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Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

I Castelli Romani, con le loro ville storiche, parchi e panorami suggestivi, offrono esperienze uniche, tra cui visite a Frascati, al Parco Astronomico Gratton e a Villa Aldobrandini. È possibile esplorare il territorio in bici o in auto, soggiornando in eleganti strutture storiche e immergersi nella tradizione gastronomica legata a Ugo Tognazzi

di Ornella D’Alessio
30 marzo 2025 | 05:00
Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera
Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

I Castelli Romani, con le loro ville storiche, parchi e panorami suggestivi, offrono esperienze uniche, tra cui visite a Frascati, al Parco Astronomico Gratton e a Villa Aldobrandini. È possibile esplorare il territorio in bici o in auto, soggiornando in eleganti strutture storiche e immergersi nella tradizione gastronomica legata a Ugo Tognazzi

di Ornella D’Alessio
30 marzo 2025 | 05:00

I Castelli Romani, nei suggestivi Colli Albani, offrono una via d’uscita dalla Capitale. Un tempo luogo di villeggiatura per le famiglie nobiliari e i papi, oggi il territorio è tutelato dal Parco Regionale dei Castelli Romani, che offre numerosi itinerari escursionistici e culturali, adatti a tutti i livelli. Con 17 comuni da esplorare, è possibile percorrere sentieri a piedi o in bicicletta per scoprire non solo la bellezza dei paesaggi vulcanici e dei laghi, ma anche le eccellenze enogastronomiche della tradizione romana. L’area protetta di 1.500 ettari ospita una grande varietà di fauna selvatica, tra cui tassi, martore, falchi pellegrini, istrici e il lupo, fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema.

Frascati, dal Parco Astronomico Gratton a Villa Aldobrandini e Villa Torlonia

«A primavera e in estate il cielo del nostro emisfero si anima di tante costellazioni, gruppi di stelle che formano delle figure immaginarie che noi vediamo vicine ma in realtà sono distanti tra di loro anche anni luce. Sono sempre visibili a occhio nudo, meglio se in prossimità di zone prive di inquinamento luminoso, molto rare da trovare vicine alle città. Una location speciale per l’osservazione del cielo è il Parco Astronomico Gratton di Rocca di Papa, a una trentina di chilometri dalla capitale, uno dei luoghi più bui del Lazio e tra i più bui vicino a una metropoli», spiega Selene Dall’Olio, astronoma dell’Associazione Tuscolana di Astronomia. È la campagna romana elegante a sud-est della Capitale, meta delle gite fuoriporta più tradizionali per gli abitanti dell’urbe. «Facili da vedere - continua la Dall’Olio - sono il cane maggiore, la lira, il bootes (la cui particolarità è la stella Arturo, visibilmente rossa), l’orsa maggiore (che aiuta a trovare il nord) e guardando verso sud le costellazione del cancro, del leone e delle vergine».

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

Villa Aldobrandini

A Frascati si coglie la quint’essenza dei Castelli Romani o Colli Albani, senza trascurare l’area archeologica né quella ambientale, dove tra le sontuose residenze patrizie tardo rinascimentali e barocche brilla la scenografica Villa Aldobrandini, unica per la ricchezza dei complessi sistemi idraulici di cui il parco era dotato e del giardino segreto all’italiana.  Si rivive la pomposità dell’epoca nell’osservare il teatro dell’acqua, sul retro della villa, anche se non è più funzionante e, magari con l’aiuto delle spiegazioni di una guida si percepisce la ricchezza dei complessi sistemi idraulici di cui il parco era dotato. Sempre sul retro s’intravede dal cancello il giardino segreto all’italiana. Girando intorno alla villa si raggiunge il belvedere con una bella prospettiva sul vecchio ingresso principale della dimora, ora in disuso, Frascati e Roma fino alla Vela di Santiago Calatrava, simbolo dell’incompiuta città dello sport. Scendendo a piedi verso piazza Marconi, sulla destra si aprono le Scuderie Aldobrandini, restaurate dall’architetto Massimiliano Fuksas. All’interno in un sapiente gioco tra design ultramoderno e valorizzazione dell’architettura originale sono disposti reperti archeologici di epoca repubblicana, imperiale e medioevale (momentaneamente chiuso al pubblico).

