Dalla cima del monte Quarin, una colonna di fumo segnalava pericolo. E il messaggio rimbalzava da un castelliere all’altro, fino in Carnia: i confini dell’Impero Romano erano minacciati da orde barbariche. A Cormòns, di quell’antica fortezza resta solo un torrione massiccio e sbrecciato e una cerchia irregolare di massi che ripercorre il perimetro delle mura di un tempo. Ma il colpo d’occhio che da qui si gode è sempre di una vastità incantevole. Dalle cime bianche delle Alpi si scende degradando in dolci rilievi, fino a un vuoto azzurro e misterioso che riempie l’orizzonte: la famosa Soglia di Gorizia, il passo più basso delle Alpi, da cui si riversarono in Italia dai tempi più antichi le invasioni barbariche provenienti da Oriente. Oggi è confine di pace, che unisce Gorizia a Nova Gorica, Capitali europee della Cultura 2025.
Il Collio goriziano
Tutt’intorno colline a perdita d’occhio, coperte di vigneti e ciliegi, a Sud una dolce pianura, solcata dall’Isonzo, e sullo sfondo (nei giorni di bel tempo), il luccichio del mare Adriatico. È il Collio goriziano, estremo lembo orientale d’Italia in Friuli Venezia Giulia a ridosso della Slovenia (dove, senza soluzione di continuità, si estendono le colline tappezzate di vigneti della Brda) da sempre terra di confine e d’incontro fra diverse etnie: l’italiana, la slava e la germanica che, col passare dei secoli, amalgamandosi, hanno dato luogo a cultura e tradizioni originali.

Il monte Quarin, nel Collio (foto Alessandro Michelazzi)
Qui il tepore dell’Adriatico mitiga il freddo sferzante portato dai venti che soffiano dalle pianure del Centro Europa, creando un habitat ideale per la coltivazione della vite. E così da tempo immemorabile, Collio è sinonimo di vino eccellente: se le prime vigne furono impiantate dai Romani, è con il dominio asburgico, alla fine del Quattrocento, che questa zona fu definitivamente consacrata terra di vini pregiati, tanto che nel Settecento essi erano richiesti ed apprezzati nelle più raffinate corti europee, da Vienna a Madrid e Mosca. Oggi il Collio è fra le zone vitivinicole italiane di maggior pregio, con una spiccata vocazione per i vini bianchi, contraddistinti da una mineralità e una sapidità che li caratterizza, in modo inconfondibile, nel tempo. Un territorio straordinariamente vocato alla viticoltura, grazie alle sue colline dal terreno stratificato di marne e arenarie (la poca), ben esposte verso Sud, protette alle spalle dall’arco delle Alpi e beneficiate dal tepore dell’Adriatico, a una ventina di km in linea d’aria.
Un microclima unico, su cui si è innestata la passione dei vignaioli per la loro terra, le loro capacità in vigna e in cantina, l’impegno imprenditoriale. Un’alchimia, da cui nascono vini bianchi conosciuti e apprezzati in Italia e all’estero: il Friulano, la Ribolla gialla, la Malvasia, eccellenti autoctoni a cui si affiancano grandi vitigni internazionali, che in questi 1.500 ettari di vigneti collinari hanno trovato il loro ambiente d’elezione (Pinot grigio, Pinot bianco, Sauvignon, Chardonnay, Riesling, Riesling italico, Traminer aromatico, Müller Thurgau). A rappresentare al meglio il territorio, il Collio bianco, blend in cui ogni azienda trova la propria espressione territoriale esaltando le caratteristiche del terroir. Per concludere il prezioso Picolit, vino da meditazione prodotto in piccolissime quantità. Robusti e di gran carattere, anche se prodotti in quantità più limitata, anche i rossi, fracui primeggiano il Collio Rosso, i Cabernet, il Merlot, il Pinot nero. Un capitolo a parte sono infine i famosi e sempre più apprezzati Orange Wine, che qui - nella zona di Oslavia - hanno la culla.
Cormòns: il cuore del Collio
Punto di partenza per un fine settimana all’insegna di enologia e natura intatta è Cormòns, centro principale e cuore del Collio, facilmente raggiungibile con l’autostrada Venezia-Trieste, uscendo al casello di Villesse. Cittadina di stampo asburgico, con palazzi dalle belle facciate, il Duomo di Sant’Adalberto con le cupole a cipolla, il teatro di impronta neoclassica, invece del solito monumento a Garibaldi ha in piazza una bella statua di Massimiliano d’Asburgo. Nostalgia, revanchismo? No, solo testimonianza del legame con un passato ed una storia vissuti per secoli all’interno dell’Impero austroungarico.

