Per il turismo di qualità forse scatta l’ora zero
02 maggio 2016 | 12:36
di Alberto Lupini
Le nuove norme metteranno solo una pezza (il danno di tante amministrazioni locali disattente è fatto e lascerà per un bel po’ il segno), ma è un segnale di netta inversione di tendenza che ha il merito di richiamare l’attenzione sull’importanza del decoro e dell’immagine di strade e piazze. Un modo in sostanza per ridare il giusto peso a quello “stile di vita” che da sempre Italia a Tavola indica come il pilastro di ogni strategia per promuovere il turismo in Italia.
Il ddl, che speriamo non trovi troppi ostacoli in Parlamento, dovendo come di prassi affrontare l’inutile doppio esame di Camera e Senato (almeno fino all’entrata in vigore della riforma costituzionale), potrebbe portare un po’ di aria nuova (e pulita) in molte città, dando ai Sindaci quella forza che le norme del governo Monti in materia di liberalizzazione del commercio avevano pesantemente ridotto. E prima ancora i provvedimenti di deregulation varati dall’ex ministro Bersani. Anche se può sembrare una contraddizione, per un’attività che si poggia prevalentemente sull’iniziativa privata, le privatizzazioni stupide hanno fatto solo male. Pensiamo solo ai danni crearti alla ristorazione di qualità con l’accesso indiscriminato di chiunque alla somministrazione di cibo e bevande...
Alla base dell’iniziativa parlamentare c’è il modello fiorentino del sindaco Dario Nardella, che con il “Regolamento Unesco” aveva proibito da gennaio l'apertura in centro di internet point, money transfer, compro oro e fast food. L’obiettivo, sostenuto anche dal sottosegretario ai Beni culturali con delega ai temi Unesco, Ilaria Borletti Buitoni, è di portare queste novità in tutta Italia. E se ciò accadrà, forse, per il turismo comincerà davvero una nuova era.
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Alberto Lupini