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

Un obelisco del parco di Villa Torlonia

Sempre a piedi, in pochi minuti , si raggiunge  il parco comunale di Villa Torlonia. In realtà poco o nulla resta di autentico a parte le nicchie della fontana, non più funzionante, che ospitavano i giochi d’acqua. La passeggiata prosegue verso la monumentale facciata della Cattedrale, all’interno distrutta nella seconda guerra mondiale, mentre la secentesca chiesa del Gesù conserva vari affreschi di Giovanni Battista Gaulli, detto Baciccia, e  altre opere di rilievo nelle sei cappelle laterali. La strada più esterna che costeggia Frascati, via Regina Margherita detta dai frascatani via Pensa ( perché sospesa) o mura del Valadier, anche se in realtà le progettò solo parzialmente e furono realizzate circa un secolo più tardi, si affaccia sui Monti Prenestini.  Domenica 11 maggio e domenica 15 giugno le Scuderie ospitano l’evento "Tra anfore e calici", un percorso integrato tra tre musei: il Museo tuscolano scuderie Aldobrandine,  da dove si parte alle 11,  si prosegue verso il Museo del vino di Monte Porzio Catone (12,30) - nato dal recupero della vecchia stazione ferroviaria con l’obiettivo di valorizzare  e promuovere i vini del territorio, aperto lunedi, giovedi, venerdi (16/ 20) e sabato (10/13 e 16/21) -  con una degustazione di vini locali e racconto della tradizione vitivinicola dei Castelli Romani e si chiude (15:30) al Museo dell’Olio di Villa Cavalletti a Grottaferrata, con una degustazione di olii extravergine di oliva del territorio e approfondimenti sulla produzione e la cultura dell’olio.

Castelli Romani in bici: da Frascati ad Albano Laziale

Da Frascati si può partire in bici o in ebike per il grande anello dei Castelli Romani. Almeno la prima volta sarebbe meglio farlo con una guida (come ad esempio Mario Federici, guida turistica FCI): le indicazioni quasi inesistente hanno facilitato la nascita spontanea di numerose varianti possibili al percorso, anche per scelta da parte di chi l’ha studiata nel 2018.  La peculiarità della forma ad anello offre ai ciclisti molteplici punti d’accesso raggiungibili dalle stazione di Frascati, Marino, Albano Centro, Castel Gandolfo, Lanuvio, Velletri (con una variante di 16 chilometri) e dalla stazione Pantano- Monte Compatri della linea C della metropolitana di Roma.

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

I Cisternoni rifornivano l’accampamento della II Legione Partica

È un tracciato bellissimo modellato dalle varie eruzioni che hanno creato rilievi, vallate, monti e laghi. Si passa per Nemi , forse il più pittoresco borgo dei Castelli Romani, poi si punta in direzione di Albano Laziale. L’origine dell’antico borgo è raccontata dai Cisternoni che rifornivano l’accampamento della II Legione Partica, in grado di contenere 10 mila metri cubi d’acqua e ancora funzionanti. Si tratta di due cisterne contigue a pianta semi-rettangolare, divise in cinque navate con volte a botte, sorrette da 36 pilastri. Un’opera di enormi dimensioni (lunga 47,90 m. da un lato e 45,50 m. dall’altro e larga 29,62 m. da un lato e 31,90 m.) alimentata da condotte romane che veicolano l’acqua sorgiva raccolta lungo il perimetro del cratere vulcanico del lago Albano. Entrando nei cisternoni dall’alto l’effetto scenografico è forte, se non c’è acqua è anche possibile scendere. I Cisternoni fanno parte di un più ampio circuito archeologico sui Castra Albana che comprende anche l’anfiteatro Severiano (III secolo dopo Cristo), che poteva accoglie fino a 16 mila spettatori, facilmente raggiungibile a piedi dal centro di Albano. In parte scavato nella pietra e in parte realizzato in muratura fino a raggiungere gli originali 22 metri di altezza. Nel Medio Evo venne trasformato in cava e poi in cimitero cristiano. 