Cormons è il centro principale e il cuore del Collio (foto Fabrice Gallina)
La statua era stata collocata, in quella che allora si chiamava piazza Cumano, nel lontano 1903, per festeggiare il quarto centenario dell’appartenenza al grande impero: si trattava di un omaggio che i cormonesi avevano voluto fare a Massimiliano I, che nel 1518 aveva concesso a Cormòns lo statuto di città e aveva esonerato i suoi abitanti dal pagamento delle tasse per 6 anni. E ciò grazie agli ottimi vini di cui rifornivano le mense imperiali. Tolta all’indomani della Prima Guerra Mondiale, la statua è ricomparsa nella piazza nel 1981 per volere della stessa cittadinanza cormonese, fortemente legata ai suoi ricordi e alle sue tradizioni.
La storia di Cormòns
Cormòns è il “cuore” del Collio. Cuore geografico, ma anche economico: da tempo immemorabile è infatti il centro principale di quest’incantevole zona collinare a ridosso di Gorizia e oggi è conosciuta, oltre che per i suoi vini, anche per i suoi eccellenti ristoranti, i suoi eleganti alberghi e le sue confortevoli strutture agrituristiche. Di antiche origini (il nome, di derivazione probabilmente celtica, pare derivi da “Carmona”, il paese delle donnole), sede nell’VIII sec. del patriarca di Aquileia, era un centro agricolo già famoso secoli fa per la sua produzione di vino e di frutta. Luogo di mercato e di commerci nel Medio Evo, tra il ‘600 e il ‘700 si arricchì di chiese e di palazzi che tuttora la connotano.

Cormons, piazza 24 maggio (foto Fabrice Gallina)
La parte più antica di Cormòns è la centa medievale, di origine longobarda, uno stretto e caratteristico dedalo di vicoli con case dipinte a vivaci colori pastello, attorno a cui si sviluppa il centro storico, con armoniose architetture seicentesche e settecentesche. Qui si trovano il Duomo di Sant’Adalberto, imponente costruzione settecentesca (dove si sono recentemente celebrati i funerali di Bruno Pizzul, che abitava appunto nell’amata Cormòns) e il neoclassico palazzo Locatelli (ora sede del Municipio), che domina con la sua armonica facciata piazza XXIV Maggio, il “salotto” della cittadina.
I cormonesi, infatti, amano darsi appuntamento in questa che fin dal Medio Evo era la piazza del mercato ed ora - grazie alla presenza di una rinomata Enoteca dove si gusta il meglio della produzione locale, accompagnato da prodotti del territorio e dell’Osteria L’Oste in Piazza- è il luogo deputato per il rito del tajut, il friulanissimo aperitivo con vino bianco condito con chiacchiere. Piazza XXIV Maggio, poi, diventa veramente magica nelle sere d’estate, quando si tira tardi sotto le stelle, comodamente seduti ai tavolini dei locali, con sottofondo di musica.

