Non è più tanto la crisi e nemmeno il reale - e obiettivo - parere dei clienti una volta che si alzano da tavola a determinare il successo di un ristorante o il suo fallimento. I ristoratori di oggi devono guardarsi soprattutto dalle
recensioni online dei clienti - o presunti tali - che fanno da ago della bilancia nel giudizio definitivo di un locale.
Mancando filtri ufficiali e affidabili tutti possono scrivere tutto e il caos diventa sempre più totale. Perché non basta
TripAdvisor o simili a mettere in atto questa farsa, ma a ruota seguono
altri canali web.
I social ovviamente sono in prima fila e proprio da uno dei social più influenti, Facebook, arriva l’ultima notizia di un ristorante preso di mira - chissà perché - da un gruppo che invita altri utenti a lasciare recensioni negativa. Il locale in questione si chiama “
Quinoa” ed è aperto in pieno centro a Firenze. «Ieri sera siamo stati vittime di oltre 50 recensioni negative qui su Facebook - ha scritto il ristorante di cucina gluten free sulla propria pagina - vi basta dare uno sguardo per capire come i commenti, molti dei quali pieni di volgarità, siano stati messi ad arte e che nulla hanno a che fare con il nostro modo di lavorare».
A segnalare questo, che in gergo si chiama “shitstorm” (tempesta di letame), è stata su Twitter
Selvaggia Lucarelli - una che di battaglie social se ne intende - che ha pubblicato lo screenshot dell’invito lanciato dal gruppo Facebook “Dark Polo Gang777” commentando: «L'ultima moda dei gruppi Facebook: rovinare la reputazione ai ristoranti». Il gruppo, chiuso e che vanta la bellezza di 5.482 membri, invita a recensire negativamente il locale fiorentino dando il punteggio più basso nella scala di gradimento e attraverso insulti e parole volgari.
Ora il ristorante Quinoa si dice pronto a fare appello alla polizia postale per segnalare l’accaduto. «Purtroppo i gruppi come questo, nati solo per screditare e fare cyberbullismo sono ancora tanti - si legge nel post del Quinoa - vi chiediamo aiuto per segnalarli e farli chiudere al più presto. Anche noi ci muoveremo di conseguenza». Ma nella pagina social alcuni commenti, anche i più volgari, restano nonostante le segnalazioni. «Purtroppo Facebook non rilascia
nessun tipo di aiuto - spiega a Repubblica.it Paola Monticelli, social media manager del ristorante - si può solo segnalare. Il nostro
rating è sceso da 4.9 su 5 a 3.6».
Come spesso accade in queste occasioni, per un gruppo di “leoni da tastiera” che cercano in modo infimo di screditare un locale c’è tutto il gruppo di chi si connette a Facebook per far sentire la propria voce in difesa del ristorante a suon di commenti positivi: «Molti dei nostri clienti affezionati o che conoscono come lavoriamo - spiegano dal locale - hanno lasciato la loro recensione positiva per aiutarci a recuperare». Sicuramente saranno più veritieri questi ultimi post se è vero che sono clienti affezionati, ma se arrivano solo in risposta ad una spedizione punitiva, diciamo “per amicizia o solidarietà”, anche il loro valore non si sbiadisce un po’? Insomma, restiamo sempre in attesa di una coda di
commenti equilibrata.