Castelli Romani in auto: da Villa Falconieri all’Abbazia di San Nilo

Da Frascati con l’auto si sale all’area archeologica del Tuscolo, passando per Villa Falconieri, oggi sede dell’Accademia Vivarium Novum. La storia della villa è forse tra le più travagliate, legata a passaggi di proprietà e rifacimenti, distruzioni e ristrutturazioni, ma nel salone d’ingresso fa ancora bella mostra di sè  l’omaggio a Venere di Niccolò Berrettoni con i personaggi della famiglia Falconieri. La visita permette di apprezzare le opere di Ciro Ferri e di Pier Leone Ghezzi in altre sale. Seguendo le indicazioni lungo una strada alberata, si passa davanti alla Villa Tuscolana,  ed ecco il parcheggio dell’area archeologica del Tuscolo. Lasciata l’auto s’imbocca un pezzo di strada originale basolata, l’antica via dei Sepolcri, che sfuma poi in un sentiero che raggiunge l’area monumentale con i resti dell’antica città di Tusculum, urbe latina precedente a Roma. Qui si visitano gli edifici del foro e il teatro romano (75 a. C), che in estate ospita attività culturali. Il momento migliore per salire è il crepuscolo, lo sguardo spazia fino al litorale romano, Rocca di Papa e sulla valle latina, interna al grande cratere vulcanico, dove un tempo passava l’antica via latina (oggi Tuscolana).

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

L'Abbazia di San Nilo

Scendendo lungo la tortuosa via della Molara che taglia pinete e boschi ( dove Quattroruote per circa 20 anni ha fatto le prove in salita)  si arriva a Grottaferrata che deve la sua origine alla fondazione del bellissimo Monastero Esarchico di S. Maria, noto come Abbazia di San Nilo (orario 6:30-12:30 e 15:30-19:30) che segue lo stesso rito bizantino italo-greco della chiesa di Costantinopoli, eretta sulle terre regalate ai monaci basiliani dal Conte di Tuscolo. Suggestivo l’ingresso nel parco del monastero protetto da una cinta di mura merlate con un camminamento di ronda, voluto dal cardinale Giuliano della Rovere nel 1482, che poi divenne papa Giulio II, che si osserva al meglio uscendo dal portale e dirigendosi verso destra. I reperti archeologici più antichi sono custoditi nel museo insieme a pezzi medievali, argenti quattro-cinquecenteschi e icone (apre ogni venerdi e sabato, oltre alla prima e alla terza domenica del mese).

Castelli Romani: dormire e mangiare nella storia

Tra le ville Tuscolane trasformate in strutture ricettive meritano: Villa Grazioli con il suo parco secolare e Villa Cavalletti con un giardino monumentale affacciato su Roma e Villa Tuscolana, la più alta sulla collina sopra Frascati.

Villa Grazioli

Villa Grazioli è una dimora cardinalizia del XVI secolo, commissionata dal Cardinale Antonio Carafa nel 1580 che si fece costruire una dimora sui colli del Tuscolo per il clima mite e l’atmosfera di pace. Alla sua morte, la Villa passò in eredità al Cardinale Ottavio Acquaviva d’Aragona che commissiono` gran parte della decorazione pittorica dei soffitti dei quattro saloni del piano nobile ad Agostino Ciampelli, che realizzò una pittura composta, contenuta, quasi intima che rimanda al tema della meditazione. L’acquisto della proprietà da parte della famiglia Odescalchi (1683), segnò un periodo di trasformazioni, con grandi ampliamenti che modificarono la facciata meridionale e la costruzione di un secondo piano che comportò la copertura della terrazza cinquecentesca. Nel 1737, Baldassarre Erba Odescalchi commissiono` la decorazione della nuova galleria a uno dei piu` celebri pittori dell’epoca: Giovanni Paolo Pannini che  raffigurò sulle pareti Apollo e Diana e le Allegorie delle Stagioni e dei quattro continenti. Nella volta, coppie di geni affiancano gli stemmi Odescalchi, l’aquila, il leone, la navicella e i segni dello Zodiaco, e possenti figure maschili sorreggono le cornici con i quattro elementi, Aria, Acqua, Fuoco e Terra, accompagnati dai rispettivi attributi.