Cormons, il sentiero Vigne Alte (foto Nicola Brollo)
Girovagando per Cormòns ci si imbatte in piccoli tesori architettonici, come la torre tardo-medievale dell’antica cinta di mura, ora inglobata in un curatissimo vigneto di via Cancelleria Vecchia, il portale monumentale sormontato da una grande trifora del settecentesco palazzo Devetag-Del Mestre in via Matteotti, la chiesa di San Leopoldo con gli stalli del coro preziosamente intagliati, il santuario di Rosa Mistica, realizzato nel ‘700 su progetto dell’architetto lombardo Carlo Corbellini.
Gastronomia del Collio
In questo luogo di confine, si sono incontrati e amalgamati nei secoli il mondo latino, slavo e germanico, e hanno dato luogo a cultura e tradizioni uniche e originali, che si riflettono anche nella gastronomia, gustoso e sorprendente mix di sapori e cucine. E così in tavola, ecco l’accostamento fra dolce e salato tipicamente austroungarico (gnocchi di patate con le susine conditi con burro fuso, cannella e un po’ di zucchero) e i piatti attinti alla cucina mitteleuropea, quali i gnocchi di pane, i gnocchetti di fegato, il kaiserfleish (carrè di maiale affumicato, cosparso di cren fresco grattugiato e accompagnato da crauti), il gulasch, le palatshinken (sorta di omelettes ripiene di marmellata di albicocche o di cioccolata); l’uso sapiente delle erbe e dei prodotti del bosco (ad iniziare da funghi e castagne) che deriva dalla tradizione delle campagne slave; la polenta gialla (da sempre in Friuli pane e companatico) che accompagna piatti di selvaggina in umido, la carne di maiale, il musèt (versione locale del cotechino, che si usa mangiare con la brovada, rape grattugiate e inacidite nelle vinacce).
Dove dormire e mangiare nel Collio
County Resort La Subida e Trattoria Al Cacciatore
Dormire nel Nido, la “piccola stanza nel bosco” dove ci si sente protetti appunto come in un nido, tutta di legno con una parete in vetro, che può sparire ed aprirsi completamente su una valletta lussureggiante di piante secolari. Oppure accoccolarsi in un grande letto a baldacchino che troneggia nel fienile, dove il profumo inebriante e rilassante del fieno concilia il sonno.

Una delle stanze del Country Resort La Subida
O ancora, scegliere la Libreria nel Bosco, dove si dorme nel verde in assoluta solitudine, avvolti dai libri, o dormire nella grande stanza sospesa fra le cime degli alberi. Inusuali e piacevolissime, sono le esperienze che si possono fare alla Subida di Cormons, incantevole Country Resort fra vigne e i boschi, dove - con la bella stagione - si può provare un piacevole bagno tiepido nella vecchia vasca da bagno smaltata, sistemata nel folto di alte felci.

La zona leaving di una delle stanze del Country Resort La Subida
Natura, semplicità, raffinatezza, il lusso del meno, secondo la filosofia dell’ospitalità della famiglia Sirk, proprietaria del Resort articolato in una serie di deliziose casette immerse nel bosco, ciascuna arredata in modo unico e personalissimo. Non una semplice vacanza, ma un’esperienza, che si completa alla tavola stellata del Cacciatore, il ristorante firmato Alessandro Gavagna e con una visita all’Acetaia di Josko Sirk.

La sala de la Trattoria Al Cacciatore
Sapori di confine sono quelli di questo ristorante incastonato nel County Resort La Subida, un luogo della memoria dove le suggestioni che arrivano dalla gastronomia friulano-veneta, slovena e austriaca sono rielaborate senza nulla concedere alle mode effimere e senza tradire il passato. Interpretandone l’anima, si potrebbe dire.

La Subida: Un accordo tra animali di cortile
Alessandro Gavagna, chef stellato di raro equilibrio, in tavola rappresenta al meglio lo spirito di queste terre di confine. La sua cucina sa rendere nobile la semplicità della tradizione, con quel puro “spirito Subida” che anima questo incantevole micromondo di eccellente ospitalità, naturalezza, buon gusto creato da Josko Sirk ed ora sotto la guida dei figli Tanja e Mitja, affiancati dalla madre Loredana. Fra i must, i Girini (briciole di pasta buttata con verdure di stagione), gli Zlikrofi (tortelli della Valle d’Idrija), la selvaggina scelta per la sua sostenibilità e salubrità, oltre che per il suo gusto, come carne principale di tutti i menu e variamente interpretata.

La famiglia Sirk con lo chef Alessandro Gavagna
E poi, spulciando dal menu che cambia di mese in mese, Zucchine e Fiori di Sambuco (bocconcino di zucchine gradevolmente croccante, in sciroppo di fiori di sambuco) Nuvole di patate e spugnole (gnocchi con cuore di fois gras, spugnole e aglio orsino), Il Cervo, la Trota e il Pistacchio (filetto di cervo scottato alla brace, con uova di trota e aroma del pistacchio). A guidare con mano sicura negli abbinamenti con i vini anche al calice è Mitja, raffinato e curioso sommelier, che cura con passione l’eccellente e mai banale cantina.
Via Subida, 52 34071 Cormòns (GO)
Hotel e ristorante Al Ponte
Immerso in un ampio parco di 5000mq, l’hotel si trova in una posizione strategica a pochi minuti dall’Aeroporto di Trieste, in prossimità del casello dell’autostrada A4 e a pochi chilometri da Cormòns, da Gorizia e dal Carso. Un punto di partenza ideale per andare alla scoperta del Collio e del vicino Carso. Moderno ed accogliente, regala agli ospiti il massimo della tranquillità e del silenzio e il benessere con sauna, bagno turco, solarium e massaggi. Nel parco, una piscina con acqua riscaldata e il campo da tennis in erba naturale. Parcheggio interno custodito e elisuperficie.

