Si apre la stagione turistica nelle Dolomiti bellunesi, con il 70% degli alberghi pronti ad accogliere i visitatori tra fine maggio e inizio giugno in occasione delle festività tedesche. Le previsioni per l'estate sono positive, ma diverse criticità pesano sul settore, come emerso durante la 74ª assemblea nazionale di Federalberghi. Mancanza di personale, concorrenza sleale e tassa di soggiorno: queste le principali sfide per gli albergatori, che valutano anche l’idea di adottare un ticket in stile Venezia per le Dolomiti.
Tassa sulle Dolomiti: le sfide del comparto alberghiero
Il reperimento di manodopera stagionale è sempre più difficile, con il 25% dei lavoratori che proviene dall'estero. Il decreto flussi attuale non viene ritenuto sufficiente e serve reperire manodopera da altri Paesi. Inoltre, il contratto di lavoro alberghiero è scaduto da anni e le proroghe non incentivano il personale. Mancano anche alloggi per gli stagionali, che preferiscono affitti brevi più redditizi.
Gli albergatori valutano anche l’idea di adottare un ticket in stile Venezia per le Dolomiti
Altro problema emerso dall’assemblea di Federalberghi è quella che viene considerata una concorrenza sleale a tutti gli effetti da parte delle strutture ricettive extralberghiere, come gli affittacamere, che godono di regolamentazioni e tassazioni differenti, perché «si agisce sullo stesso mercato ma con regolamentazioni diverse e tassazioni maggiori rispetto agli affittacamere, che non devono pagare Siae, canone Rai e una serie di iniquità su tutti i livelli e siamo soggetti a maggiori controlli», come ha detto al Gazzettino Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno. La legge nazionale sulle locazioni brevi (Airbnb) non è ancora in vigore, aggravando il problema.
Tassa sulle Dolomiti: un “modello Venezia” per non pesare sul comparto alberghiero
«Potrebbe non essere una cattiva idea». L’apertura sul ticket di ingresso per godersi lo spettacolo delle Dolomiti arriva dallo stesso De Cassan che spiega: «Si guarda alla questione del ticket d’ingresso a Venezia. Per entrare negli immensi parchi americani si paga una tassa, e si potrebbe istituirne una in tutta la zona Dolomiti Unesco, magari anche soltanto di un euro, i cui proventi vadano a finanziare la mobilità, la promozione e tutta una serie di iniziative volte a valorizzare questo territorio».
Walter De Cassan, presidente Federalberghi Belluno
Gli albergatori contestano l'attuale sistema di riscossione della tassa di soggiorno, che li vede come unici responsabili del prelievo di questa imposta dai turisti. Ritenendo questa modalità iniqua, Federalberghi ritiene fondamentale finanziare le funzioni svolte dagli enti locali in campo turistico con modalità diverse, a partire dalla compartecipazione degli enti locali al gettito Iva di tutte le attività produttive che traggono beneficio dall'economia turistica. In questo modo, l'onere di finanziare il turismo sarebbe ripartito tra tutti i soggetti che ne ricavano un vantaggio, non solo sugli alberghi.
L'onere di finanziare il turismo dovrebbe essere ripartito tra tutti i soggetti che ne ricavano un vantaggio, non solo sugli alberghi
«Si parla spesso di troppo traffico sui passi - dice De Cassan -, ma non si è fatto nulla nemmeno qualche progetto a medio a lungo termine di parcheggi, scambiatori a valle e potenziamento dei servizi navette sui passi. Facile dire chiudiamo i passi ma vediamo una visione a medio e lungo termine. Se fra vent'anni vogliamo arrivare alla chiusura dei passi in questo tempo vediamo di creare le infrastrutture. Gli impianti di risalita anche nel periodo estivo non sono sufficienti al trasporto alternativo ma servono pullman cadenzati sui passi, e quindi questo ticket di ingresso potrebbe finanziare la mobilita sostenibile sui passi».
Ticket sulle Dolomiti, luci e ombre
Il famoso alpinista Reinhold Messner aveva già lanciato la proposta di introdurre un ticket per la città di Cortina in particolare e, più in generale, per i principali luoghi delle Dolomiti per preservare le montagne da un turismo “aggressivo”. Il sindaco di Cortina, Gianluca Lorenzi, aveva però frenato, sottolineando come la fragilità della montagna andasse gestita in modo differente, senza precludere l'accesso a chi arriva in città «perché non si può chiudere e basta». Per Lorenzi è necessario studiare «un progetto ampio che comprenda anche le modalità di gestione di queste chiusure e dell'eventuale ticket da pagare».