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

Villa Grazioli a Grottaferrata

Ultimamente Villa Grazioli ha riconquistato lo splendore di un tempo grazie al restauro delle decorazioni pittoriche della galleria del Pagnini , le cui opere sono esposte al Louvre, dopo un anno di restauri, visibili a occhio nudo liberamente o meglio grazie a una tecnica di mixed reality (tra realtà aumentata e virtuale) il 21 aprile e giovedi 1 maggio ( solo su prenotazione tel. 06.945400). Al calar della sera la facciata settecentesca della villa funge la schermo con spettacolari proiezioni 3D sulla storia della villa dal punto di vista storico, artistico e strutturale dal 1580 ad oggi (su prenotazione per gli ospiti). Incantano gli affreschi della galleria del Pannini, e altrettanto la scala a chiocciola e la vista dalle terrazze da Tivoli a Ostia. Due le soluzioni gastronomiche: il Grazioli Art Bistrot affacciato sul giardino pensile che guarda Roma, in alternativa, da preferire con il bel tempo, la terrazza Grazioli, un dehors moderno con climatizzazione stagionale e vista da Tivoli a Ostia. La cucina è unica per i due ristiranti, ai fornelli la chef Carmen Pandele, e il menu à la carte. Da assaggiare le cripte grottaferratesi, una sorta di lasagna chiusa di pasta all’uovo, antica ricetta ripresa dagli chef di Grottaferrata, a base di erbe spontanee di stagione (dette ramoraccee) e ricotta del territorio. 

Via Umberto Pavoni, 19 00046 Grottaferrata (RM)
Tel +39 06 945400

Villa Cavaletti

Villa Cavalletti è una delle poche ville Tuscolane rimaste intatte fino ai nostri giorni in 27 ettari tra parco secolare e tenuta agricola con oliveto e vigneto, affacciati su Roma. Dopo il recupero del “Villino Rosso - Museo dell’Olio” insieme al Frantoio novecentesco e al Laboratorio Olfattivo di nuova concezione, che rappresentano il primo percorso espositivo dedicato alla cultura olivicola e agricola di quest’area a sud est di Roma, la grande novità di quest’anno è l’inaugurazione della terrazza panoramica con un format studiato per ospitare laboratori sensoriali e degustazioni di olio extravergine d’oliva e di vino, coinvolgendo i principali protagonisti del mondo della scienza, della cultura, dell’arte e del benessere e prodotti locali: farina, olio, vino, pasta, erbe spontanee. Sono previsti anche un menu gourmet da abbinare alle etichette della cantina di Villa Cavalletti e agli olii prodotti sempre nell’agriturismo.

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

Villa Cavalletti a Grottaferrata

Tra le serata a tema e gli incontri culturalgastromici previsti tra la primavera e l’estate troviamo il 10 maggio e  il 21 giugno "Taste the science" (al Museo dell’olio) e il 27 luglio sulla terrazza di Villa Cavalletti una degustazione stellare in collaborazione con Frascati Scienza, per l’osservazione del cielo con i telescopi e la spiegazione della nascita dell’universo, a cui seguirà una cena con menu a sorpresa abbinato al tema della serata, mentre da settembre aprirà come ristorante più tradizionale, di cucina tipica del territorio, con la riscoperta delle antiche ricette dimenticate. 

Via XXIV Maggio, 73/75 00046 Grottaferrata (RM)
Tel +39 06 945416001

Villa Tuscolana

Villa Tuscolana, detta la Rufinella, venne costruita per volontà del Cardinale Alessandro Rufini (nel 1578) sulle rovine dell’antica dimora romana di Marco Tullio Cicerone. Deve il suo attuale aspetto all’architetto Luigi Vanvitelli - famoso per la realizzazione della Reggia di Caserta - che nel 1700 rinnovò l’edificio su commissione dell’Ordine Gesuita trasformandolo in una dimora lussuosa. Nel corso dei secoli Villa Tuscolana ha cambiato diverse proprietà tra importanti famiglie della nobiltà romana. Tra i personaggi illustri che ci sono stati: il principe Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone, la regina Maria Cristina di Borbone e il re Vittorio Emanuele II. Nel 1834 il poeta Giuseppe Gioachino Belli, ospite nella Villa, gli dedicò il sonetto: La Rufinella.

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

Villa Tuscolana a Frascati

Durante la Seconda Guerra Mondiale fu danneggiata e poi restaurata dall’Ordine dei Salesiani. Apprezzato il ristorante La Rufinella per i piatti di pesce fresco e di cucina tradizionale romana a base di ingredienti di qualità. Propongono anche serate a tema, in base alla stagionalità per valorizzare i prodotti del territorio. Secondo disponibilità la villa si può visitare (prenotando con ampio anticipo), comunque cenando al ristorante si respira l’aria sontuosa della dimora storica: tra colonne, ampi saloni e affreschi cinquecenteschi , la Cappella del Vanvitelli e il giardino all'italiana.

Via del Tuscolo, km 1.5 00044 Frascati (RM)
Tel +39 06 942900

Castelli Romani, in vino veritas

È ufficiale, la millenaria tradizione vitivinicola dei Castelli Romani viene celebrata quest’anno con il riconoscimento della rete di undici comuni dei Castelli Romani (Marino, Nemi, Ariccia, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Monteporzio Catone e Velletri) come Città del vino 2025, con un ricco programma di eventi in ognuno dei comuni. «La viticoltura castellana - spiega Jacopo Manni, esperto del territorio - è profondamente legata alla morfologia del vulcano laziale, le cui eruzioni hanno creato un terroir irripetibile, già citato da Strabone nel i sec a.C. Una storia antica che va promossa ma non  snaturata, puntando su vitigni autoctoni come il cesanese, la malvasia putinata, il bellone e il trebbiano verde, per mirare alla qualità come sta facendo la nuova leva di vignaioli presenti sul territorio, e perdere la nomea di vino da storia».

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

La tradizione vitivinicola dei Castelli Romani è millenaria

Tra le associazioni vitivinicole più attive dei Castelli Romani c’è Vignaioli in Grottaferrata che nasce da cinque, tra  vignaioli e produttori legati, dalla passione per Grottaferrata che offre gli elementi essenziali per un’uva eccezionale e per vini di pregio, dai profumi, sentori e caratteri vari. L’associazione promuove la conoscenza dell’enologia e dei vini del territorio come espressione di cultura ed elemento basilare della proposta turistica locale. Tra gli obiettivi primari: la promozione di iniziative inerenti all’economia circolare, la valorizzazione della sostenibilità in agricoltura e il sostegno del settore vitivinicolo, nella delicata gestione dei cambiamenti climatici. Vignaioli in Grottaferrata diffonde la cultura e le tradizioni del territorio, organizzando esperienze ed accoglienza a 360 gradi con visite in cantina, degustazioni, gastronomia tipica, soluzioni di ospitalità, per scoprire le ricchezze e peculiarità locali, in collaborazione con le Associazioni attive e gli operatori del territorio. Da maggio riparte l’iniziativa delle esperienze  millenarie all’Abbazia di San Nilo e il 10 agosto è prevista una degustazioni stellare, con il collegamento tra vino, stelle, osservazione del cielo, e l’archeologia e la storia della viticoltura legata alle stelle e alle conoscenze del territorio.

Castelli Romani e Ugo Tognazzi, pioniere dello show cooking

Un cuoco prestato al cinema, così si definiva Ugo Tognazzi. Famoso come attore, ma anche per i suoi scherzi goliardici, la sua carica vitale e il suo grande amore per la vita a tutto tondo. In cucina è stato un vero precursore delle abitudini gastronomiche e sociali, oggi scontate ma non negli anni 70/80 quando lui le metteva in pratica, anche grazie all’importante incontro con il cuoco Benito Morelli, da lui definito “detentore dei suoi peccati gastronomici”, insieme al quale ha studiato e creato tante ricette coniugando sapori di mare e di terra. Ugo è stato un anticipatore di tendenze a partire dalla residenza di Velletri, oggi casa museo Ugo Tognazzi, da lui scelta per il terreno fertile di origine vulcanica che aveva intorno, per poter produrre le materie prime indispensabili per cucinare. C’era la serra per coltivare anche in inverno le verdure, l’orto per le erbe aromatiche, il pollaio, la vigna, il frutteto e l’uliveto. Le sue pietanze nascevano dalla tradizione, si ispirava alle ricette dell’Artusi e ai piatti delle massaie, per poi trasformare e ammodernare le preparazioni secondo il suo gusto. In antitesi al boom della spesa nei supermercati di quegli anni, dei surgelati e dei liofilizzati, per lui per andare avanti, bisognava andare indietro e quindi tornare alla terra. Le materie prime erano fondamentali per preparare ricette di qualità anticipando di decenni il chilometro zero e il biologico.

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

A Velletri si trova la Casa Museo Ugo Tognazzi

Era un grande anfitrione e spesso organizzava cene a casa invitando colleghi attori, registi, scenografi ma anche amici di amici, il giornalaio o il segretario. Le sue erano tavole democratiche e socialmente trasversali. La convivialità era un’ossessione, un modo per esibirsi rischiando con piatti mai fatti prima. Lo faceva in cucina come sul set quando si affidava alla regia di personaggi che riteneva di valore sfidando la critica, è successo con  Marco Ferreri, con cui ha girato Ape Regina (1963)  e La Grande Bouffe (1973), una parodia esagerata delle sue cene, e una critica alla società dei consumi. La sua vita era un azzardo continuo anche nelle ricette, perennemente criticate da Paolo Villaggio, uno degli ospiti fissi a Velletri insieme a Mario Monicelli e a Vittorio Gassman. Tra gli azzardi capitavano dei veri e propri colpi di fortuna, come la volta del risotto allo spumeggio. In realtà Ugo stava preparando il riso con la provola affumicata accanto a una bottiglia di spumante molto gassoso di sua produzione (disegnava le etichette, sempre e solo col pennarello che usava anche per scrivere le ricette). Il calore fece saltare il tappo e la schiuma colò abbondantemente nella casseruola, facendo imprecare Ugo per il timore di aver rovinato tutto. Dopo averlo assaggiato capì che era un ottimo abbinamento e poi parlando dell’incidente con l’amico chef Paul Bocuse, divenne il celebre risotto allo champagne.

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Gian Marco Tognazzi con il cartonato del padre Ugo

La tavola era la miglior scenografia per i suoi spettacoli spontanei, il luogo dove nascevano le battute, i personaggi, le nuove idee. È stato uno dei primi a rendersi conto che la cucina non poteva essere solo gusto e olfatto, ma che coinvolgeva tutti i sensi. Intuì il valore dell’impiattamento. Grande esteta, amante del bello, dell’arte e della pittura, voleva che ogni piatto fosse una sorta di opera d’arte e di seduzione. Ai suoi tempi ancora si parlava poco di cibo, eccezion fatta per Ave Ninchi.  Per circa 10 anni ha diretto una delle prime riviste patinate dedicate al cibo: la Nuova Cucina in cui già parlava di cotture al vapore per mantenere le proprietà organolettiche degli alimenti, e di bassa temperatura. Tutte le sue intuizioni gastronomiche ugoisticamente(l’altruismo di Ugo) sono riportate nei 4 libri di cucina, tra i quali il Rigettario, per rigettare la consuetudine e lasciar più spazio alla creatività.  

La Tognazza

«I Castelli Romani sono uno stato dell’anima per altri uno stile di vita, per me sono un mix di tutt’e due - afferma Gian Marco Tognazzi, terzo figlio del grande Ugo, di cui da poco è stato celebrato il centenario dalla nascita con festeggiamenti in tutta Italia -. Nelle giornate terse dal terrazzo di casa, a Velletri, si vedono il promontorio del Circeo, il profilo di  Ponza e di Palmarola, da qui passa la Francigena del Sud, la terra è grassa e fertile, ma anche acida e perfetta per le camelie che crescono in dimensioni molto più grandi che altrove, ci stanno studiando anche i giapponesi per capirne il motivo, e la natura vulcanica del terreno si presta particolarmente alla coltivazione della vite, insomma è un vero paradiso. Dopo aver cambiato varie scuole: elementari a Castel Gandolfo, medie ad Albano Laziale e liceo artistico a Marino, sono andato a Roma e infine sono tornato ad abitare nella casa di Velletri con la famiglia, per scelta, perché qui si vive bene». 

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Ugo Tognazzi in cantina

Ugo Tognazzi venne la prima volta da queste parti agli inizi degli anni Sessanta ospite di Vittorio Gassman che, nella città dell’Imperatore Augusto, decantata anche da Goethe in Viaggio in Italia, aveva una proprietà.  «Per pranzo - mi raccontava papà - andarono al ristorante Benito al Bosco e lui simpatizzò con lo chef, che poi diventerà uno dei suoi migliori amici e insieme hanno inventato tante ricette, come la spigola ai porcini. Papà era un buongustaio, amava mangiare bene e adorava cucinare con prodotti del territorio e di qualità (cosa poco usuale cinquant’anni fa). Il suo sogno di autarchia, intorno a casa avevamo l’orto, il frutteto, le galline e la vigna, è stato reso possibile dallo scavo del pozzo artesiano avvenuto con l’aiuto di un rabdomante che ha permesso all’acqua di zampillare e irrigare orto e vigna».

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

La Tognazza: i vini

Quella giornata con Gassman spostò l’attenzione del gastronomo ante litteram da altri luoghi dei castelli romani a Velletri. Quella casetta accanto alla ferrovia gli piacque subito, gli ricordava la sua casa natale a Cremona. Dopo l’acquisto la ribattezzò La Tognazza con il desiderio di far aggiungere l’omonima fermata sulla linea Roma-Velletri, così come fece Mussolini con la fermata S. Eurosia, davanti alla casa di Marinetti. «Da poco ci siamo liberati dei binari e del tram che voleva usare per portare gli ospiti dalla stazione a casa. Oggi è una casa-museo e nel rispetto della filosofia di papà si può fare tutto: giocare a biliardo, sfogliare i libri e le locandine (riproduzioni di dipinti come usava all’epoca), sedersi sui divani o suonare il pianoforte. È come se tra le mura aleggiasse ancora l’aria scanzonata di Ugo, grande estimatore della zona dei Castelli set di alcuni dei suoi film. «Uno dei miei luoghi preferiti è a circa venti minuti da La Tognazza è il piccolo Lago di Giulianello, una mini oasi naturale e di pace dove sono state girate alcune scene de Il Federale di Luciano Salce(1961)». Dal parcheggio si arriva allo specchio d’acqua con un sentiero ampio e ben battuto, facile per tutti, tra dolci colline verdi e macchie di bosco e cespugli, ricalcando il tracciato della Francigena del Sud.