L'albergo ristorante Al Ponte
Annesso all’omonimo Hotel, ma in edifici separati, è da decenni una delle più eccellenti tavole dove gustare la più autentica cucina friulana preparata ad arte, sia di carne che di pesce, e non solo. Ristorante storico, è stato aperto nel 1985 sulle rive dell'Isonzo dalla famiglia Rizzotti (antica tradizione di ristoratori alle spalle), che dalla Carnia vi ha portato i gusti della montagna e vi ha affiancato quelli dell'Adriatico, che si trova a una trentina di km, e quelli della Mitteleuropa i cui echi sono ancora molto vivi in questa terra di confine. Suggestioni che confluiscono nella cucina di Luca Plet Rizzotti, che le interpreta con mano sapiente e leggera, arricchendole con contaminazioni di terre lontane e spezie, bagaglio dei suoi lavori in Estremo Oriente.

La sala interna del Ristorante Al Ponte
In sala la madre Adriana, che dell’accoglienza ha fatto un’arte, esperta sommelier, che si dedica anche al pane, alla ricchissima Carta dei dolci, alle salse e alle mostarde che accompagnano il pantagruelico Carrello dei bolliti, con una ventina di tagli di carne e altrettante salse. Fra gli altri must, Risotti, Cjarsòns (ravioli carnici con la ricetta di nonna Maria), Gnocchi ripieni di fichi o susine, un insuperabile Orzo e fagioli. E poi Goulash di manzetta con gnocchi di pane alle erbe, Spalla di cervo al Refosco, Vitello al melograno.

Adriana Rizzotti in sala
Le proposte di pesce si modellano sul pescato del giorno. In cantina, Adriana fa una curatissima selezione delle migliori aziende del FVG e di importanti etichette italiane e straniere. Il locale fa parte dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo e il suo piatto-simbolo sono le Seppioline in tecia e sedano rapa.
Viale Trieste, 124 34072 Gradisca d’Isonzo (GO)
B&b La Casa di Alice
Ricavato dall’attenta ristrutturazione di una rustica casa di famiglia, a pochi passi dal centro storico di Cormòns questo elegante e super accogliente bed and breakfast accoglie gli ospiti con un grande giardino dove spicca la piscina BioDesign rivestita di una sabbia che rende l'acqua ancora più cristallina.

Il B&B La Casa di Alice
Quattro le stanze, ciascuna di un colore diverso, curate nell’arredamento e nei particolari. Ottima la prima colazione (con mitici muffin, pane fatto in casa, dolci senza glutine e senza lattosio) nell’accogliente cucina. Relax e letture nel grande salotto con biliardo.
Via Ara Pacis, 22 34071 Cormòns (GO)
Agriturismo Borg da Ocjs
Un piccolo mondo di autentica ruralità. A Medea, frazione di Cormòns, l’agriturismo Borg da Ocjs, ricavato dalla ristrutturazione di una vecchia stalla dell'omonima fattoria di Beppino Zoff e della sua famiglia, ha 5 deliziose camere arredate in stile country che portano i nomi delle vacche che un tempo ci abitavano: Axa, Stamperl, Ely, Fanny e Axita. Eccellente e genuina la prima colazione tutta naturale che risveglia i sensi.

