Scuola, sì del Ministero al pranzo da casa Ma attenzione a scambi e contaminazioni
16 marzo 2017 | 15:33
di Andrea Radic
La "libertà di panino" riconosciuta dai giudici di Torino è dunque legittima, come legittimo è l'uso dei refettori per il consumo del pasto da casa. Nonostante i ricorsi ancora in Cassazione, il testo sancisce che sono le singole scuole a dover valutare come far consumare il pasto domestico negli spazi comuni e invita presidi e dirigenti degli uffici scolastici regionali a chiedere il supporto del servizio di Igiene degli alimenti e della nutrizione delle Asl per individuare le modalità che garantiscano la salute di tutti gli studenti.
In questo senso Torino ha fatto da apripista: «Siamo di fronte ad un elemento molto significativo. I bambini che portano il pasto da casa - conferma Giorgio Vecchione, l'avvocato che ha portato avanti la battaglia legale per ottenere la possibilità di portarsi il baracchino in mensa - potranno mangiare accanto ai compagni, con i controlli del caso, un risultato che chiediamo da mesi».
La decisione del Miur è una vittoria per i comitati contro il "Caro mensa" e ora dopo Torino anche a Roma prende posizione con una nota il dipartimento del Sistema educativo che chiede che il pasto da casa sia garantito. E il Ministero si spinge anche più in là normando i pasti negli stessi locali della mensa e annunciando un «tavolo con i soggetti istituzionali coinvolti per rendere la normativa applicabile su tutto il territorio nazionale».
Nei prossimi mesi si potrebbe dunque arrivare ad un decalogo nazionale. Mamme italiane, è arrivata la "Schiscetta"!
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Alberto Lupini