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Bufala Campana
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The Coat Club, una via della seta enogastronomica tra le montagne d'Abruzzo

A Cepagatti, un borgo abruzzese di poche anime, il cuoco Mirco D'Amico punta a proposte senza confini basate sull'autenticità dei sapori che sanno restare tali anche nel gioco della fantasia

di Mariella Morosi
 
27 ottobre 2022 | 05:00

The Coat Club, una via della seta enogastronomica tra le montagne d'Abruzzo

A Cepagatti, un borgo abruzzese di poche anime, il cuoco Mirco D'Amico punta a proposte senza confini basate sull'autenticità dei sapori che sanno restare tali anche nel gioco della fantasia

di Mariella Morosi
27 ottobre 2022 | 05:00
 

L'orgoglio dell'alta cucina internazionale non abita solo nelle grandi città e ancor prima di essere sostenuto da stelle o forchette trova la sua prima affermazione nel gradimento di chi la gusta. A Cepagatti (Pe), un borgo abruzzese di poche anime tra la montagna e il mare, c'è chi ha scommesso su una ristorazione di livello con tutte le suggestioni d'Oriente trasferendovi le emozioni di tanti viaggi e affidando le chiavi della cucina ad un giovane cuoco di solida formazione con la passione del Giappone. Si tratta di Mirco D'Amico, che punta a proposte senza confini basate sull'autenticità dei sapori che sanno restare tali anche nel gioco della fantasia.

The Coat Club, una via della seta enogastronomica tra le montagne d'Abruzzo

Il salotto di The Coat Club


La via della seta in Abruzzo

Qui, al The Coat Club, il successo è subito arrivato e nella grande terrazza verde quasi sospesa, si rinnova la magia di una proposta nuova, frutto di un'evoluzione contemporanea guidata da conoscenza, consapevolezza e ricerca, un bagaglio che non esclude la territorialità ma anche tutto il buono che il mondo sa offrire. E c'è anche il passato che, in cucina come altrove, può far capire il presente.


A volere tutto questo, affrontando più una sfida che un progetto di un investimento, sono stati Elena e Gianni Tonon, imprenditori dell'alta moda che girando l'Oriente in lungo e in largo alla ricerca di tessuti e stili, hanno voluto riproporre i loro viaggi dell'anima in una sorta di Via della Seta. Oggetti e opere d'arte anche monumentali, alternati in una apparente casualità a quelli di design contemporaneo, segnano tutto il percorso dall'ingresso sulla strada fino al roof garden e al ristorante.

Mirco D'Amico The Coat Club, una via della seta enogastronomica tra le montagne d'Abruzzo

Il cuoco Mirco D‘Amico


Anche l'interno, con il salotto e il bar, è un ambiente a parte in cui quello che può essere considerato uno stile eclettico offre una sorprendente e armonica continuità di lettura. È un mondo condensato, quasi una sintesi di esperienze, a cui si affianca l'appeal internazionale del buon mangiare e del buon bere e un'accoglienza speciale, con la garbata presenza del personale di sala guidato da Manuel di Michele.

 


Viaggio nel gusto di Mirco D'Amico

Ma qui si viene anche e soprattutto per un viaggio enogastronomico e, sorseggiando l'aperitivo o il calice di Prosecco dello start, offerto dal bar manager Tommaso Mauro, il viaggio può cominciare ispirandosi alla carta. Il cuoco Mirco D'Amico, pescarese, è sempre impegnato in cucina, ma disponibile con gli ospiti che spesso lo chiamano al tavolo per complimentarsi. Ma come ogni cuoco conosce bene il valore di una critica o della perplessità sulla composizione di un piatto o su un ingrediente esotico poco riconoscibile.

The Coat Club, una via della seta enogastronomica tra le montagne d'Abruzzo

Il barman Tommaso Mauro


Il The Coat Club rappresenta il suo è un ritorno a casa, dopo tante esperienze all'estero e in grandi cucine stellate. Dall'inizio, enfant prodige in famiglia, era consapevole di non poter resistere al richiamo della cucina, ma anche di come fosse indispensabile una vera formazione. E così, arriva partenza per le solite tappe: scuola alberghiera, stages, piccoli contratti, stagioni. Ma dopo aver conquistato tutti i saperi della cucina di tradizione abruzzese di terra e di mare, decide di andare oltre: impresa non facile per un ragazzo di 20 anni che può contare solo sua grinta.


