Terapia intensiva a FieraMilano Altro flop della sanità lombarda

Costata oltre 21 milioni di euro la struttura ospita oggi 10 pazienti quando nei progetti iniziali della Regione avrebbe dovuto mettere a disposizione 400 letti. Errore di programmazione?

20 aprile 2020 | 10:26
di Federico Biffignandi
Un errore di valutazione o forse un eccesso di zelo. Più probabilmente una conseguenza ulteriore della mancata prevenzione e una rincorsa affannosa verso una riparazione che, tuttavia, ormai non aveva più possibilità di rivelarsi efficace. Stiamo parlando della terapia intensiva allestita alla Fiera di Milano che è costata oltre 21 milioni di euro e che a oggi ospita 10 pazienti, quando nei progetti iniziali urlati da Fontana&Co. avrebbe dovuto avere una capacità prima di 400 letti e poi di 53.


L'inaugurazione in pompa magna

Quattordici giorni per costruirlo anche grazie all’avvento di Guido Bertolaso, il cui nome è salito alla ribalta soprattutto per il suo contagio in tempo zero non appena è stato incaricato di guidare la missione e poi è sparito. Un’impresa l’aveva definita la Giunta, un’emblema dell’operosità lombarda, una risposta agli ospedali mega costruiti in Cina nel giro di una settimana, massimo dieci giorni. Ed invece, altro flop. E sia chiaro: non è che aver allestito uno spazio in più per affrontare l’emergenza sia stata un’azione deplorevole, ma come di consueto bisogna fare i conti con le tempistiche, i soldi spesi e il reale utilizzo.

Anche perché l’area è stata allestita in Fiera e non si può certo pensare che una terapia intensiva nata provvisoria possa diventare definitiva sostituendo la destinazione originaria di quella struttura. L’assessore Gallera si è affrettato a dire che in ogni caso servirà per eventuali nuove emergenze (scusa un po’ campata per aria, banale anzi preoccupante).

E in seconda battuta. Non sarebbe stato forse più opportuno versare quel mare di soldi (più di due milioni a paziente) per distribuire strumenti protettivi al personale sanitario? Non si sarebbe potuto magari potenziare le strutture ospedaliere già attive? A questo proposito alcuni medici avevano anche avanzato qualche critica nei confronti della terapia intensiva della Fiera, staccata da un ospedale ritenendola inutile. Insomma, la Lombardia forse ne uscirà da questa pandemia, ma dovrà fare la conta di morti e feriti. E tra i morti c’è, ancora, la sanità probabilmente il settore sul quale un Paese deve fondarsi più di ogni altra cosa da qui ai prossimi anni per ritenersi civile e sviluppato.

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