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A rilento le vaccinazioni. Il tasso di contagio scende al 13,8%

03 gennaio 2021 | 17:45
 

A rilento le vaccinazioni. Il tasso di contagio scende al 13,8%

03 gennaio 2021 | 17:45
 

È salito ad 84.027, secondo i dati ufficiali aggiornati alla tarda mattina, il numero degli italiani vaccinati contro il Covid 19. Il Lazio, con 17.374 vaccinati, è la regione con il più alto numero di somministrazioni in assoluto; mentre la Provincia Autonoma di Trento è in testa alla classifica per quanto riguarda la percentuale dei vaccinati (45,1%) sul numero di dosi consegnate (4.975). Il 27 dicembre sono state consegnate 9.750 dosi di vaccino, interamente somministrate.
Dal 30 dicembre al 1 gennaio sono state consegnate altre 469.950, in corso di somministrazione. L'Italia è seconda in Europa, dopo la Germania, per numero di vaccinati. In compenso, a parte la Francia che è molto peggio di noi, all'estero si prosegue a ritmo decisamente più elevato: tralasciando Israele, che ha vaccinato oltre l'11% della popolazione, dall'Inghilterra alla Germania, passando per Polonia e Croazia, molti stanno facendo meglio dell'Italia, che finora ha coperto lo 0,08% dei cittadini (ma va tenuto conto che al momento il vaccino non è previsto sotto i 16 anni).
Intanto sono state superate le 75 mila vittime totali dall’inizio dell’epidemia. Più contagi con più tamponi (102.974), ma il tasso di positività scende al 13,8% dal 17,6% di sabato, a conferma dell’inattendibilità dei dati del fine settimana. I nuovi casi sono stati 14.245, mentre i decessi sono stati  347.
Le persone guarite o dimesse sono 1.503.900 complessivamente: 14.746 quelle uscite oggi dall’incubo Covid, e gli attualmente positivi sono 576.214.

Tornando ai vaccini, a parte il viceministro Sileri che assicura che saranno tutti disponbili entro giugno, la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, avverte che «occorre una poderosa accelerazione. le regioni devono mettersi a correre: nessuna dose utilizzabile può attendere di essere usata anche solo per qualche ora. Usiamo anche le ore serali ma corriamo. Presto arriverà anche Moderna». «Il ritmo a cui il vaccino viene somministrato in questi primi giorni è davvero preoccupante», denuncia Italia Viva. Mentre in Lombardia i partiti di opposizione, Pd e M5S, attaccano la giunta Fontana parlando di "confronto disarmante con altre Regioni". «Polemiche pretestuose», è la replica dell'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, e Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, predica pazienza: «Mi metterei a guardare tra qualche giorno e qualche settimana, non minuto per minuto».
Dai racconti di chi si occupa della campagna vaccinale sui territori, però, emergono chiaramente le ragioni di questa partenza a rilento. Innanzitutto ci sono problemi nel reclutamento di dottori e infermieri: in diversi punti vaccinali il personale, anche alle prese con l'attività legata ai tamponi, è pronto a fare i doppi turni mentre in altri è stato necessario richiamare medici in pensione o ricorrere a volontari. Le difficoltà principali si verificano dove già prima scarseggiava il personale dedicato alle vaccinazioni tradizionali.

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