"Caro presidente Solinas, sentiti i membri del Comitato tecnico scientifico, le confermo che a parere del Comitato l'ordinanza 27 (riguarda il commercio al dettaglio, le attività balneari, i servizi di somministrazione di alimenti e bevande, ndr) è condivisibile, salvo cambiare ovunque le distanze interpersonali portandole ad almeno 2 metri e la non autorizzazione di fiere e sagre, che il Cts ritiene molto pericolose visto il possibile arrivo di numerosi turisti". Il parere, che Repubblica ha potuto leggere, risale al 2 giugno scorso. Porta la firma dell'infettivologo Stefano Vella.
A metà luglio, quando sull'isola i turisti sono arrivati e a frotte, Solinas riapre le sagre e le fiere. Decisione che ribadisce con la proroga del 13 agosto, nel pieno della settimana preferita dai vacanzieri. Pochi giorni dopo, la scoperta dei focolai "d'importazione" in Costa Smeralda.
A riprova che il rapporto tra il governatore Christian Solinas e il Cts sardo da lui stesso nominato sia stato conflittuale non ci sono solo le dimissioni di tre dei suoi quattro componenti. Ultima, quella di tre giorni fa dell'epidemiologo Giovanni Sotgiu, che ha lasciato l'incarico per "il venire meno del rapporto di fiducia". C'è anche la mail del 2 giugno. A differenza di quella del 6 agosto indirizzata ai vertici della Sanità regionale (assessore compreso) in cui i quattro professori lanciavano l'allarme sull'ipotesi della riapertura delle discoteche, questa viene inviata direttamente all'ex senatore leghista e attuale governatore. Quindi non può dire di non sapere, come invece ha fatto per l'altra nell'intervista rilasciata a Repubblica il 12 novembre.
E' una lettera che dimostra due cose. La prima.
Quando il Cts sardo si esprimeva collegialmente, lo faceva con mail spedite da uno solo dei componenti che, però, parlava a nome di tutti. E' il Cts nella sua interezza a non autorizzare la ripresa di fiere e sagre, ipotesi evidentemente già agli inizi di giugno presa in considerazione dalla giunta di centrodestra. Dunque la mail dell'11 agosto firmata dal solo Vella, il quale specifica di non essere riuscito a sentire tutti i componenti del Cts, la mail, per intenderci, con l'ok al testo dell'ordinanza 38 sulla riapertura delle discoteche, non è assimilabile a un vero parere del Cts. Peraltro mai convocato per analizzare il provvedimento tanto caro al governatore, talmente caro da essere firmato un'ora prima che il Consiglio regionale sardo si esprimesse sul punto.
La seconda. Non è realistica la narrazione accreditata dai sostenitori del governatore che vuole un Solinas sempre rispettoso dei pareri del Cts sardo. La lettera del 2 giugno in cui gli scienziati si dicono contrari alla ripresa di sagre e alle fiere, ritenute "pericolose visto l'arrivo dei turisti" nonostante in quel momento la curva epidemiologica sia in apparenza sotto controllo, ne è la riprova. Del resto, l'orientamento del Cts per statuto non è vincolante. Le ordinanze di Solinas sono scelte politiche. Quella sulle sagre e le fiere di metà luglio, inoltre, è compatibile con le "Linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative" stilate dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome. Solo che, in Sardegna, i quatto scienziati avevano detto no.
Difficilmente le inchieste giudiziarie per epidemia colposa, aperte a Cagliari e Tempio, arriveranno ad ipotizzare una responsabilità penale a carico di Solinas. Secondo indiscrezioni riportate dall'Ansa, la procura di Cagliari ritiene la mail di Vella dell'11 agosto una copertura sufficiente per non incorrere in contestazioni penali. Si vedrà. Resta però la responsabilità politica di scelte fatte contro il parere del Comitato tecnico scientifico.
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