stato l'emendamento alla Legge di Bilancio approdata oggi all'esame in Senato che permette di piantare specie diverse dall'ulivo in dergoga ai vincoli paesaggistici e ambientali.

La Xylella è arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall’America latina e fino a oggi ha infettato oltre 8mila chilometri quadrati con oltre 21 milioni di ulivi colpiti, molti dei quali monumentali, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva. Il batterio avanza al ritmo di 2 chilometri al mese e, dopo aver devastato gli ulivi del Salento, minaccia la maggior parte del territorio Ue dove sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo.
 
«Gli agricoltori pugliesi sono senza reddito da 7 anni, con un trend che rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il "disastro colposo" nel Salento. Se non esistono cure per salvare gli ulivi infetti da Xylella, unica strada è la convivenza con il batterio attraverso la pratica dell’innesto con varietà resistenti per salvaguardare un prodotto millenario alla base della Dieta Mediterranea proclamata patrimonio dell’Unesco», ha ricapitolato la Coldiretti.

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