L'Agriturismo Borg da Ocjs
Nella Fattoria (dove sono allevate oche, galline, tacchini oltre a una settantina di vacche di sola Pezzata Rossa Italiana) la famiglia Zoff produce eccellenti formaggi a latte crudo e lattoinnesto naturale certificati biologici e prodotti caseari: burro, yogurt, ricotta, formaggi e caciottelle aromatizzate con varie tipologie di erbe (timo, salvia dell’Isola di Cherso, basilico, lavanda, rosmarino…) oppure affumicate e di altissima qualità. Una qualità che viene riconosciuta da prestigiosi premi, ultimi dei quali la speciale menzione speciale e il premio speciale agli Italy Food Awards 2024. La fattoria aderisce al Presidio Slow Food dei Prati Stabili e Pascoli, un riconoscimento che sottolinea l'impegno della famiglia Zoff verso la sostenibilità ambientale e la qualità della produzione casearia: da sempre le sue vacche, infatti, sono nutrite come si faceva un tempo solo a pascolo, erba e fieno.
Via Parini, 18 34071 Cormòns (GO)
Portare a casa un pezzo di Collio
Enoteca di Cormòns
Da non perdere una tappa all’Enoteca di Cormòns in piazza XXIV maggio, quindi in pieno centro cittadino, proprio accanto al Municipio. È il luogo più adatto dove assaggiare (ed acquistare) la più ampia selezione di deliziosi bianchi e rossi del Collio, in tutte le loro declinazioni, accanto a vini delle altre zone a Doc del Friuli Venezia Giulia. Dopo radicali lavori, è stata appena riaperta al pubblico con una veste rinnovata: arredi moderni, spazi ampliati, vaste vetrine espositive per vini e prodotti agroalimentari del territorio e offerte di servizi per i turisti. Un ambiente elegante ed informale, con un ottimo servizio e la possibilità in estate di sostare anche ai tavolini esterni ombreggiati da grandi ombrelloni per assaggiare anche le ottime e genuine specialità gastronomiche del territorio (che si possono pure acquistare).

L'Enoteca di Cormòns
Novità è la parte multimediale che, attraverso schermi e servizi interattivi, racconta le eccellenze del territorio: un’ampia sala didattica con webcam e postazioni audio/video, pareti interattive che riproducono foto e video di interesse turistico regionale, una postazione fornita di Wine Emotion per degustare le Riserve dei vignaioli, un punto informazioni a servizio dei visitatori per prenotare ristoranti, B&B, biciclette a noleggio, degustazioni.
Piazza XXIV Maggio, 21 34071 Cormòns (GO)
Alimentari Tomadin
E chi vuole portare a casa le più squisite prelibatezze (anche di piccoli ed eccellenti produttori) del Collio e del Friuli Venezia Giulia ecco il raffinato e frequentatissimo negozio di alimentari Tomadin, per uno shopping che si tradurrà in golosissimi pranzi, cene e spuntini una volta tornati a casa. La proprietaria, Leila, è una grandissima conoscitrice di produttori locali e nazionali, che seleziona con passione e competenza, e la sua bottega è stipata di ogni delizia regionale e cormonese, dai formaggi elaborati dal latte delle vacche della Pezzata Rossa di Zoff a Borgnano ai salami delle aziende Feresin e Veliscek di Cormòns, all’aceto di Sirk, prodotto con le migliori uve della sua vigna, dalla gubana de l’Antica Ricetta di Cormons all’olio Ecco, eccellente olio Evo recente progetto di Enrico Coser - proprietario con la famiglia della nota cantina Ronco dei Tassi a Cormòns - per valorizzare le potenzialità di un territorio che ritiene straordinariamente vocato alla coltivazione dell’ulivo.

Leila Tomadin con lo staff
Ampia la scelta di formaggi, salumi, prosciutti, biscotti e dolci tipici friulani, confetture, miele locale, confetture, cioccolato artigianale. Non mancano prodotti pregiati provenienti d'oltre confine, come eccellenze da Francia, Austria e Spagna, selezionate dopo un'attenta ricerca e amore per il cibo e le materie prime. Sugli scaffali non possono mancare ovviamente i vini e liquori, e la selezione è veramente da intenditori.
Via Cumano, 5 34071 Cormòns (GO)
Panificio Simonit
Locale Storico del Friuli Venezia Giulia, questa minuscola e deliziosa panetteria con i vecchi mobili e boiserie dipinti di un delicato verde, si trova nel centro di Cormòns e produce, fra l’altro, fragranti e lunghi grissini, pani al cumino o al sesamo, dolci tradizionali. In autunno, specialità sono pane con l’uva o i fichi. D’inverno, e solo di domenica, caldi e profumatissimi krapfen alla marmellata di albicocca o alla crema.
Panificio Pasticceria Simonit
via Matteotti, 88 34071 Cormòns (GO)