Via Colle Ottone Basso, 84 00049 Velletri (RM)
Tel +39 379 1980968

Castel Gandolfo, non solo Tognazzi

Da qui si riparte in direzione di Albano Laziale, dove hanno girato alcune scene di "In Nome del popolo Italiano" di Dino Risi, con Tognazzi e Gassman (1971). L’itinerario Tognazziano prosegue a Castel Gandolfo, dove sono state girate  scene di Splendori e miserie di Madame Royale con la regia di Vittorio Caprioli (1970), come spiega GianMarco. Il borgo è piacevole da girare senza meta, per ammirare le botteghe artigiane, qui specializzate nel mosaico artistico (c’è anche un corso di poche ore da poter fare alla Musa Mosaici), fino ad arrivare alla collegiata Pontificia di San Tommaso di Villanova di Gian Lorenzo Bernini, costruita nel 1658 per volontà del papa Alessandro VII. 

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

Il palazzo apostolico di Castel Gandolfo

Vale una visita il Palazzo Apostolico, la residenza estiva dei papi, oggi una parte è un museo visitabile insieme alle ville e ai giardini pontifici all’interno dei quali si vedono tre livelli di giardini all’italiana, i resti della villa dell’Imperatore Domiziano e il Palazzo del Principe Barberini (solo dall’esterno). Dal borgo una serpentina d’asfalto porta in riva al lago di origine vulcanica, lasciando l’auto nel parcheggio si può fare il periplo a piedi lungo un sentiero in saliscendi, o con la barca con vista da Tivoli a Ostia. A Frascati nel primo secolo a.C. faceva bella mostra di sé la  villa suburbana del console Lucullo. Oggi resta quello che pare essere l’antico Mausoleo di Lucullo, al cui interno nel Medio Evo è stato costruito un monastero di monache benedettine, di cui rimane il campanile in stile romanico, poi nel corso dei secoli è diventato una dimora privata aperta su prenotazione «Questo itinerario che intreccia i luoghi di Ugo e i siti romani, avrebbe attratto anche mio padre - conclude GianMarco - sempre curioso di conoscere di più sui Castelli Romani». 

La cucina delle stelle: a tavola da Benito

"La cucina delle stelle - a tavola con Benito", è un libro speciale (edito da Mondadori) che celebra il percorso professionale e umano di uno degli chef più famosi dei Castelli Romani parlando della storia della cucina castellana che va di pari passo con la cultura, il cinema, e la politica in Italia dagli anni Cinquanta ad oggi. L’apprezzato chef Benito Morelli, con i suoi ristoranti Benito al Bosco, Casale della Regina e Villa dei Volsci ( per eventi esclusivi), si racconta in un libro spiegando le sue ricette amate da attori, artisti, personalità importanti e capi di Stato. Benito Morelli continua a stupire per la sua creatività dal 2003 come chef per la presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero degli Affari Esteri e nel 2009 ha ricevuto il titolo di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, e nel suo ristorante Benito al Bosco di Velletri.

Alla scoperta dei Castelli Romani: gite fuori porta in estate e primavera

Benito al Bosco, la sala
 

Già nel 1966 quando ha aperto il suo primo ristorante  a Velletri, dove è nato, rilevando una vecchia trattoria mal frequentata, ha portato una ventata di novità con piatti a base di pesce freschissimo, incurante della tradizione delle scampagnate ai castelli a base di robusti sapori di terra. Fu un grande successo dall’inizio, tra i suoi ospiti più assidui: Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Alberto Sordi e Aldo Fabrizi. Subito dopo aver conosciuto Ugo Tognazzi, amici per la pelle dal primo momento, cominciarono ad andare insieme all’asta dei pescatori di Anzio (dove va ancora quando può). Poi tornavano e si mettevano in cucina, così è nata ad esempio la spigola ai porcini, abbinando l’amore per il pesce di Benito con quello per la terra di Ugo. 

Via Morice, 96 00049 Velletri (RM)
Tel +39 06 9641414

© Riproduzione riservata STAMPA

 
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