Vengono così le cucine blasonate di St Moritz, del Lido di Cesenatico con Vincenzo Camerucci, della Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni e del Pellicano di Porto Ercole. Diventa poi "milanese" per molti anni, lavorando in locali innovativi e cosmopoliti, come il sudamericano El Porteño. A formarlo poi nelle vere suggestioni d'Oriente è il gruppo Buddha-Bar in Kazakistan e poi, determinante per l'imprinting definitivo, un'importante collaborazione in Giappone. Rientra poi a Milano e si sente pronto per la sua proposta esotica prima al Tenoa e poi come executive chef presso il Dhole, osando autentiche provocazioni come il dim-sum farcito di ossobuco o il risotto alla milanese con riso soffiato, peraltro ben recensite. Ma anche questo fa parte di un processo evolutivo coinvolgente. Il percorso è anche segnato dall'esperienza di un locale tutto suo, a Pescara, durato tre anni, con una carta in cui il prodotto locale si veste da internazionale. Ma qui, al The Coat Club, i titolari gli hanno dato carta bianca e può finalmente e pienamente esprimersi in quella che chiama «la mia cucina libera».

The Coat Club, una via della seta enogastronomica tra le montagne d'Abruzzo

The Coat Club, regno anche dei cocktail


Il menu autunnale

Questo il menu degustazione, quasi una sintesi della sua offerta e, dato il periodo, autunnale: Come amouse bouche, arrivano il Rombo kobujime (marinato con alga kombu) su cialda di tapioca e salsa di pompelmo bruciato, la Sarda in saor, l'Insalata di alghe con salsa al sesamo e il Tataki di tonno con hummus di Tondini del Tavo e tobiko al wasabi. A seguire ancora piccoli deliziosi assaggi come Carpaccio di manzetta abruzzese con cardamomo e pepe di Sichuan servito su Crystal Bread, Sgombro shimesaba (la marinatura) con maionese alla soia, caviale di Black Cod e blinq-blossom e Triglia nambazuke (altra marinatura), piatto che nel 1600 i portoghesi portarono in Giappone. L'abbinamento è stato con Champagne Veuve-Clesse Balck Label 100% Pinot Monnier.


Poi ecco i piatti di carne e di pesce: Brodetto-yam (con pescato Adriatico: leccia, scorfano, razza, seppia, canocchia), patata dolce, fungo orecchio di Giuda. Brodo base crostacei, cocco, lemongras, piccante e spezie; Caprese asiatica (silken tofu, Daikon fermentato, pomodorino, avocado, salsa sesamo), Raviolo di cristallo ripieno di branzino su stracciatella, porro nero fermentato abruzzese e prezzemolo, abbinato a cocktail Hoshiroi, Biang biang (tagliarella larga a cinese) con ragù di manzetta abruzzese, arachidi e cruditè di verdure, abbinato a cocktail Hoshiroi e Ombrina shogayaki (che vuol dire in salsa di zenzero saltato) servita con cavoletti variopinti.


Contaminazioni con le tipicità abruzzesi

Arriva poi il momento delle contaminazioni, delle tipicità abruzzesi ma by Mirco: Pecora the coat-ora (gioco di parole) servita in salsa teriaki, patate, carote e cipolla. Questa carne, nella regione della transumanza, è cucinata alla callara (nel teramano), alla cottora o cutturo (nell'aquilano) o ajo e cotturo (nella Marsica). Forse è la più antica ricetta tipica della tradizione abruzzese, diffusa soprattutto nella fascia montana, in particolare nell'area marsicana, nella conca aquilana e nella zona dei Monti della Laga. Non mancava neppure un altro must locale: il Maialino nero d'Abruzzo ma alla Mao Tse Tung. Cotto con tutta la pelle e lo strato di grasso, era il piatto preferito del Grande Timoniere cinese.


Food sharing di dolci, a conclusione: Bianco mangiare alle mandorle armelline, olio essenziale di rosa, melograno e cioccolato bianco, Namelaka al gianduia e pepe di Sichuan ripiena di arancia e gelato al peperone di Altino.


Esotismo anche nel pane: soffice di Hokkaido e sotto forma di bao, confezionto con grani antichi abruzzesi e accompagnato da extravergine da cultivar Dritta e Leccino dell'oliveto dei Tonon. Gli abbinamenti studiati da Tommaso Mauro: Champagne Veuve-Clesse Balck Label 100%, incursione marocchina con un Pinot Monnier e Tandem 100% Syrah e una serie di vini d'Abruzzo, dal Trebbiano al Cerasuolo, tutti di piccole cantine di livello. Degustato anche un vino del Marocco scoperto da Gianni Tonon, che ne ha fatto scorta: è un elegante Tandem 100% Syrah.

 


The Coat Club
Via Lazio - 65012 Cepagatti (Pe)
Tel 08 54458902

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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