Migliaia di allevatori sono scesi in piazza con i propri trattori per la giornata nazionale del latte italiano. Per la mobilitazione nazionale in occasione del World Milk Day di domani 1 giugno, istituito dalla Fao in tutto il mondo, è stata scelta Milano (Fiera Milano Congressi ) in Lombardia dove si produce il 40% del
latte italiano. L’obiettivo è quello di valorizzare i primati del Made in Italy e fermare con strumenti concreti la
strage delle stalle italiane che mette a rischio un sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto decine di migliaia di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado in aree difficili, spesso da intere generazioni.
foto: Affaritaliani.itTra le frasi che compaiono sui cartelli e gli striscioni degli allevatori: «Avete preso i nostri marchi, non vi daremo le nostre mucche», «Chi acquista ha il diritto di sapere se quello che compra è veramente fatto in Italia», «Più trasparenza con l'etichettatura di origine obbligatoria». Per l’occasione è stata montata una caldaia per la preparazione del formaggio, ma fanno bella mostra anche una selezione dei migliori formaggi italiani ritenuti a rischio di estinzione. Le
imitazioni dei formaggi made in Italy smascherate nei diversi continenti sono invece state esposte in un grande “bancone delle schifezze”.
Ad attendere l'arrivo del premier Matteo Renzi, del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, dell'Ambiente Gian Luca Galletti e del governatore della Lombardia Roberto Maroni c'è il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Di fronte alla Fiera Milano Congressi è presente anche la pronipote della mucca “Onestina”, simbolo della battaglia per il Made in Italy degli allevatori che chiedono di continuare a mungere con un prezzo giusto ed onesto.
L'Italia è diventata il più grande importatore di latte nel mondo con il risultato che oggi tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri, mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta. È quanto emerso dallo studio Coldiretti “Il latte italiano, un primato da difendere”.
Dalle frontiere italiane ogni giorno 24 milioni di litri di “latte equivalente” tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all'insaputa dei consumatori. Nell'ultimo anno hanno addirittura superato il milione di quintali le cosiddette cagliate importate dall'estero, che ora rappresentano circa 10 milioni di quintali equivalenti di latte, pari al 10% dell'intera produzione italiana. Si tratta di prelavorati industriali che vengono soprattutto dall'Est Europa che consentono di produrre mozzarelle e formaggi di bassa qualità. Un chilogrammo di cagliata usata per fare formaggio sostituisce circa dieci chili di latte e la presenza non viene indicata in etichetta. Oltre ad ingannare i consumatori ciò fa concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco.