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Dagli Etruschi ai Supertuscan: la magia del vino toscano in due territori iconici

In Toscana è tempo di vendemmia! Tra i colori e i profumi dell'autunno, la tradizione vitivinicola si celebra nei celebri vigneti del Chianti, simbolo di storia e passione, e nella Maremma, terra di nuove opportunità e vini di alta qualità. Ogni calice racconta l'anima di questa terra, celebrando la cultura toscana.

03 ottobre 2024 | 16:30
Dagli Etruschi ai Supertuscan: la magia del vino toscano in due territori iconici
Dagli Etruschi ai Supertuscan: la magia del vino toscano in due territori iconici

Dagli Etruschi ai Supertuscan: la magia del vino toscano in due territori iconici

In Toscana è tempo di vendemmia! Tra i colori e i profumi dell'autunno, la tradizione vitivinicola si celebra nei celebri vigneti del Chianti, simbolo di storia e passione, e nella Maremma, terra di nuove opportunità e vini di alta qualità. Ogni calice racconta l'anima di questa terra, celebrando la cultura toscana.

03 ottobre 2024 | 16:30
 

In Toscana è tempo di vendemmia! La Toscana in autunno mette il suo vestito migliore e si prepara per la grande festa. Questo è il periodo più adatto per lasciarsi inebriare dai suoi colori e dai suoi profumi, come scriveva anche Giosuè Carducci: «per le vie del borgo dal ribollir de' tini va l'aspro odor de i vini l'anime a rallegrar». Sono giorni di sudore e fatica, di caldo cocente di respiri affannati e notti insonni ma anche di tante risate, di condivisione di collaborazione vera e sincera, giorni magici in cui si intrecciano rapporti umani che vanno oltre il semplice lavoro. Gli esperti rassicurano dicendo che sarà una buona annata e questo aumenta la voglia di curare ogni minimo particolare per cercare di regalare calici che emozionano. Andiamo alla scoperta del vino toscano e di due territori unici con una guida d'eccezione, Federico Minghi, soprannominato “Ambasciatore della Toscana”, già divulgatore della toscanità in tv e su Panorama e fondatore nel 2020 della piattaforma Toscana My Love.

Dagli Etruschi ai Supertuscan: la magia del vino toscano in due territori iconici

Federico Minghi ci guida alla scoperta del Chianti e della Maremma grossetana

Il vino in Toscana: una storia antichissima

In Toscana il vino risale al 500 a.C., epoca degli Etruschi, e già nel 1282 fu fondata a Firenze l’arte dei vinattieri; per questo, non è difficile affermare che il vino fa parte del dna di questa magnifica terra. Molte sono le zone vitivinicole importanti, ma la più famosa e storicamente importante è il Chianti. Il marchio che da sempre contraddistingue questo luogo e anche le bottiglie di vino, è il Gallo Nero, storico simbolo dell’Antica Lega Militare del Chianti e riprodotto fra l’altro dal pittore Giorgio Vasari sul soffitto del Salone dei Cinquecento, nel fiorentino Palazzo Vecchio.

La leggenda del Gallo Nero in Chianti

Secondo una leggenda, il gallo nero fu decisivo nella divisione dei confini tra Siena e Firenze, che dopo anni di battaglie, ancora oggi testimoniate da imponenti fortificazioni e Castelli, nel XIII secolo le due città decisero di risolvere la questione con un metodo curioso: due cavalieri, al canto del gallo, avrebbero dovuto galoppare partendo uno da Siena e l’altro da Firenze, e il punto del loro incontro avrebbe determinato i confini dei rispettivi comuni.

Dagli Etruschi ai Supertuscan: la magia del vino toscano in due territori iconici

Gallo Nero, storico simbolo dell’Antica Lega Militare del Chianti

I fiorentini scelsero un gallo nero e lo tennero senza luce e cibo per giorni, in modo che cantasse prestissimo la mattina dalla fame, i senesi lo governarono bene pensando che fosse più vigoroso al risveglio. Il giorno fatidico i fiorentini ebbero ragione perché il gallo nero dei fiorentini cominciò a cantare molto prima dell’alba consentendo quindi al cavaliere di Firenze di partire immediatamente e con grande vantaggio su quello senese, che, per partire dovette attendere le prime luci dell’alba quando il suo gallo cantò regolarmente. Ma dato il notevole ritardo che aveva accumulato nei confronti dell’antagonista, il cavaliere senese percorse solo dodici chilometri, poiché a Fonterutoli incontrò l’altro cavaliere. Da allora il confine è rimasto pressoché invariato; infatti, il territorio Chiantigiano fiorentino è molto più esteso rispetto a quello senese.

Alla scoperta della Toscana

Vendemmia in Chianti: tappa a Castello di Fonterutoli

Proprio a Fonterutoli (Si) si trova Castello di Fonterutoli, una delle più celebri e storiche aziende guidata dalla famiglia Marchesi Mazzei dal 1435. Da oltre seicento anni i Mazzei producono vini unici con spirito e passione che si rinnovano di generazione in generazione. Il Castello di Fonterutoli, cuore e anima della famiglia è legato indissolubilmente alla loro storia e alla produzione di vino. Un vero gioiello all’avanguardia è proprio la cantina, anello di congiunzione fra passato e futuro, che domina dall’alto la tenuta e le pendici della campagna affacciandosi su Siena. Una cantina moderna a basso impatto ambientale, che fa parte del progetto Toscana Wine Architecture: un circuito di 14 cantine di design, firmate dai grandi maestri dell'architettura contemporanea, ma allo stesso tempo custode di una conoscenza secolare, progettata dall’architetto Agnese Mazzei, membro della famiglia.

Un’azienda di 650 ettari, di cui 110 di vigneti specializzati in sette zone poste tra i 220 e i 570 metri sul livello del mare, a loro volta suddivise in 114 parcelle che vengono raccolte a mano, vinificate e maturate in legno separatamente, traducendo il valore della diversità in una straordinaria ampiezza di aromi e complessità.

I vini pregiati di Castello di Fonterutoli

L’eccellenza dei vini del Castello di Fonterutoli è rinomata a livello mondiale e rappresenta uno dei punti di riferimento di tutto il Chianti Classico. Vini che raccolgono massimi punteggi come il rinomato Siepi Igt, un’unione di Merlot e Sangiovese che dà vita a un vino dall'equilibrio perfetto con una struttura superiore e di raffinata eleganza. O, ancora, il Concerto di Fonterutoli, uno dei primi Super Tuscans mai prodotti, nasce nel 1981 come vino da tavolo con l’abbinamento di due vitigni sangiovese e cabernet sauvignon, risultato così equilibrato alla Marchesa Carla Mazzei da sembrare un accordo di strumenti sinfonici.

Dagli Etruschi ai Supertuscan: la magia del vino toscano in due territori iconici

Federico Minghi e la bottiglia celebrativa di Castello di Fonterutoli

Il vino che rappresenta l'essenza stessa della tenuta Castello di Fonterutoli è il gran selezione dal 1995, precursore per l’epoca. Si tratta di un cru di Sangiovese, proveniente dalle migliori parcelle intorno al borgo di Fonterutoli nel comune di Castellina in Chianti: lo "Château" dell’azienda. Tra i “best seller” dell’azienda, da sempre il punto di riferimento della categoria, troviamo il Fonterutoli Chianti Classico Docg che proviene dalla vinificazione separata delle varie parcelle aziendali, collocate in un ventaglio unico di diversità pedoclimatiche, da 220 a 570 metri di altitudine nel cuore del Chianti Classico. Ottimi anche gli altri progetti come il Ser Lapo, una Riserva di Chianti Classico con la quale i Mazzei vogliono celebrare il loro illustre antenato Ser Lapo, cui si deve il primo documento conosciuto sull'uso della denominazione “Chianti". Segue il Philip, un blend di Cabernet Sauvignon selezionato dalle tenute e dedicato all'illustre antenato Filippo (Philip) Mazzei (1730- 1816), pensatore liberale, patriota americano e pioniere, con Thomas Jefferson, della viticoltura in Virginia.

Castello di Fonterutoli Wine Resort | Via Giacomo Puccini 4 - 53011 Fonterutoli (Si) | Tel 0577 735790

Vendemmia in Maremma grossetana

Se il Chianti Classico è la storia, al contrario, la Maremma è il presente, in quanto zona in grande fermento e che meglio rappresenta nuove opportunità. Una delle zone più nascoste ma anche più autentiche della Toscana è la Maremma grossetana o senese: terra affascinante e selvaggia, così come lo sono i suoi butteri, tra l’azzurro del mare e il verde intenso della macchia mediterranea, è un’alternanza perfetta tra storia e natura. È terra di frontiera, ricca di borghi, riserve naturali, panorami mozzafiato ed esperienze enogastronomiche indimenticabili. Da Capalbio al Promontorio dell’Argentario, dalla laguna di Orbetello al Parco dell’Uccellina, rappresentano tutti luoghi iconici della Toscana, così come le rocche aldobrandesche medievali che si possono ammirare a Talamone, a Sovana e a Manciano. In passato terra amara e palustre, oggi si sta sempre piu` rivelando un habitat naturale perfetto per produrre eccellenze vinicole come il Morellino di Scansano Docg, la Doc Maremma Toscana, il Capalbio Doc, il Bianco di Pitigliano Doc, l'Ansonica dell’Argentario Doc. Tutti vini di alta qualità che stanno trovando un ottimo riscontro nel mercato.

Dagli Etruschi ai Supertuscan: la magia del vino toscano in due territori iconici

Vendemmia alla Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano

La Toscana è celebre per il vitigno Sangiovese, che anche qui trova la sua ottima espressione, ma in Maremma si stanno facendo largo altri vitigni con sorprendenti risultati. In primis, tra questi, il Vermentino, ma anche i tradizionali Ciliegiolo, Canaiolo, Trebbiano, Malvasia e varietà internazionali come il Cabernet Sauvignon, Cabernet franc, Merlot, Syrah, Vionier, Sauvignon, Chardonnay, Petit Verdot, che regalano soddisfazioni a livello mondiale.

Scopriamo la Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano

Uno dei punti di riferimento della zona è la Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano che nasce nel 1972 grazie alla volontà di alcuni viticoltori coraggiosi. Scopo dell’unione delle forze, allora come oggi, è promuovere il vino, figlio di queste terre, a vantaggio di tutta la comunità, facendosi portavoce dei valori e della bellezza di un luogo straordinario come la Maremma toscana. A Scansano la cultura enologica affonda le radici in millenni di storia: furono gli Etruschi i primi a intuire le potenzialità del territorio, producendo vino già a partire dal III secolo a.C. Il termine “Morellino” è stato introdotto, intorno al 1700, dai viticoltori di Scansano per indicare il loro vino.

Secondo la tradizione, prende il nome dai cavalli detti “morelli”, cioè dal mantello scuro - solitamente nero - ma che può presentare sfumature rossastre. Il colore, il vigore e l’intensità del manto di questi cavalli, che venivano utilizzati per trainare le carrozze delle famiglie e dei funzionari che si spostavano a Scansano, ricordano il colore e la personalità del vino prodotto in queste zone. Da qui il nome “Morellino”.

La Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano conta 170 soci, 5 milioni di bottiglie prodotte e 700 ettari tra la zona collinare della provincia di Grosseto, i fiumi Ombrone e Albegna, l’intero territorio di Scansano e parte di Compagnatico, Magliano in Toscana, Manciano, Roccalbenga e Semproniano.

I vini della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano

Nel 1978 vede la luce anche la Doc Morellino di Scansano, di cui la cantina è stata tra i promotori, confermando che tra queste colline nascono vini straordinari, custodi di una terra ancora incontaminata. Tra i prodotti c’è la Linea Classica con i vini che rappresentano di più il territorio, come il Morellino di Scansano, e la Linea Scantianum, dedicata ai vini a singole varietà d’uva come il Trebbiano, il Vermentino e il Viognier.

Dagli Etruschi ai Supertuscan: la magia del vino toscano in due territori iconici

Federico Minghi con i vini della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano

Troviamo poi la Linea Le Vigne, che include le selezioni e i progetti speciali. Ne fanno parte il cru Vignabenefizio, il Vermentino da vendemmia tardiva, il Vin del Fattore, vinificato con l’antica tecnica del governo alla toscana, e lo Spumante Brut da uve Vermentino.

Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano | 58054 Saragiolo (Gr) | Tel 0564 507288

Toscana, imperdibile terra di vino

Insomma, che dire? La vendemmia in Toscana è un rito che affonda le sue radici nel passato, intrecciando tradizione, storia e passione. Ogni grappolo raccolto racconta una storia, e ogni calice di vino racchiude l'anima di questa terra. Come scrive Giovanni Pascoli «Ed ecco ondeggiar l'uva su'l fusto, rosseggia il pampino nel breve giorno» a ricordare quel momento in cui la natura si manifesta con tutta la sua bellezza e generosità, e il vino che ne nasce diventa ambasciatore della cultura toscana, pronto a emozionare e a celebrare la vita in ogni sorso.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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