L’Italia ha confermato il “no” alla produzione di formaggi con il
latte in polvere. Questa la risposta alla
diffida della Commissione europea, che ricordiamo imporrebbe all'Italia di
produrre “formaggi senza latte” ottenuti con la polvere. La decisione già anticipata dal ministro delle Politiche agricole
Maurizio Martina è stata confermata dal Premier Matteo Renzi.
Il Governo italiano si appoggia a una norma del 1974, che impedisce la produzione sul suolo nazionale di formaggi fatti (anche) con il latte in polvere. Secondo Bruxelles, essa violerebbe il principio della libera circolazione delle merci, perché impedisce agli stranieri, che già adottano questa tecnica, di lavorare in Italia. Nella risposta indirizzata a Bruxelles il Governo italiano sostiene invece che la legge italiana non produce effetti distorsivi della concorrenza rispetto al mercato del latte in polvere e non limita la circolazione dei formaggi che lo utilizzano e che siano prodotti in altri Stati membri. La materia non è armonizzata, sostiene l’Italia, quindi c'è libertà per gli Stati membri di avere norme più restrittive rispetto a quelle Ue.
«L'impegno che abbiamo preso - dichiara il Ministro Maurizio Martina all’Ansa - è stato rispettato. Si tratta di una scelta giusta per difendere la qualità dei prodotti lattiero caseari italiani, in particolare in una fase delicata di mercato come questa. Abbiamo sempre ribadito il nostro no a passi indietro sull'utilizzo del latte in polvere per la produzione di formaggi. Chiediamo invece alla Commissione Ue - continua - di fare un approfondimento sull'etichettatura dei prodotti derivati dal latte, per dare informazioni sempre più trasparenti al consumatore».
«È stato rispettato il patto salva formaggio italiano - dichiara il presidente della Coldiretti
Roberto Moncalvo - simbolicamente siglato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina davanti a 30mila agricoltori della Coldiretti ad Expo dove il premier aveva "adottato" le specialità casearie tricolori contro il diktat europeo sul via libera all'utilizzo delle polveri».
Una decisione supportata anche dalla
petizione popolare alla quale hanno aderito decine di migliaia di italiani dopo la
mobilitazione degli agricoltori dal Brennero a Bruxelles fino all'Expo. La lettera di “diffida” della Commissione europea sull'infrazione n.4170 voleva imporre all'Italia di produrre "formaggi senza latte" ottenuti con la polvere con il rischio di far sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane.
Si tratta di un inganno per i consumatori che mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale e ambientale. Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori.